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Duello
1. Io e Lei
Ti spiego come funziona.
Io sono giovane, ribelle, carino. Al liceo tutte stravedono per me, solo che...
Diciamo che ho voglia di qualcosa di diverso.
E tu sei perfetta.
Basta ragazzine dark. Basta pallavoliste.
Mi sono rotto il cazzo di sbattermi la più bella della classe.
Ora è te che voglio.
La mia dolce vicina di casa.
Tenera, innocente, casta e verginella.
Così nervosa, così anonima.
Sei una delle tante.
Così provincialotta, così banalmente nella media.
Sexy perchè ti sforzi di non esserlo.
Eccitante, sensuale e sessuale.
Così lontana dai canoni standard, così poco desiderabile dall'adolescente medio.
Così ventinovenne che ti scoperei da morire.
Ora che hai capito perchè ti desidero, posso spiegarti come funziona.
Io sono il meglio che potrai mai avere.
E tu devi svenire ai miei piedi.
Tutto qui.
Possiamo cominciare?
2. L'altro
Come vuoi che ti chiami?
Zero?
Porco?
Fortunello?
Probabilmente nemmeno ti rendi conto della donna che ti ritrovi per le mani.
Un gioiellino della noia, una pudica puttana bigotta sulla soglia dei trent'anni con la sua verginità ancora stretta tra le gambe.
Ma lo sai quant'è difficile trovare una come lei al giorno d'oggi?
Perciò ora spiego a te come funzionano le cose.
Quando ti darò il segnale, voglio che tu mi colpisca con tutta la tua forza.
Come ti pare. Dove ti pare.
Tirami un pugno sul naso se vuoi, o un calcio sullo stinco... anche se immagino che un finocchio come te prediliga gli schiaffi, vero?
Ti vedo sudare, fortunello. Dimmi, da quant'è che non fai a botte?
Hai mai fatto a botte in vita tua?
Almeno Fight Club l'avrai visto, quindi qualcosa ne sai.
Stai attento al segnale, fortunello. La tua donna ora ce la giochiamo come si faceva ai bei vecchi tempi.
Lo sputo in faccia è sempre il mio segnale.
È convenzionale. Lo capiscono in tutto il mondo.
Lui non è da meno.
Il duello ha inizio.
3. Sfida a singolar tenzone, o il duello
Gancio destro, mancato, pugno destro, mancato.
Quanti anni hai, fortunello?
Dì la verità, i trentacinque li hai superati da un pezzo, vero? Me lo dicono i capelli che non hai, me lo dice il tuo respiro pesante e affannoso.
Pugno sinistro, mio, colpito.
Dev'essere umiliante per te, farti picchiare da un ragazzino di diciassette anni, davanti agli occhi inorriditi della tua donna.
La tua donna vergine.
La tua donna delusa.
Lo sai, vero, che quando ti accascerai al suolo lei non ti vorrà più rivolgere la parola? Avrà occhi soltanto per me!
Gancio, lo evito. Uno-due, pugni veloci ai fianchi, colpito.
Ma non temere, non sarà una cosa lunga.
Te la prendo in prestito, giusto il tempo di fare quello che a te, che a nessuno, è riuscito in quasi trent'anni.
Farle aprire le gambe.
Poi sarà di nuovo tutta tua, sempre se la vorrai indietro, sempre se lei vorrà te.
Montante, mancato, gancio, mancato.
Uppercut, preso.
Fa male sul mento, eh fortunello?
Non preoccuparti, è quasi finita. Il prossimo colpo ti manderà al tappeto, poi non sentirai più niente per un pò.
Prima però dovresti colpirmi.
Almeno una volta, è necessario. Sennò non riuscirò a far leva sulla sua sindrome da crocerossina, e poi il cattivo sembrerò io.
Ecco, sono qui. Stavolta non mi scanserò. Colpiscimi con tutta la tua forza. E sappi che se dopo di questo sarò ancora in piedi, tu avrai perso.
Calcio. Nelle palle. Colpito.
Mi accascio.
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