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Bianche
Sarà una serata diversa per Claudia.
Uscire dal suo isolamento forzato è stato per lei una violenza.
Per mesi ha voluto annullare il contatto col mondo esterno.
Laura l'ha intrappolata con l'invito a teatro.
- C'è lo spettacolo che ami di più- le ha detto -tre atti unici nel tuo dialetto.
Claudia adora Eduardo De Filippo e ne conosce tutte le opere.
Ma l'autore della pièce della serata, sebbene sia napoletano, le è sconosciuto.
-Non voglio sapere nulla delle storie - dice rifiutando il programma che l'amica le porge.
- Hai ragione! Sarà una sorpresa! -
Da sempre Claudia quando va a teatro riesce a viaggiare con la fantasia e si identifica nelle vicende rappresentate lasciandosi cullare dall'accento della sua terra lontana.
Ha inizio la rappresentazione.
Dopo mesi di solitudine, riesce a murare nell'angolo più remoto del suo animo l'ossessione che la perseguita.
Laura, compiaciuta della scelta, la guarda sorridere e sorride anche lei stringendole la mano.
All'improvviso durante il terzo atto unico Claudia scioglie all'improvviso il legame con l'amica.
Il gelo irrigidisce il suo sguardo.
Laura realizza subito l'errore commesso nello scegliere lo spettacolo.
-Se vuoi usciamo, nessuno ci costringe a rimanere!
Con le mani uncinate ai braccioli della poltrona Claudia non reagisce.
Sul palco ci sono le due protagoniste: madre e figlia.
La figlia vestita da sposa all'improvviso si strappa l'acconciatura, si getta a terra e si torce sul pavimento urlando disperata. Con grande coraggio rivela la sua decisione: rifiutare il legame che i genitori le hanno imposto per sottomissione al boss della città.
La madre sconvolta per la disperazione della figlia e per le possibili conseguenze di quel gesto cerca di convincerla. Ammette che anche il suo matrimonio le è stato imposto dalla famiglia.
- Col tempo, l'amore arriva. Questo è il nostro destino, se non vuoi morire!
La voce e le azioni delle interpreti rivelano in crescendo l'ansia dei personaggi e tra il pubblico si avverte una tensione che taglia l'aria.
L'attenzione di Paola non è concentrata sulla vicenda ma sulle protagoniste dei suoi incubi.
La madre sulla scena cerca in tutti i modi di fare indossare una scarpa alla figlia.
Dai entra, non farmi penare!- grida. Ma come accade alle sorellastre di Cenerentolala scarpa non entra.
Pare che il destino si specchi su quegli oggetti inanimati che sembrano assecondare la scelta coraggiosa della ragazza.
Lo sguardo di Claudia è magnetizzato dalle scarpe vaganti da una parte all'altra del palcoscenico nelle mani della protagonista.
Claudia sembra un robot inerte.
Rivede l'immagine della scatola intatta e impolverata nascosta nel baule in soffitta.
Le sue scarpe bianche prigioniere, chiuse al buio in una cassa.
Nascondendole alla lucedel sole si era illusa di annullare l'elemento che le richiamava alla memoria il simbolo dell'innocenza.
Nel suo guardaroba e nella sua vita era entrato di prepotenza il colore della notte.
Due anni prima, mancava solo un mese al matrimonio, e Claudia stava scegliendo le scarpe per il giorno a lungo sognato.
Fu proprio lì, nel negozio, che il muro di illusioni costruito negli anni si sbriciolò.
Per non rovinare la sorpresa, il suo ragazzo, che l'aveva accompagnata, era rimasto in disparte in compagnia della commessa: alta, snella, occhi a mandorla, capelli lunghi lisci e gambe da gazzella.
Niente di tutto ciò aveva mai spaventato Claudia, sicura della sua unione di platino (quindici anni di fidanzamento).
Doveva invece osservare con più attenzione il quadro del dialogo dei due. Nella sconosciuta era visibile la macchia di inchiostro indelebile sul foglio del loro amore.
( Ci sono femmine che come bambini distruggono il castello di carte che altri hanno costruito. Così, per puro divertimento, si siedono alla mensa altrui senza essere invitate e si abbuffano lasciando nell'andarsene i piatti sporchi sulla tavola disfatta)
Il biglietto messo in tasca in tutta fretta da Marco, un numero di cellulare scambiato con una scusa banale, era precipitato sulla loro unione come grandine sul grano maturo.
Tutto bruciato dal colpo di fulmine nel pomeriggio d'estate.
Marco aveva capito che l'amore per Claudia gli aveva impedito di vivere il tempo della gioventù e che ora, a trentacinque anni, poteva riprendere la sua vita tra le mani.
Marco era rinato quel giorno: un ragazzo con nuovi sentimenti da scoprire.
Aveva confessato alla sua donna di non amarla più e di non volerla sposare.
Non aveva avuto il coraggio di scoprire l'altra faccia della medaglia: la donna che gli era entrata nel sangue come un'iniezione di ossigeno puro.
A nulla erano servite le lacrime di Claudia, le richieste del perché, le promesse di cambiare, la possibilità di allontanarsi da casa per riflettere insieme.
Marco era deciso a troncare per sempre il loro rapporto.
E la rabbia di Claudia cresceva ogni giorno di più vedendolo trasformarsi.
Lui, il suo tesoro, celato per anni nella caverna di sua proprietà, sottratto da un pirata senza scrupoli.
Lui, che diventava ogni giorno più bello: snello, ringiovanito, attraente con i suoi occhi profondi, blu come il mare e la pelle abbronzata.
Claudia aveva lottato come una bestia senza rendersi conto che nel frattempo la preda si era già liberata dalla trappola ed era fuggita.
Quando riuscì a pulire il vetro appannato della sua vita e immaginare il suo futuro in solitudine, Claudia si arrese: lo lasciò andare.
Decise di chiudere a chiave la porta del suo cuore, allontanando da sé la comprensione della scelta arbitraria di Marco.
Alla fine della commedia Claudia finalmente capisce la decisione di Marco.
Nell'ultima scena la figlia decide di fingersi pazza per non sposare l'uomo di cui non è innamorata.
Il suo gesto è un vero atto d'amore.
-Ho deciso - dichiara la protagonista alla madre- non voglio fondare il mio matrimonio su una bugia. Sono consapevole che sposandolo senza amore un domani lo tradirò e lo renderò infelice...
Le lacrime scendono libere sul viso di Claudia, che guardando Laura sorride:
- Grazie, sei stata una vera amica. Ora tutto mi appare chiaro! Non ti ringrazierò mai abbastanza di avermi costretto a venire a teatro con te questa sera.
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