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Semplicemente perfetta
Devo solo arrivare a domani, si tratta di resistere qualche ora.
Ripenso a quello che mi ha detto la mia amica: "Quando ti prende lo sconforto, accenditi una sigaretta e beviti un caffè, basta che arrivi al giorno dopo."
Stringo i denti e tiro fuori il pacchetto di sigarette che tengo nascosto sotto la biancheria, ne accendo una e la fumo nervosamente. Forse dovrei prendere quelle stramaledettissime pillole.
Respiro profondamente e tiro un'altra boccata, devo solo stare calma e passerà tutto.
"Mai mostrarsi deboli, controllarsi sempre. La mia vita deve essere votata alla perfezione."Mi ripeto meccanicamente come un mantra.
Le immagini stanno diventando sfocate, come se fossi sott'acqua, magari sto esagerando o magari questa è solo una prova che renderà ancora più soddisfacente il risultato.
Le mani mi tremano, sento freddo. Non so che devo fare, se solo ci fosse qualcuna in chat potrebbe darmi una mano.
Scatto verso il PC, ma le gambe sembrano di pastafrolla e cedono sotto il mio peso, cado a terra con un tonfo sordo mentre il mondo trema e si capovolge.
Sono debole, sto male, ma devo resistere, lo faccio per il mio bene. Tutto questo è necessario per la mia salute, per il mio futuro.
Da quando ho smesso con le cattive abitudini, sto diventando più bella. La mia pelle è più luminosa, i muscoli più tonici e riesco a capire chi mi ama veramente e chi invece è solo ipocrita.
Mi girò sulla pancia e appoggio la guancia a terra, lasciando che il freddo delle mattonelle assorba il caldo di questa febbre che mi consuma da un paio di settimane.
"Vedrai, ci vorranno pochi giorni, poi il corpo si abitua." Mi ha detto una del gruppo. "Ti aiutiamo noi, non sei sola, ce la puoi fare."
Ripenso a quelle parole dolcissime. A loro importa di me, non come ai miei che a malapena mi rivolgono la parola, come mio padre, che si trascina oltre la porta come uno zombie e si piazza davanti al televisore senza rivolge la parola a nessuno. Non è rimasto nulla della persona che era, di quando mi portava sulle sue spalle. Ora arriva a casa la sera e si rinchiude in se stesso.
Mamma invece sta sempre a lucidare le cose, come se cercasse di ripulire una qualche stronzata che ha dentro.
"Metti le pattine, patatina. Ho appena pulito." Dice con quel sorriso forzato sulla faccia e io vorrei che spaccasse tutto, che fosse vera, ma invece non sclera mai.
Loro sono già morti, ma io sono diversa, sono viva, sto solo aspettando l'occasione giusta.
Poggio una mano a terra e faccio forza sul braccio per alzarmi, ma sembra che la forza di gravità sia aumentata di dieci volte. Mi alzo barcollando, devo arrivare al PC.
Apro la pagina chat e vedo che Queen of Dreamers è connessa.
"Aiuto" scrivo disperata, "sto per mollare."
I pochi secondi che impiega a rispondere mi sembrano un'eternità, poi delle piccole letterine costellate da cuoricini arrivano in mio aiuto.
"Tranquilla, ci sono io con te. Che succede?"
"Non resisto più. Che devo fare?"
Lo schermo del computer si sdoppia e comincia a spostarsi a destra e a sinistra, sento lo stomaco che mi si capovolge, mi viene da vomitare.
Corro in bagno con la mano sulla bocca, faccio appena in tempo ad arrivare davanti al WC prima che un conato mi riempia la bocca. Sputo quel liquido ustionante nel water, la gola mi brucia da morire e in bocca ho un sapore amaro che mi scatena altri conati.
La mia faccia avvampa, sento gli occhi premere, come se volessero uscire dalle orbite, ma presto passerà, sono solo sacrifici momentanei.
Torno in camera e noto che Queen ha scritto due messaggi: "Ci sei? Non avrai ceduto, vero?"
"No" scrivo per tranquillizzarla "Tutto bene, ma la tentazione è forte. Che faccio?"
La risposta è una faccina sorridente. È fiera di me, perché io sono forte.
"Hai ancora le pillole che ti ho dato?"
"Sì."
"Prendine una e una, ti aiuteranno."
Mi trascino verso il cassetto imponendomi di non svenire, lo apro e tiro fuori i due blister che mi ha regalato.
Una pastiglia rosa e una marrone scintillano nella mia mano ed io le ingoio senz'acqua, aspetto finché non le sento scendere lungo la gola.
"Fatto."
"Ora aspetta. Ricordi il nostro motto?"
"Sì. Nessuna debolezza, solo perfezione."
Un'altra faccina sorridente. "Brava."
Non ho mai provato quelle pillole, però mi fido di lei, ha detto che mi faranno stare bene, mi aiuteranno a calmare la smania.
Continuo a chattare cercando di ignorare il senso di malessere che mi attanaglia, ma sudo freddo, non riesco quasi a capire quello che faccio.
"Non dare mai retta alla gente." Dice una scritta rossa lampeggiante, "non gli interessa di te, ti dicono quello che vuoi sentirti dire per toglierti dai piedi. Se scoprono la faccenda diranno che sei malata."
Sai che me ne frega di dare retta a della gente che non ha ambizione, che è morta senza saperlo. Io non sono matta, io non voglio che la mia vita sia controllata da qualcosa, io controllo la mia vita e prima o poi tutti capiranno quanto abbia ragione.
Di colpo mi sento come se qualcuno avesse acceso la luce in una stanza buia, ce la posso fare!
Tutta la stanchezza è svanita magicamente, sento il cuore accelerare, riesco a scrivere velocissima.
"Mi sento strabene!"
"Lo so. Sono le pillole."
Figata! Qualunque cosa siano, mi piacciono da morire e se questo è l'effetto le prenderò tutti i giorni.
"I risultati si notano già." Dico con orgoglio pensando a quello che sto facendo.
"Davvero? Quota?"
"Non lo dico perché porta male." Ribatto con un'altra faccina sorridente.
"Capisco." Speriamo che non ci sia rimasta male "tu cosa provi in quel momento?"
È difficile da spiegare, ma tutta la vita si concentra in quell'istante, quando il mondo non conta e sei sola davanti a tutta la fatica che hai fatto.
Lei ti scruta in attesa del momento della verità, tu sali e trattieni il respiro. Due kili in meno, evviva, esplode la felicità, ma posso fare di meglio.
Fanculo tutti quelli che dicono che è pericoloso, la verità è che non sarò MAI TROPPO MAGRA, l'importante è essere perfette.
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0 recensioni:
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- anche a me è piaciuto molto. efficace e molto moderno. ho semplicemente " dovuto " finire di leggerlo senza poter far altro, nemmeno accendermi una sigaretta
- Veramente molto bello e realistico. Purtroppo quello dell'anoressia è un problema sempre più frequente, è colpa della società in cui viviamo che ci porta come modelli di bellezza delle ragazze scheletriche. Descrivi benissimo il disagio che si può provare (non parlo per me, sono dell'opinione che bisogna mangiare per vivere e, anche se non sono scheletrica, mi piace il corpo in cui sto e ci sto bene). Bravo!
- piaciuta, complimenti, mi auguro tu possa continuare a pubblicare racconti sul sito.
Anonimo il 17/03/2011 21:50
Bravo, ti confesserò che anche non vorrei essere troppo magra, semplicemente perfetta. Molto bello
Anonimo il 22/12/2010 10:42
Molto d'accordo con Nino... anch'io ho iniziato equivocando( era quello che volevi, no?) e poi ho finito con la certezza della tua abilità di reggere l'equivoco. Ben scritto, indubbiamente e con la giusta cadenza. Dirò di più... a mio avviso la parte magistrale è quella descrizione del dopo pillole---cambi marcia nel modo di scrivere ed il lettore la percepisce... almeno così è stato per me... forse mi ero immedesimato troppo?
Se non sbagli sei un uomo, giusto? non facile, immagino, metterti in prima persona in una parte come quella dell'anoressica. Chissà mai perchè non esiste, o quasi, l'anoressico... vabbè, ciaociao e bravo.
- complimenti, ho rivissuto una mia "compagna" di stanza in un asettico letto, dovevo controllarla... è morta due settimane dopo per il voler apparire la magrezza che era il preludio alla morte... triste ma purtroppo vero...
- Autodistruzione gioiosa, condita di anfetamine, svela il vuoto della vita quotidiana, che ci fa male e ci porta su certe strade. I miei complimenti Santiago, molto noir.
-
Anonimo il 03/10/2010 14:35
sconvolegente, assurdo, oscuro, triste... lo adoroooooooooooooooooooooooooooooooo!!! anche se non capisco perchè a te le "k" a mò di sms le lascianoe a me no?!!!... comunque mai letto : "l'odore del tuo respiro" di melissa. p.?
- la gestione dell'ambiguità è efficace. un bel racconto, non solo descrittivo ma condito dai pensieri e dai frammenti della protagonista, con qualche finestra sulla sua biografia. Giovanni ha ragione: il quid. Ma (data l'età se stai cominciando così non puoi che migliorare. buona serata e continua così, sei una delle più belle sorprese del sito
Guido
Anonimo il 11/09/2010 21:08
Intuita dalla nona riga. Lavoro semplicemente perfetto. Grazie.
- Complimenti davvero un bel racconto!!
- Condivido il giudizio di Nunzio. Tieni in sospwso il lettore fino alle ultime battute. Interessante!
Bravo, o brava, rai
- Tu scrivi benissimo ed hai saputo reggere l'equivoco magistralmente. Proprio perchè sei tanto bravo mi permetto una considerazione: qui e anche nell'altro racconto della ragazza di Kabul manca ancora qualcosa, un quid, per dare la sensazione che siano veramente i protagonisti a parlare. Per fargli prendere vita.
Comunque ti meriti un bel voto.
Anonimo il 08/09/2010 10:44
Complimenti, è davvero un bel racconto! Hai descritto perfettamente le sensazioni della protagonista tanto che mi sembra di essere lì con lei!
Anonimo il 08/09/2010 10:13
Si inzia equivocando ma si finisce con una certezza!
Ottimo racconto, ben scritto e descritto.
Ciao!
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