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Eroe d'altri tempi
Ho deciso di narrare una storia che mi è stata trasmessa dai miei genitori, e che molte persone anziane nel mio paese conoscono. Si tratta di eventi che sono successi ad una persona ormai morta da tempo, quando era giovane e faticava per mantenere la famiglia.
Quindi si tratta di una storia di altri tempi, i tempi dei nostri nonni. Sono cose realmente fatte da un uomo di nome Giuseppe, che io trascrivo adesso per gioco come fossero "gesta mitologiche". Secondo quanto mi è stato narrato, questo umile agricoltore avrebbe affrontato due terribili draghi, una malefica strega, un licantropo, e un voglioso. Nel mio racconto cercherò di spiegare ciò che davvero può essere successo, il lettore comunque è libero di interpretazione.
I draghi
Tornando dal lavoro nei campi il protagonista di questa storia un contadino di nome Giuseppe si imbattè in due enormi e orribili serpenti tanto grandi e brutti che li definì draghi. Giuseppe ovviamente tentò di evitarli, ma questi enormi rettili lo aggredirono e con un colpo di coda alle gambe lo fecero inciampare, poi lo avvolsero e iniziarono a stritolarlo. Giuseppe però aveva una accetta e con urlo feroce degno di un barbaro del nord mozzò loro le teste, poi esibì a moglie e figli terrorizzati le carcasse dei due orrendi animali.
La strega
Un giorno una zingara persona che secondo il folklore siciliano possiede arti e poteri occulti, si recò da Giuseppe e chiese l'elemosina dicendo che aveva sei figli da mantenere. Giuseppe che era padre di una famiglia numerosa non se la sentì di rifiutarle il suo aiuto, ma in realtà non era tanto la pietà quanto i poteri ipnotici della strega che lo stavano plagiando.
La zingara chiese del pane e Giuseppe le diede delle focacce alle olive, chiese del formaggio e ne ebbe due forme, chiese della salsa e ne ebbe due bottiglie, chiese del companatico ed ebbe una confezione di sardine, ricevette anche dello zucchero e del sale. Non paga voleva dell'olio, ma a questo punto il buon uomo che sudava camice per quel poco che riusciva a portare in casa si ribellò al sortilegio e le urlò di andarsene e così la strega fuggì lasciando per terra ciò che era riuscita ad estorcere.
In realtà quella zingara a mio avviso non poteva fare gran che, perciò a muovere Giuseppe doveva essere proprio la pietà, poi chissà.
Il licantropo
All'epoca ci fu un periodo in cui Giuseppe decise di lavorare in un forno insieme ad alcuni aiutanti, erano le quattro del mattino e lui era già al lavoro insieme ad uno dei colleghi, improvvisamente questi disse di non sentirsi bene e di volere uscire, Giuseppe gli disse che poteva riposare quanto voleva e lo vide uscire. Passò però mezz'ora e Giuseppe chiamò quell'uomo per sapere se stava meglio, ma improvvisamente udì una specie di latrato, poi la porta del forno si spalancò e comparve un energumero con il volto deformato e simile a quello di un cane che cercò di avventarglisi addosso.
Dopo aver cacciato un urlo di orrore Giuseppe per istinto si difese con una tavola che si usava per portare il pane e la spaccò in testa al mostro riuscendo a ferirlo e a metterlo in fuga. L'indomani il collega si presentò in casa di Giuseppe con la testa fasciata e un cesto pieno di frutta e dolci, dicendo che aveva una malattia che lo rendeva pericoloso come una bestia, ma se qualcuno lo feriva lo faceva rinsavire.
Tutti sappiamo bene che i licantropi non esistono ma una malattia nervosa chiamata licantropia che ha maggiore incidenza le notti di plenilunio è riconosciuta dalla scienza, può essere che in verità Giuseppe avesse affrontato una persona con una violenta crisi isterica.
Il voglioso
Ai tempi di Giuseppe c'era in paese un uomo che aveva il brutto vizio di masturbarsi compulsivamente in campagna e esibire i suoi attributi a chiunque incontrasse con intento spregiativo, forse perchè insoddisfatto nel matrimonio. Capitò che un giorno d'estate una delle piccole figlie di Giuseppe che era stata ad aiutare una persona nei campi per guadagnarsi qualcosa passò dalle sue parti e gli domandò dei fichi. Quello gliene diede due e poi gli chiese. ti piacciono i fichi piccola? All'assenso della bambina il maiale si aprì i pantaloni e disse: e di questa banana che ne dici? La piccola fuggì sconvolta. Una Donna che passava da quelle parti gli gridò: maiale copri quell'affare, se fossi un uomo te lo strapperei. Ma il voglioso le rispose: so che ti piacerebbe toccarlo, vieni Giuseppina, vieni quì che ti faccio tremare di piacere! E così dicendo minacciosamente si avvicinava masturbandosi tanto che la donna fuggì terrorizzata.
Ma la bambina raccontò tutto al padre che si promise di punire quel maiale. Un giorno lo trovò in campagna intento a masturbarsi come al solito, così prese un mazzo di spine chiamate spina santa, perchè si dice siano lo stesso tipo usato per la corona che lacerò il capo di Cristo e si avvicinò di soppiatto e non visto gli menò un violento colpo proprio li. Il malcapitato ne ebbe per un mese e da quel giorno smise di fare esibizioni oscene.
C'è da dire che il voglioso è ricordato da alcuni come un uomo dal buon cuore e di buone maniere, io non so come davvero fosse, mi limito a narrare ciò che mi è stato detto.
Di certo capirete che si tratta di fatti comuni ingigantiti un po' per scherzo, nella realtà Giuseppe era un uomo di buon cuore che col sudore della fronte in tempi molto difficili riuscì a tirar su sette figli, a volte aveva un carattere un po' impulsivo, e guai a criticarlo, ti avrebbe tirato un piatto di spaghetti in faccia, ma generalmente amava stare in amicizia con tutti, ridere e scherzare e alleggerire la vita dura. Non vide però crescere i suoi nipoti perchè morì di polmonite.
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