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Il concilio laico

Prologo

Poche settimane prima di morire, mio padre mi chiese di raggiungerlo nel suo studio, perché doveva parlarmi. Stante la situazione - eravamo consapevoli entrambi che non aveva molto da vivere - ci andai con trepidazione.
Lui era seduto sulla poltroncina di fronte alla sua amata scrivania di jacarandà, ereditata da suo nonno, io mi accomodai sulla sedia che fronteggiava la postazione del computer.
Stanco e dimagrito, cercava di stare seduto dritto, mentre, guardandomi fisso, mi diceva:
"Francesco, devo raccontarti una storia che troverai incredibile. So che mi crederai, perché sai che in genere non racconto favole e perché sai che ora non ho tempo da sprecare."
"Certo, papà," gli risposi, un poco sorpreso, agitandomi sulla sedia."Dimmi tutto."
Lui tacque per un po', quasi a riordinare le idee, poi cominciò:
"Forse ti ricordi il conclave, quindici anni fa, che nominò l'attuale Papa?"
"Si, ricordo," dissi,"mi pare che fu piuttosto lungo."
"Due settimane."Precisò con sicurezza."Due settimane che non ho mai potuto dimenticare né raccontare."
"Anzi," riprese dopo un attimo "prima che me ne dimentichi, ciò che sto per dirti è assolutamente, assolutamente, hai capito, segreto. È stupefacente che in quindici anni nulla sia trapelato ed io te ne voglio parlare ora perché tu non sia colto di sorpresa se invece, in futuro, qualcosa venisse fuori. In tal caso sarai tu a decidere come comportarti. Anche ad Ada non ho raccontato nulla, anche se lei sa che allora qualcosa d'importante mi accadde."
Ada è la seconda moglie di mio padre, anche lei vedova come lui, quando si sposarono.
" Stai tranquillo, papà, terrò ciò che dirai solo per me." Lo rassicurai.
"Bene, allora ecco la storia.", disse, e cominciò a raccontare.

Il racconto

Quel giorno ero sceso in giardino per vedere se era arrivata posta. Mentre ero piegato sopra il muretto per raggiungere la cassetta delle lettere, vidi arrivare lentamente, come se cercasse un numero civico, una nera limousine, una Mercedes, se ricordo bene.
Proprio mentre rinchiudevo la cassetta della posta, l'auto si fermò davanti a casa: c'erano l'autista davanti e due persone dietro. Lo sportello posteriore dalla parte della strada si aprì e ne scese un giovane, che s'affrettò ad aprire lo sportello che stava davanti a me. Incuriosito, mi ero fermato a guardare, un po' sfacciatamente, ciò che accadeva.

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4 commenti:

  • gina il 10/02/2012 18:11
    Caspita, sono rimasta incollata al racconto fino in fondo!
    Ben scritto e fa pensare, piaciuto!
  • Anonimo il 22/08/2010 12:41
    Bello questo racconto che unisce fantasia, proprità di linguaggio e lettura scorrevole. Un certo richiamo alla vicenda di Celestino V si può facilmente cogliere, anche se credo che difficilmente Dante lo relegherebbe di nuovo all'Inferno per aver fatto "il gran rifiuto"!
    Ottimo Fabricio!
    Ciao.
  • Fabricio Luiz Guerrini il 22/08/2010 11:27
    Laico ed agnostico, certo non clericale. Web mediatico sarebbe stato forse prematuro, ma web neuronico è un concetto culturale e medico che esisteva già. Grazie per il apprezzamento. Fabricio
  • Michele Rotunno il 22/08/2010 10:57
    Fantasia superlativa, forse un solo piccolo neo "Web mediatico", 15 anni fa era già di moda?
    Buona anche la morale, suggerita da un laico, ma se dietro la facciata si nasconde un clericale allora mi rimangio tutte le lodi.
    In ogni caso un bel racconto.

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