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Un libro per mio figlio
La mattina arriva presto, il Sole ancora non ha superato le alte montagne che circondano il paese, nonostante ciò io mi alzo lo stesso dal letto. Senza far rumore, mi preparo, sono le 6:00. Scendo in tutta fretta le scale dell' albergo, la messa alla grotta attende di essere celebrata. Fuori c'è fresco, ma è sopportabile. Le nuvole hanno assunto un colore rosato, non c' è un filo di vento. Le vie sono completamente deserte, ad eccezione di chi lavora, o di chi si dirige presto nel luogo sacro.
Io sono una di quelle persone, mi dirigo al luogo sacro, solo che questa volta, è l'ultimo giorno di questa lunga settimana, e quindi me lo devo godere al massimo.
La piazza dinanzi la basilica è completamente vuota, le luci dei lampioni decorano le vie, mentre il fiume non smette di scorrere. Passo sotto la rampa destra, per sbucare nelle fontane, dove ammiro un ampia vista di alberi e di verde sottobosco, qualche animale cammina qua e là, come qualche persona.
Ecco la grotta, il nostro gruppo si trova qui, perchè dobbiamo recitare la messa in italiano. Buongiorno Maria, qui io ti saluto e ti prego, qui mi sono rilassato nei giorni scorsi, ho camminato molto, scritto abbastanza, creato emozioni, ho visto molto. Questo luogo lascia un segno dentro noi, che permane nel tempo, questo luogo dona molti sentimenti, molte amicizie, ma molte riflessioni. In questo luogo si pensa tantissimo, si riesce a cogliere ciò che la vita è. Ciò che un malato può offrire, un sorriso celato dentro una foto, un rosario tra le mani.
La messa inizia, avvolti dalle poche luci del mattino recitiamo le varie fasi, attendendo la fine della messa, quindi dirigendoci dentro la grotta, per salutare l'ultima volta Maria. Tutti in fila, piano finalmente, posiamo le nostre preghiere sulla fredda roccia. Io, non ho niente da benedire. Anzi, si che c'è l'ho: l'anello della nonna. Lo faccio scorrere lentamente sulla roccia, in modo che una tua lacrima possa benedirlo. Ricordo le rose, che ho messo in valigia, un profumo armonioso.
Passo ora sotto la grotta, ove tu guardi. È piena di foto, lettere, rose. Ed il pianto è inevitabile: io ho pianto poco, perchè mi trattengo, vedere così tante foto, lettere, significano molto. Quanti pensieri rivolgono te Maria. E tu ascolti tutti, basta vedere ciò che le persone lasciano qui.
Quanti pensieri avvolgono la mente, e riescono ad arrivare agli occhi, dove nascono le lacrime. Mie pure, che bagnano pure la via della grotta. Squarciano il silenzio, come sguardi fissi delle persone, depurano finalmente tutto.
Uscendo dalla grotta io, la nonna, e due signore ci avviamo per un nuovo breve cammino, infatti dobbiamo essere alla basilica superiore per l' ultima ufficiale messa.
Questa gentile signora, ci guida verso un sentiero me sconosciuto, tutto in salita, che porta proprio nella chiesa ove siamo diretti. Il verde domina, mentre il Sole illumina tutto con i suoi primi raggi. È un po' faticosa la via, ma incontriamo un albero secolare, dal tronco molto largo, dalla chioma altissima, che mi dona una profonda riflessione sul verde.
Il verde qui è come oro. Lourdes è ricca di verde, quale anche questo albero, così imponente, che si erge in mezzo alla strada, è lasciato qui, senza essere disturbato. Magari continuassero a fare così anche nelle strade delle metropoli mondiali.. Arriviamo alla basilica, dove sono abbagliato dalla luce della croce avvolta dalla corona: questa è dorata, riflette pienamente la luce solare. Imponente, situata sopra la cupola della chiesa anteriore, è un po' il simbolo di questa chiesa, e tutti ci fanno una foto assieme. Ai lati osservo un' ultima volta i due campanili che svettano alti nel cielo, ed infine, raggiungo l'ultima porta, per la basilica superiore: silenzio dentro.
Le panchine sono riempite da noi, e qualche turista. Anche qui, recitiamo, e vedo molte facce, che hanno segnato questo cammino qui. Un saluto a questa chiesa lo devo ricordando che ho lasciato qui una lettera per il Signore.
Non l'avevo scritta, non ne ho una copia. Doveva essere tutto al momento, senza esitazioni. La posai sull'altare, chiedendo ovviamente il permesso a Te, e poi me ne andai. Era uno dei primi giorni, poca gente mi fissava interrogata, quando andai mi accorsi che mi seguiva con lo sguardo.
Ma poi me ne andai, scomparendo dalla loro vista.
Abbiamo finito la messa, e gli altri vanno in albergo. No, io passo dalla rampa, devo vedere un'ultima volta tutto!
Passo lento, scendo dalla rampa, con la penna ed il quaderno in mano. Un signore mi ferma, vuole una foto, e perchè no! C'è tempo pure per quello. Finito, scendo per le scale, sono solo. La pietra sbatte, mentre io provoco rumore.
Arrivo dinanzi a tutta la struttura, inchinandomi.
Basta voltarti, Giuseppe. Bisogna andare avanti, devi salutare Nathalie e Cecilia.
<<Buongiorno Nathalie! Oggi parto..>> dissi un po' amareggiato.
<<Oh Giuseppe non preoccuparti, aspetto qui, sono sempre, qui.>> disse dandomi un bacio sulla guancia.
Che larghi ed espansi sorrisi, ci rivolgemmo, ed ora tocca a Cecilia!
<<Buongiorno..>> entrai.
<<Ciao! Ti serve qualcosa Giuseppe?>> disse Cecilia alla cassa.
<<No, in verità passavo per un ultimo saluto, ora parto.>>
<<Allora fai buon viaggio, anno prossimo magari ci vediamo!>> e anche lei mi diede un bacio.
Uscii da tutto, percorrendo la via della grotta ed incontrando per fortuna la nonna.
Anche dentro l'albergo, saluto le cassiere, gentilissime. Ecco siamo partiti, passiamo difronte a Nathalie, che non mi vede, ma forse è meglio così. Ultimo sguardo all'intero luogo sacro, ed a te.
L'aeroporto è vicino, vicino anche l' imbarco stesso. Una bella chiaccherata mi attende: Lina, una amica, con lei riesco a parlare, è tutto più spontaneo. Ho parlato molto con lei, in questo viaggio, qui riuscendo a confidarmi, riferendomi al mio passato. Amici siamo, e sono felice di questo, perchè è stata una delle poche persone sincere, con cui si è potuto parlare.
Le ho donato un piccolo consiglio, magari anche non, consiglio, forse le ho donato un' idea.
E lei ha saputo ascoltarmi, dandomi anche qualche consiglio saggio e significativo.
Ed un ultimo sorriso qui a Tarbes-Lourdes, è rivolto proprio a lei.
Imbarco.
Forse Maria, hai voluto che vedessi il ''regno dei cieli'': un lago di nuvole fini, costeggiato da alte nuvole, quasi sembravano montagne. Il lago risplendeva, luccicava, c'era tanta pace lì, e sembrava tutto perfetto.
Lo chiamai il ''regno dei cieli'' proprio perchè assomigliava a come lo immaginavo sempre. Puro, silenzioso, calmo, lucente, ricco di amore. È stata un' emozione forte vedere questa valle incontaminata su, nel cielo, a migliaia di metri di altezza.
Ricordo ancora, il lago, forse la cosa più bella lassù. Vasto, armonioso, bello. Emozione stupenda.
Ed ecco siamo scesi, ritiriamo le valigie.
<<Ciao Giuseppe.>> Lina parlò.
<<Ciao Lina, grazie di tutto.>>
<<Ci sentiamo chattando eh!>> sorrise.
Ed io mi incamminai, con la nonna, verso.. verso mio padre, che ci aspettava all' entrata.
A casa, dove tutto si rimurgina, dove la vita riprende da capo.
Il ''regno dei cieli'' esiste, ed eccolo lì, dentro il cuore di ognuno di noi. Io lo vidi così, espressione di sollievo. Ecco ciò che Lourdes ha lasciato nel mio cuore, nel mio intelletto. Sono cresciuto, e vi dono questo ultimo racconto. Spero sia servito, tutto questo. Al giorno d' oggi, penso, ripenso ai vari momenti.
<<Ma cosa darai a tuo figlio quando ti chiederà dove hai viaggiato?>>
<<Un libro, così potrà cogliere tutte le singole emozioni.>>
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