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Lino e Lina con Alice e la farina
Lino e Lina, due spiritelli ex custodi di alcuni granelli di grano, che ahimè ora farina è divenuta dopo la macina al mulino, e si trova proprio sul tavolo di lavoro della cucina a noi ormai ben nota.
Lino è maschietto, con due belle ali dorate appiccicate, un cilindro per nascondere il difettuccio delle sue orecchie, veramente non ben riuscite, ma con un visino bello e simpatico, che lo rende splendente a quei raggi di sole penetranti dalla finestra a vetri colorati.
Lina è femminuccia, sua amica e compagna di vita, anch'ella con due ali dorate ed un vestitino a pois oro e bianco, un visino con un bel nasino ed una boccuccia a bacio di rose da far invidia a tutti gli altri spiritelli.
Tutto questo vede meravigliata Alice ad occhi nudi, la nipotina del gran cuoco, come ben sapete! Ma non sa se dorme o è sveglia, se è un sogno o una realtà fantastica. Osserva con molto attenzione quel mucchietto di farina, ed in realtà tra tutto quel candore saltellano due puntini d' altro colore.
La bambina prende una lente d' ingrandimento, che ha a portata di mano ed osserva di nuovo quel mucchietto di farina, e vede con sua sorpresa che quei due puntini sono veramente due spiritelli e non stanno mai fermi.
Alice:
- Chi siete piccini? Come siete carini!
Lino:
- Io sono Lino, e questa qui è Lina, la mia compagna, siamo due spiritelli che fino a l' altro ieri custodivamo dei granelli di grano, che ora si trovano come farina in mezzo a questo mucchietto.
Alice:
- Molto interessante; ma sapete che la farina, in quanto tale, se non viene lavorata, almeno per noi umani, è inservibile?
Lina:
- Cosa significa lavorata? Il processo non finisce qui?
Alice:
- Io sono ancora una bambina, ma il mio nonnino mi ha imparato a fare molte cose con la farina.
Lino:
- Ma davvero? Io ad esempio trovo molto bello saltarci sopra, ancora più bello dare la mano a Lina ed insieme fare anche salti mortali, anche tripli se vogliamo, tanto cadiamo sempre sul morbido di questa candida farina.
Alice:
- Invece!
Lino:
- Invece, cosa?
Alice:
- Io oggi essendo di nuovo sola, ho deciso di fare con questa farina delle pizzette fritte con la menta, una specialità di un paesino montanaro del Sud.
Lina:
- E noi? (singhiozzando)
Alice:
- C' è un bel sacco di farina in credenza, ben lontano dai topini, a me basta quella che è sotto di voi, quindi basta che andate in trasferta, che ne dite?
Lino e Lina:
- A noi ci sta bene, in questo modo rimaniamo vivi, tanto non possiamo più custodire nessuno, se non se stessi.
Alice:
- Quindi siamo d' accordo!
Prende quel pochino di farina dove ci sono Lino e Lina e posando la lente d' ingrandimento, colloca il tutto nel sacco della farina nella credenza.
Poi guarda sul tavolo di lavoro se ci sono tutti gli ingredienti; la menta è già fatta a pezzettini, a fianco c' è la saliera, un lievito già bello e pronto è nel cartoccio, l' acqua tiepida è già in una piccola giara. Sembra che c' è tutto, ma un dubbio atroce l' assale, e se nella menta c' è qualche parente di Ettore? Prende di nuovo la lente d' ingrandimento e la osserva accuratamente, non c' è nessuno e sollevata quindi posa la lente e si mette al lavoro.
Impasta la farina con l' acqua tiepida, un po' di sale, la menta tagliuzzata ed il lievito ottenendo una palla, la copre con un panno ben pulito e la lascia lievitare per alcune ore.
Nel frattempo Alice si guarda intorno, sembra sola soletta e la cucina appare molto più grande di quanto è nella realtà. Ma un raggio di sole, che penetra attraverso uno dei vetri colorati della finestra, l' accarezza e gli sussurra:
- Ti porto qualcuno, un esserino che in vita fu tra le spighe di grano nei campi dorati, ed ora piccolissima anima vive nel sole ed attraverso me è scesa fino a te.
Alice l' avverte tra il tepore di quel raggio amico e chiede:
- Chi sei nobilissima e piccolissima anima?
Lei:
- Sono la mammina di Lino e Lina, e son venuta fin qui a ringraziarti per averli salvati.
Alice:
- Non mi è costato nulla, e poi mi terranno compagnia, tutte le volte che desidero parlar con loro mi basta andare nella credenza ed aprire il sacco di farina.
Lei:
- Brava, brava, hai veramente un cuoricino d' oro.
Alice:
- Ma tu la puoi proteggere molto meglio di me.
Lei:
- Non è così facile, per cui li affido a te, fai in modo di aver sempre farina nel tuo sacco.
Alice:
- Perché?
Lei:
- Ormai senza questo elemento non potranno più vivere.
A questo punto sparisce insieme al raggio di sole. Ma è anche passato il tempo necessario. Per cui Alice scopre l' impasto ci fa delle palle più piccole ed ad una ad una ed a mani nude, ma ben lavate, di ogni palla forma una pizzetta. Alla fine le copre di nuove, mette una padella sul fornello accanto e versandoci una giusta quantità di olio di girasole lo lascia riscaldare. Poi da sotto il panno prende una pizzetta per volta e le passa in padella facendole dorare e poi posandole su carta assorbente, procede fino all'ultima di essa.
Ne mangia alcune e soddisfatta del suo bel capolavoro si mette a fischiettare, contenta e felice come una Pasqua.
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