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Ti va di ascoltare un po' della mia vita
Mia cara Grazia, voglio iniziare questa mia lettera con le parole di Madre Teresa di Calcutta
Ama.
Ama finché non ti fa male,
e se ti fa male,
proprio per questo sarà meglio.
Perché lamentarsi?
Se accetti la sofferenza
e la offri a Dio, ti darà gioia.
La sofferenza
é un grande dono di Dio:
chi l'accoglie,
chi ama con tutto il cuore,
chi offre se stesso
ne conosce il valore.
Ti va di ascoltare un po' della mia vita.
Avevo solo tredici anni quando mi sono innamorata per la prima volta e ho provato una cocente delusione alla quale ne sono seguite tante altre. Frequentavo la terza media in una delle scuole private più esclusive di Roma, la mia compagna di banco era una biondina che mi faceva impazzire, le avrei dato la vita. Le passavo i compiti, io portavo i libri e lei li usava, portavo la colazione per due e lei? Lei sembrava accettare le mie attenzioni ma un giorno l'ho scoperta che amoreggiava con i maschietti della scuola e, per consumare la sua vigliaccheria, raccontò a tutta la classe che avevo tentato di baciarla. Per me fu la fine, il mio mondo mi crollava addosso. Mia madre mi ritirò dalla scuola e mi spedì a Brest, in Bretagna, dai nonni. Riesci ad avere un'idea di come mi sentivo, ero stata allontanata da mio padre, dalla mia città e da tutto quello che fino allora era stata la mia, sia pur breve, vita.
Perché ti racconto tutto questo? Mia cara Grazia, quello è stato il mio primo amore, il secondo? A quarantaquattro anni quando ho incontrato la mia Cucciola, in mezzo, tanta solitudine e tanti incontri clandestini dei quali adesso mi vergogno non per averli fatti ma per come li ho fatti.
Per fortuna la permanenza dai nonni non fu molto lunga, non parlavo il francese e non avevo voglia di impararlo, poi i miei nonni avevano saputo quello che era successo a scuola e non mi vollero più con loro, allora chiamarono mio padre il quale mi riportò a Roma. Ancora oggi penso che non sia stata mia madre a concepirmi ma mio padre con questo gesto.
Ricordo ancora con dolore la mia vita in quella grande casa, mio padre era sempre fuori per lavoro ed io pur avendo due sorelle passavo le mie giornate chiusa in camera ad ascoltare musica e a studiare. Quelli furono gli anni più tristi della mia vita, gli anni in cui versai tutte le mie lacrime; poi l'università.
Abitavo insieme con una ragazza in un vecchio palazzo in centro a (omissis) lei sapeva che ero una lesbica ma non per questo mi emarginava, più volte aveva tentato di presentarmi ai suoi amici e quando le chiedevo cosa pensava delle lesbiche lei sorrideva e mi diceva che ognuno cerca e trova il suo appagamento sessuale, dove vuole e con chi vuole e aggiungeva: -non sai quello che ti perdi o forse sono io a non sapere quello che mi perdo-.
Quello fu il periodo della mia vita più dissoluta, come ti ho già scritto, frequentavo chiunque potesse darmi appagamento sessuale, chiunque mi portasse a letto.
I miei primi due anni a (omissis) furono un disastro, studio poco ma tanta trasgressione, per fortuna avevo un padre che mi adorava e sopratutto aveva capito, al contrario di mia madre e delle mie sorelle, che la mia non era una malattia.-Papà, gli dissi un giorno, ti ho deluso, mi dispiace, mi potrai mai perdonare-? Mi tenne stretta a se e, asciugandomi le lacrime, dandomi ancora una volta la dimostrazione tangibile che un padre non è tale solo perche ti da la vita ma lo è prima di tutto per gli insegnamenti che riesce a darti,
-Andrea, mi disse, ricorda nella vita l'importante è essere sempre se stessi, non perdere mai la speranza, insegui sempre i tuoi sogni, le tue tendenze sessuali non devono essere la tua rovina, il corpo è tuo e solo tuo, proteggilo, etero o omosessuale non ha importanza ma abbi sempre rispetto di te stessa, non buttare alle ortiche la tua vita, non smettere mai di cercare la persona giusta per te. Aspetta la persona che ha il coraggio di baciarti in pubblico, che ti vuole mostrare al mondo, anche se sei una lesbica, che ti tiene la mano di fronte agli amici. Aspetta la persona che ti ricorda continuamente quanto ci tiene a te e quanto è fortunata ad averti. Aspetta la persona che si gira verso i suoi amici dicendo è lei la donna che amo. Ricorda piccolina, tutti noi quando scopriamo la nostra sessualità indugiamo, siamo sconvolti, l'importante è non diventarne schiavi la schiavitù imbruttisce.-
Cara Grazia a questo punto sei tu a tenere stretto fra le tue mai il mio cuore ed io ho l'abitudine di parlare con lui quindi se ti stanchi di ascoltare la mia vita, dimmelo!
Ti ho mai detto di quella volta che, ma adesso sarai stanca, te lo racconterò dopo.
Tua Andrea.
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