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La Morte Cammina Lenta
Da bambino, vivevo in un piccolo paesino di campagna, della bassa padana romagnola. Mi ricordo che il paese era pieno di bambini, tanti bambini con cui giocare. Giocavamo sempre, correvamo e ci rincorrevamo in bicicletta su e giù per i campi. Ma mi ricordo molte altre cose di quel posto: mi ricordo che ogni pomeriggio, alla stessa ora passava una vecchia, con una enorme gobba, coperta da un lungo scialle nero, che le copriva anche il volto. Camminava lenta, molto molto lenta. Mentre camminava, guardava sempre in basso, e mostrava il suo volto soltanto quando alzava lo sguardo, per sorridere ai bambini, e per bussare alle porte del paese. Dicevano che era la "Vecchia dei doni", ed era chiamata così perché portava sempre dei regali a tutti i bambini del paese. Amava i bambini più di se stessa, era gentile e premurosa nei confronti di tutti noi. Quando scendeva dalla campagna e arrivava nella via del paese, si guardava intorno per cercarci, e se non ci trovava in giro, bussava a tutte le porte, per chiedere di noi. Tutti quanti facevano festa quando lei veniva, perché aveva sempre qualcosa per noi. Persino io, che avevo paura di lei, per il suo vestire e il suo fare, cominciai ad avere fiducia, quando per la prima volta alzò lo sguardo verso di me, e vidi il suo viso rugoso ma che traspariva dolcezza e amore, e anche lei: "Questo è per te". Mi regalò un giocattolo, un trenino, a quell'epoca andavamo matti per queste cose. Tuttavia, il mistero circondava la sua figura: nessuno sapeva nulla di lei, nè chi fosse, nè come si chiamasse, nè dove fosse nata. Si diceva soltanto, che abitasse in una casa enorme immersa nella campagna. Nessuno si avvicinava o bussava a quella casa, nemmeno noi bambini, per chiedere qualche dono direttamente a lei, poiché era tradizione che li portasse lei a noi.
Nessuno indagò mai su chi fosse questa donna, d'altronde a noi le cose andavano bene così come stavano: lei portava i doni a noi, e nessuno le faceva domande. Tutto ciò andò bene, per tutto quanti, per anni e anni. Finchè un giorno, il 20 Gennaio del 1927, si sparse la voce che un bambino, che per curiosità era andato a cercare la casa della vecchia dei doni, non tornò più a casa. Allora tutti quanti i paesani, compresi i miei genitori, si ritrovarono infuriati per parlare dell'accaduto: furono talmente pieni di ira per l'accaduto, che non poterono fare a meno di incolpare della scomparsa del bambino la vecchia dei doni. Tutti sapevano dove abitava. Allora si precipitarono con le fiaccole a casa della vecchia, ma nell'enorme casa non si intravedeva neanche una piccola luce accesa, come se non vi abitasse nessuno. I paesani sfondarono la porta, ed entrarono, cercando la vecchia nei meandri di quella enorme e lugubre casa. Ma della vecchia dei doni non vi era alcuna traccia. Allora, accecati ancor più dall'ira per non averla trovata credendola scappata, bruciarono la casa.
Molti pensarono dopo quella notte, che la vecchia fosse scappata, o addirittura che non esistesse neppure, che fosse il frutto della fantasia dei bambini e di qualche altro pazzo, e che il bambino fosse morto per un incidente. Ma la vendetta della vecchia non si fece attendere. La notte successiva, vidi lei, camminare ancora per le strada del paese: era insolito che venisse di notte quando i bambini dormono. Aveva con se i suoi sacchi, bussava ad ogni porta, entrava nelle case, e usciva con il sacco pieno. Ebbi un brutto presentimento, per cui, mentre si stava per avvicinare a casa mia, io corsi fuori di casa e fuggii. Entrai nella via del paese, lei mi vide: continuò a fissarmi e a camminare, a fissarmi e a camminare, finchè, dopo aver corso per qualche centinaio di metri, non uscii dal paese. Mi svegliai il giorno dopo, tornai in paese, bussai a tutte le porte, ma queste erano tutte aperte: entrai, e con mio grande terrore, scoprii da me, che nessuno, era in casa.
Tornai 10 anni dopo, in quel paese, nel 1937. Allora avevo 20 anni, e quel luogo non mi spaventava più come da bambino. E nonostante questa storia fosse finita sui giornali e su ogni rivista come un'inspiegabile mistero, ero ormai enormemente convinto, che la vecchia dei doni non fosse mai esistita. Non avevo bisogno perciò di fare chiarezza sul mistero, ma sentivo piuttosto il desiderio di tornare alle mie origini. Qualcosa era cambiato: il paese era di nuovo abitato, da poche persone. Quando arrivai non volli nemmeno accennare a qualcuno, se in paese si parlava ancora dei fatti misteriosi di dieci anni prima. Questo finchè non mi sedetti al bar, e il proprietario mi riconobbe, ma io non riconobbi lui. Si avvicinò al mio tavolo, dicendomi che sapeva chi ero, si ricordava il mio nome. Tuttavia io non mi ricordavo il suo: mi disse semplicemente, che lui era uno degli scampati, a quei fatti misteriosi. Tutti quanti erano scampati ai fatti per fortuna, e dopo tanti anni in cui erano stati via per dimenticare, erano ritornati. Ma chi era tornato qui, mi disse, lo aveva fatto per necessità o per amore per questo paese, ma se avessero potuto mi disse, nessuno sarebbe più tornato. E mi rivelò il particolare più inquietante: chi aveva figli, figli piccoli, tornò senza i bambini. Rimasi al bar con lui fino a notte fonda, dopodichè mi coricai in una stanza sopra il bar che lui mi offrì per una notte. Ma prima di dormire, non potei fare a meno di chiedergli, perché nessuno era tornato coi bambini. Allora guardò l'orologio, mi indicò fuori dalla finestra, e io alzai lo sguardo: vidi una vecchia con uno scialle nero, che camminava lenta. Perché lei, è ancora viva. E cerca i suoi bambini.
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0 recensioni:
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Anonimo il 04/06/2011 11:41
Terrorizzante
- Ho apprezzato il racconto, però, a mio parere, potresti realizzare qualcosa di più lungo, approfondire molti particolari e descrizioni che meritano.
Quell'atmosfera di orrore che hai descritto è molto particolare.
In un racconto lungo riusciresti a rendere molto di più, l'idea è buona.
Anonimo il 10/09/2010 13:36
Certo l'idea non è nuovissima, ma a me il racconto è piaciuto!
Anonimo il 09/09/2010 19:10
Tutto sommato apprezzabile!
6, 5
A. R. G
- Non mi è piaciuta la forma e l'idea è mooolto vecchia.
- Simpatico racconto, perchè non fai una collana di questo genere?