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Allo specchio
Lui: «Mettila giù, Michele. Scambiamo prima quattro chiacchiere. »
Io: «Ti prego. Io non mi chiamo più così. »
Lui «Come ti devo chiamare allora? »
Io «Lo sai. »
Lui: «No, non lo so. Dimmelo tu. »
Io: «Ti prego. Non torturarmi. »
Lui: «Io non torturo. Sei tu che ti stai seviziando da quando sei nato. E hai continuato a farlo crescendo. »
Io: «Lasciami in pace. »
Lui: «Questo non lo devi chiedere a me. Il primo che non lo fa sei tu, Michele. »
Io: «Io non sono più Michele! »
Lui: «Lo sei eccome! Una quarta di reggiseno in silicone e una vagina in pelle morta e plastica non hanno cambiato nulla. Solo il tuo conto in banca. »
Io: «Maledetto bastardo. Sapevo che dovevo lasciarti là. »
Lui: «Là dove? Nel villino a Roma? Oppure nel trilocale di Venezia? Magari nella cantina di Firenze? Quante volte sei scappato? Due? Tre? Cinque? »
Io: «Non è colpa mia, è colpa di papà, è colpa dei miei compagni delle elementari, di quelli del liceo, delle donne che ho avuto. Non è colpa mia. Loro mi hanno sempre fatto del male, sempre... »
Lui: «Non fumare. Già la tua pelle è ocra per l'alcool, ci manca solo che ingiallisci i canotti e i denti. E poi chi ti porta più a letto? Ah già. Con te basta pagare. »
Io: «Devo farlo. Mi faccio schifo, ma devo farlo. Vent'anni di operazioni, prendi, taglia, cuci, apri, asporta, sostituisci. Vent'anni di traslochi, di fughe. Devo farlo, devo. »
Lui: «Ma quanto durerà, Michele? Guardati. Hai quarantaquattro anni. La tua pelle, già deturpata di cicatrici e botulino, si sta sempre più lasciando cadere. Solo le tette e le labbra sono ancora lì, ferme e immobili ma soprattutto finte. Quanti uomini potrai soddisfare ancora? Quanti uomini ti vorranno? Da quanti dovrai farti mandare all'ospedale? »
Io: «Non è colpa loro... sono io che... non ho ancora capito cosa devo fare, e loro sono fragili, hanno bisogno di me. E quando li deludo si arrabbiano un pochino. »
Lui: «Quanto l'hai deluso quello che ti ha incendiato la testa? Quanto spendi in parrucche? Quanto spendi in garze e fasce? Quanto ti costa essere Micaela? Quanto non avresti speso se fossi rimasto Michele? Eri la stella della squadra di basket del paese. A diciannove anni eri già alto due metri. Le ragazzine del liceo avevano solo occhi per te. Ti ricordi? Lunga e folta chioma bionda, lo sguardo verde e profondo, zigomi disegnati da un pittore, neanche un pelo. Stavi con la più bella della scuola. "Culo di marmo" Claudia. E tu maledetto idiota cosa combini la prima notte che siete insieme? Neanche ti si alza. Fai pena. »
Io: «Non mi ha capita. Come nessuno mai. »
Lui: «Tu non ti sei mai capito. Sei un vigliacco Michele, solo un vigliacco. Lo sei stato quando hai lasciato la scuola, quando sei scappato di casa. Ricordi? Papà che ti insegue con la scopa, mamma in camera sua a piangere. Ricordi Michele? »
Io: «Quando è morto non ho nemmeno pianto. »
Lui: «Sono vent'anni che traslochi da una città all'altra. Vent'anni che la gente ti guarda e immagina, pensa, ti violenta, ti picchia, ti umilia. Tu non hai mai fatto l'amore con nessuno. Tu sei solo uno scherzo. Una donnona alcolizzata di due metri con la pelle gialla che prima era un uomo. Sei uno scherzo. Una perversione. Non sei una donna. »
Io: «Io sono una donna. Io sono Micaela. »
Lui: «Sei? Oppure eri? »
Io: «Non ha più importanza. Forse non ne ha mai avuta. »
Lui: «Sei proprio uno schifo. Facci un favore, fammi un favore. Riprendila e sparisci per sempre. Spero tu abbia le palle per fare almeno questo. »
Io: «Le palle... quelle non le ho più da un pezzo. »
Lui: «Già. Ma hai ragione: non ha più importanza. Ora prendila. E facciamola finita. »
Io: «È sulla tempia? »
Lui: «È su un rigonfiamento di pelle finta e morta. Ma lì sotto da qualche parte ci deve essere la tempia. Però, andiamo sul sicuro. Metti la canna sotto il mento. »
Io: «Spero di non sentire dolore. »
Lui: «Ci puoi scommettere Michelino. »
Io: «Così sono nato. Però muoio da Micaelina. »
Lui: «Come vuoi. »
Io: «Così voglio. »
Lui: «Addio Micaela. »
Io: «Addio Michele. »
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0 recensioni:
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- grazie ragazzi, leggere i vostri commenti mi ha fatto venire ancor più voglia di scrivere non vedo l'ora di riavere il computer per scrivere e leggere i vostri lavori!
un abbraccio a tutti
Guido
- Finalmente Guido ti rivedo, anzi ti rileggo. Allora è questo ciò che cercano i trans, quello per cui sfidano la famiglia, la società e loro stessi?
Anonimo il 06/08/2010 00:02
Sei molto bravo...
Anonimo il 06/08/2010 00:02
Sei molto bravo...
Anonimo il 05/08/2010 20:43
Ciao Guido... beh che dire, sei strepitoso nello scrivere, un dialogo
tra le due personalità della stessa persona. Penso che sia difficile
capire cosa passa nella mente quando ti senti prigioniero in un corpo
che non senti tuo. Tutto può succedere, anche di morire
con una canna puntata sotto al mento...
A presto Guido
Anonimo il 05/08/2010 00:34
ben tornato... nonostante la pausa non hai perso il tuo tocco... racconto scritto alla grande lo leggi tutto d'un fiato... ritmo serrato incalzante... argomento scomodo e spesso abusato trattato con intelligenza... mai banalmente... la scontatezza non è di casa! che dire lo trattengo un saluto e una buona estate
Anonimo il 04/08/2010 23:04
ma è impazzito il sistema dei commenti?? "come sono bentornatp!" o sono io il problema, o è lui! comunque era: ciao, come sono andate le vacanze? bentornato! e vabbè...
Anonimo il 04/08/2010 23:02
ehi, ciao, come sono bentornatp!
guardati questo, l'ho trovato delizioso:
http://www. youtube. com/watch? v=HjeXxGxCyFE
mi piace molto questo brano che hai scritto! sempre col dialogo, bello davvero! crudele, vero.
grazie, come al solito, per i mille complimenti per l'ultima cosa che ho scritto.
guarda quel video, è inerente al tuo racconto. spero ti piaccia.
ciao e buonanotte,
vale.
- ehi ragazzi! mi siete mancati tantissimo! spero stiate bene tutti! vi ringrazio di cuore - le mie tre settimane sono state pazzesche e fantastiche, una cosa meravigliosa.
fantastico michele! benservito!
nunzio, ottima analisi
sara, un dialogo con lo specchio non può che far riflettere
appena posso mi leggo i vostri ultimi lavori!
io riparto a fine settimana e torno quella dopo. un'estate pazzerella
grazie a tutti e vi auguro un mondo di bene!
baci
Guido
- Bravo Guido un racconto con problemi attuali (che finisce male lo sai che io voglio il lieto fine) ma mi è piaciuta la fantasia del dialogo con lo specchio che fa riflettere su queste situazioni
Anonimo il 03/08/2010 19:40
Ciao Guido, eccoti di nuovo all'opera. Fatte buone vacanze? Spero di si.
Dialogo inesorabile con la propria coscienza, ed in questi casi si sa chi vince.
Ma è una vittoria di nessuna utilità.
Ottimo.
Ciao.
- Bentornato Guido- Un racconto attualissimo che, come sempre, hai tagliato e ricucito con il tuo personalissimo metro.
Chi temeva un tuo calo di forma è benservito.
Ciao. pazzo.
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