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La libertà è un cavolfiore
"... non so, io l'ho buttato giù così. È quasi finito. Parte in do, mi7, re minore e sol. Facile facile e orecchiabile. Ascolta.
<Cercherò di spiegarti che la libertà non è una cosa che si discute,
non è una cosa da donare nè da rubare,
la libertà si vive e tu la cerchi e devi viverla
con tutte le tue paure, le frustrazioni,
le angosce di sempre, il dolore di sempre
e la fatica di esprimersi e la fatica di parlare
e il terrore di reagire,
poi tutto il resto che tu sai e già conosci...
che tu sai e già conosci...
La libertà non si vive in due, la libertà si vive in tutti...>"
"Come in tutti? È sbagliato."
"E qui sta il bello. Non senti il feeling? La libertà si vive in tutti. È poetico, vibrante."
"Mah! Se lo dici tu."
"Ma non capisci? È proprio questo verso che piacerà più dell'intera canzone. Ascolta il resto.
<Cercherò di dirti tutto il terrore e il disgusto per quelle morti idiote
e il vacillare del cervello alla ragione cristiana
e poi il rifiuto del compromesso
e quindi l'angoscia,
ancora l'angoscia e il volere infinito
e quindi la domanda senza risposta rivolta all'infinito,
scoprire infine l'infinito nelle mani degli idioti...
La libertà non si vive in due, la libertà si vive in tutti.>"
"Ancora."
"Insomma, lo vuoi capire che è la parte più importante?"
"Qualche insegnante di lettere si incazzerà."
"Non è possibile. Questa è licenza poetica. E ad ogni strofa lo ripeto. E ascoltala tutta prima di giudicare. Dove ero rimasto?..."
"Alla..."
"<Cercherò di uccidere il metodo, la ragione, il raziocinio, la logica,
il comune senso del pudore e ucciderò la vergogna
e griderò viva l'abominio, il turpiloquio,
viva la bestemmia e l'eresia
e quando tu inorridita fuggirai,
soffrirò come non mai e gioirò nel dolore
e saprò che la libertà non esiste,
che la libertà è un fiore...
la libertà è un cavolfiore...
La libertà non si vive in due, la libertà è un cavolfiore.>"
"... un cavolfiore che mangiamo in tutti..."
"Scemo. Dai, non puoi interrompermi sul più bello."
"Però il cavolfiore in tutti non era male."
"Sei proprio un ritardato.
<Un cavolfiore pestato, fracassato, schernito, beffato, oltraggiato
dai despoti dell'ideologia,
quell'ideologia che è poi scienza di astrazioni artefatte
ai danni dei poveri idioti
che non sanno che cos'è l'utopia,
che credono che l'utopia sia realtà...
e infatti è proprio così,
l'utopia è realtà...
La libertà non si vive in due, di libertà si può morire...> eccetera... ad libitum. Allora? Non è giusta? Se ci ragioni, c'è tutto, proprio tutto. La libertà che va bene sempre, poi un certo anticlericalismo, il rifiuto del matrimonio, della coppia, c'è addirittura un po' di sesso..."
"Sesso? E dove?"
"Ma sì, la libertà si vive in tutti è come proporre un'ammucchiata generale..."
"Mah! Se lo dici tu."
"Ma è così. E infine c'è la rivoluzione."
"Se lo dici tu."
"Sì, la rivoluzione non gridata, non la rivoluzione di piazza. Questa è rivoluzione intellettuale, esistenziale. Piacerà alle mamme e ai figli..."
"Alle mamme poi..."
"Alle mamme progressiste scemo! Non capisci niente. Abbiamo la canzone dell'anno. Questo è un pezzo da classifica! Magari non proprio da hit parade, ma se lo faremo cantare alle manifestazioni studentesche, durante gli scioperi, nelle fabbriche, nei centri sociali, se stamperemo migliaia di volantini col testo... anzi no, altrimenti non comprano il disco. Se ci riusciremo allora sì sarà giunto il momento della svolta... cambio anche la macchina. Faremo in modo che i passaggi radiofonici siano sofferti..."
"???"
"... perché il disco dovrà essere vietato, fuorilegge e le radio avranno difficoltà a passarlo. Ci devo solo aggiungere qualche parola pesante. Un cazzo di qua, una troia di là. Questo è un disco underground, un disco di nicchia, questa è la canzone destabilizzatrice..."
"Di che?"
"Ma che te ne importa. Insomma, stai proprio rompendo e non capisco perché sto qui a parlare con te che non capisci... sei un idiota. Domani telefono al produttore."
"Un caffè?"
"Ok per il caffè."
"Di cosa parla la canzone?"
"Non te lo dico."
"Di libertà?"
"Di libertà."
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