Oggi è un giorno nuovo, dall'alba, dal tuo messaggio di addio, l'ennesimo, anche se questa volta sento che è diverso, questa volta sei arrabbiato, forse è quella definitiva, non mi cercherai più. Ti ho offeso, ti ho ferito, sicuro che non mi perdoni... E io non piango, non l'ho ancora fatto; forse sono stata troppo male prima, ho solo una leggera nausea da stamattina.
Mi osservo, come se potessi sdoppiarmi e scrutare dall'alto ogni mio gesto, ogni frase ogni parola, e mi accorgo che non soffro, non capisco se è solo lo strato superficiale a non spezzarsi, come se avessi uno scudo una crosta dura che non si spacca. Aspetto il boato, l'anima che si crepa e il dolore che fuoriesce a fiotti come vulcano da un cratere appena nato... ma niente, il nulla.
Ripenso alle tue parole secche e irritate, dure, che ora mi sembrano ridicoli suoni che stridono tra loro, ripenso a noi a questo tempo malvissuto insieme, ai messaggi, agli sguardi, agli appuntamenti mancati, al tuo rincorrermi e al mio fuggire, a tutte le mie lacrime trattenute e sfogate sotto la doccia; l'unico luogo indisturbato dove far straripare la tristezza...
Ti ho amato molto, e forse una parte di me ancora ti ama, ma tu mi vuoi come io non sono, non posso cambiare, non l'ho mai fatto, non rinnegherò me stessa.
In questa notte d'estate il cielo è sereno e pieno di stelle, i grilli cantano solo per me, e io mi voglio più bene.