... ecco, ci siamo, ormai sta arrivando la Pasqua, e con essa la primavera che piano piano ci trascina fuori dal grigio, freddo e lungo inverno.
Come era diversa la Pasqua della mia infanzia rispetto a quella vissuta dai bambini dell'epoca odierna!
I preparativi alla festa infondevano emozioni tanto semplici quanto grandi :
emozioni legate al clima, per quell'esplosione di profumi e di colori, dove il bruno colore della terra lasciava, quasi all'improvviso, il posto al fresco verde dei prati, tempestati di bianche margherite e di profumatissime viole che tanto ci piaceva andare a cogliere sulle rive dei fossi.
Emozioni legate ai simboli che a scuola ci insegnavano essere simboli pasquali, rami di pesco in fiore, uova con il guscio che schiudendosi lasciava uscire un tenero giallo pulcino, coniglietti bianchi... ed ecco che si passavano giorni a decorare uova e fare disegni, a cogliere fiori... ricordo che avrei voluto prendere qualche ramo di pesco in fiore ma il nonno non voleva e spiegava che quel ramoscello carico di fiori rosa che oggi avrei voluto mettere in casa, avrebbe invece dato ben presto buoni frutti se lasciato sulla pianta ... Ricordo anche che avrei voluto riempire cestini con uova sode decorate ma la nonna diceva che non si poteva consumare quel ben di Dio, così quando usava le uova in cucina le svuotava facendo delicatamente due piccoli fori alle estremità per lasciare il guscio quasi intatto, così potevo usare quelli per i miei lavoretti.
Che bello quando a casa arrivava un parente che, del tutto inaspettatamente, si ricordava che in quella casa c'era una bimba e così portava un ovetto di cioccolato, magari piccolo, ma con bellissime carte luccicanti e... chissà che sorpresa avrei trovato! le mettevo in fila sopra al mobile, in attesa di poterle aprire, mai prima di Pasqua eh!
Un'altra emozione era nell'aria... Il vestito della festa... solitamente mi facevano un abito nuovo, primaverile, accompagnato anche da un paio di scarpe, magari di vernice... belle, arricchite da cinturini o nastri, non proprio con quel tacchetto che tanto mi sarebbe piaciuto ma comunque belle.
Ogni tanto salivo in camera ed indossavo abito, scarpe, calzettoni bianchi di cotone traforato, cerchietto sui capelli ornato da una coroncina a fiori e passavo ore a guardarmi allo specchio, quello della toeletta della camera della nonna perché era basso e mi vedevo bene, mi giravo e rigiravo, facevo volteggiare la leggera gonna ed attendevo con ansia la mattina di Pasqua in cui avrei potuto, così vestita, uscire ed andare alla chiesa, e così mostrare alle amichette queste cose che a me sembravano bellissime!
La mattina di Pasqua poi veniva e finalmente ci si vestiva, si usciva con la mamma, ed al ritorno si pranzava con i nonni, gli zii ed i cuginetti e... finalmente ... si poteva anche aprire l'uovo di Pasqua! la sorpresa piaceva sempre, anche se era piccola, magari non adatta a te oppure insignificante ma comunque piaceva.
Mi divertivo, ero serena, contenta... anche se, purtroppo, un piccolo dispiacere me lo avevano dato: ... prima di sedere a tavola... mi avevano fatto cambiare e togliere... "il vestito della festa " !