Era bella Erica, affascinante, 45 anni portati splendidamente, una donna affermata nel lavoro, intelligente e sicura di sé; la vita le aveva dato molto ma altrettanto le aveva sottratto. Laureata in giurisprudenza esercitava con passione e perizia la professione di avvocato, estremamente competente lavorava come associato in uno studio legale di Milano dove si era trasferita ormai da quasi 20 anni.
Nata e cresciuta in un paesino dell'alto Lazio aveva avuto un'infanzia serena, i suoi genitori erano persone per bene, lavoratori, dediti alla famiglia, amorevoli con Erica e Giorgia, le loro due figlie, erano però scomparsi prematuramente, entrambi colpiti da un male incurabile per questo Erica e la sua sorellina Giorgia di tre anni più piccola, erano cresciute troppo in fretta.
Con l'adolescenza Erica ebbe grossi problemi di identità a cominciare dal nome che non le piaceva affatto, non sentiva di somigliare a quell'arbusto insulso e spinosetto e avrebbe voluto cambiare il suo "Erica" con nomi tipo Alessandra, Veronica, Tiziana più belli e musicali.
Come tutte le ragazze a quell'età era instabile, irascibile a volte lunatica per questo spesso era di malumore, cupa a volte triste, sovente si chiudeva in se stessa rintanata nella insormontabile torre del suo medievale inaccessibile castello.
Se il suo carattere crescendo era peggiorato il suo corpo al contempo era a dir poco fiorito e sbocciando si era trasformata da informe e goffa crisalide a stupefacente e delicata farfalla.
La bimba cicciottella e impacciata di un tempo era diventata una bellissima ragazza, alta formosa grandi e dolci occhi scuri, bocca carnosa e sensuale e una morbida e fluente chioma ramata le incorniciava il viso dall'ovale perfetto.
Era la più carina del liceo Erica e molti dei suoi compagni avrebbero fatto carte false per uscire con lei.
Ma il giovane cuore di Erica batteva solo per Davide... timido con due splendidi occhi neri, un ciuffo biondo sbarazzino che gli accarezzava la fronte e un sorriso franco e sincero che quando si accendeva illuminava a giorno tutta la scuola. Ma a 15 anni Davide era distratto, a quell'età si sa i ragazzi pensano ad altro, gli amici il calcio, la musica e l'amore quasi mai sale sul podio dei loro interessi.
Tra loro non ci fu mai niente di più che sguardi muti e fugaci.
Come poteva solo immaginare a quei tempi che Davide sarebbe stato in futuro il suo grande amore, l'uomo della sua vita.
Dopo il liceo le loro strade si separarono, Davide si trasferì con la sua famiglia a Milano e di lui Erica non ebbe più notizie per moltissimi anni.
Gli anni passati all'università furono molto tristi per Erica e Giorgia, i genitori si ammalarono, prima il padre e poi anche la madre, morirono a poca distanza l'uno dall'altra dopo circa 10 anni di malattia e sofferenze. Ciò nonostante le due ragazze, accudite amorevolmente dai nonni materni, riuscirono a laurearsi con ottimi risultati.
Erica a 25 anni con la sua laurea sotto il braccio si trasferì a Milano dove fu assunta quasi subito come assistente in uno studio legale affermato, Giorgia laureata in lettere trovò lavoro presso la biblioteca comunale del paese dove erano sempre vissute.