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La stanza proibita (prima parte)
C'era una volta, una graziosa bimba di nome Nicole. Aveva gli occhi azzurri, i capelli biondi e lunghi che accarezzavano le spalle, come onde di mare poco mosse. Aveva circa dieci anni e viveva in una splendida villetta con il padre. La villa era molto grande, con un cancello in ferro decorato e due colonne di marmo, dove sulla cima c'erano le statue di due leoni seduti. Poi un incantevole giardino fiorito seguiva un sentiero che portava alla porta d'ingresso.
Il padre era un uomo serio e aveva un valore nella società, con capelli corti e baffi neri. Era molto affettuoso e affezionato a Nicole, perché aveva perso la madre da piccola e non ricordava nulla di lei, aveva solo un ritratto, che spesso osservava nel corridoio, dispersa nei suoi tristi pensieri. L'ammirava molto, perché era una bella donna e ne sentiva tanto la nostalgia. Purtroppo il padre era spesso in giro per lavoro e lei rimaneva con la balia e la servitù per la cura della casa.
La balia si occupava della sua istruzione e oltre ad istruirla, le dava lezioni di pianoforte con le quali lei sfiorando i tasti faceva vibrare dolci melodie e poi le dava lezioni di danza.
Una sera non riusciva a dormire e si sentiva sola, agitata e aveva più paura del solito. Aveva accanto il suo gattino come tutte le sere, ma non bastava così decise di uscire dalla stanza e andare a cercare qualcuno. Era buio, ma non accese la luce del corridoio, si prese un piccolo lumino e si avvicinò al quadro della mamma.
In giro non c'era nessuno e decise di osservare per qualche minuto il quadro, ricordando la sua dolce mamma, per farsi forza. Era una donna graziosa, bionda come lei e dagli occhi verdi, il viso delicato e un sorriso sincero. Aveva un piccolo ciondolo, che portava al collo di colore azzurro a forma di fiore.
Accanto al quadro, c'era una stanza, dove le era stato vietato di entrare, lei non osava neanche provare ad aprirla durante il giorno, perché sapeva che era chiusa a chiave. Era molto curiosa, ma non voleva disobbedire a suo padre che le voleva bene. Dopo essersi consolata un po'accanto al ritratto della madre, tornò nella sua camera, accanto al gattino e pensò a dove, suo padre, poteva nascondere quella chiave.
Passò la settimana e lei giocava con il gattino nel giardino floreale, si esercitava al pianoforte suonando sempre stupende melodie che facevano sognare, perché ormai era esperta, come faceva leggiadri balletti di danza classica volteggiando nell'aria come una farfalla. Ogni giorno imparava qualcosa di nuovo, le piaceva studiare e la sua maestra privata le insegnava tutte le materie. La geografia per sapere com'era il mondo, la storia per sapere cosa era successo tanti anni fa, la matematica per imparare a contare, la letteratura per scoprire leggendo le grandi opere e così via.
Finita la settimana tornò il padre e lei gli saltò in braccio felice di rivederlo. Dopo, mentre lui si riposava, lei andò a giocare ed era nel corridoio, dove passeggiava con la sua bambola. Sentì degli strani rumori che venivano dalla parte sinistra del corridoio, così si avvicinò all'angolo, senza farsi scoprire e diede una sbirciata vedendo che era suo padre, davanti al ritratto della mamma. Sollevava il quadro e tirava fuori qualcosa da un buco nel muro. La teneva stretta tra le mani e non riuscì a capire subito cosa fosse, ma poi lo scoprì, perché il padre abbassò il quadro e si girò verso la porta della stanza proibita, aprendola con una chiave d'oro. Nicole aveva scoperto, dove suo padre nascondeva la chiave, ma in quel momento si allontanò. Cosa nasconde in quella stanza che non posso vedere, forse qualcosa di pericoloso? si chiedeva Nicole, ma non aveva neanche un'idea! Andò così a letto con mille pensieri di fantasia per la curiosità.
La settimana ricominciava e il padre doveva lasciarla per andare al lavoro, la salutò affettuosamente e le promise che sarebbe tornato presto. Lei ricominciò a studiare, anche se era un po' distratta, la sua mente continuava a pensare a quella stanza misteriosa. Arrivò il momento della pausa e la sua insegnante la lasciò giocare, lei decise di prendere la chiave e vedere cosa c'era in quella stanza.
Si avvicinò al quadro, sorrise vedendo il volto di sua madre e lo sollevò leggermente, come aveva fatto suo padre, scoprì che il buco era rivestito da legno e la chiave d'oro era su un cuscino rosso a forma di cuore.
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