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La prima volta...
Mi hai guardata. Ti ho guardato.
Avevi gli occhi profondi, così intensi che mi sembrava di perdermici. L'auto ci aveva racchiusi in un'atmosfera surreale e i respiri facevano da musica al silenzio. Un'intesa reciproca, un feeling violento, forse solo un attimo. Tu hai capito ciò che volevi. Io ho capito ciò che volevi che anch'io volessi e che ho voluto. Il cuore lambiva appena un ritmo di tango.
Ti sei avvicinato. Mi sono avvicinata.
Non pensavo a nulla o forse pensavo a troppe cose insieme e non riuscivo a distinguerle in parole a senso.
C'è uno scontro di nasi. Ridiamo imbarazzati. Ci riproviamo, stavolta sicuri di farcela. Sento la tua mano che percorre i miei capelli come una folata di vento e mi scompigli i pensieri. La bocca è dolce. Riesco ad afferrarti il labbro superiore, assettata di un'esperienza nuova. Mi viene da sorridere. Io che mi lascio andare così! La stessa io che crea muri e mette a distanza di sicurezza le persone. Questa volta mi sono dimenticata la cintura, pure tu non te lo sei messo, sarà per la prossima volta.
- Perchè ridi?, fai tu, con la voce che sembra un elettroshock per me, sei ancora caldo di adrenalina. Mentre mi fai la domanda, la mano continua a percorrere la pelle, a studiare la via. Prima la spalla, poi la schiena, ecco la gamba. Mi spieghi come faccio a risponderti se continui così? Riavuta di colpo, non ho più voglia di ridere. Il vestito mi scivola sulla spalla, lasciandomi scoperta la pelle, che tu prontamente ti lanci a mordere.
-Ahi!
Chissà se va bene parlare mentre si è in queste circostanze, non che sia stata particolarmente eloquente... Tu non te ne accorgi, sei troppo impegnato a leccarmi via le ferite, a bruciarmi col tuo calore. Ma è vero che quando ci si innamora, si sentono le farfalle nello stomaco? Vorrei tanto chiedertelo, ma tu sembri avere la bocca impegnata in altre funzioni. Io - ti dico - di farfalle non ne sento neppure una, sento - anzi - la pancia brontolarmi per il disagio, tu ti stacchi per farmi pesare l'imbarazzo, come se non ci pensassi già da sola a farmi sentire in colpa.
-Hai fame?, dici.
Cerco di riprendere in mano la situazione. Penso che forse a te faccia piacere che io dica cose provocanti, come fanno le persone normali che non è la prima volta che hanno esperienze del genere.
-Ho fame di te...
Appena lo dico, mi dò della stupida, in fondo, non sembra una cosa sexy da dire in quel momento, dopo che le rane mi gracchiano nello stomaco formando un coro. Sarà che non sono più tanto sicura che ciò che sto facendo sia giusto. Forse non sono ancora pronta, ma lascio scorrere. Un altro tuo bacio e giuro che mi dimentico di respirare, ora sta diventando un vero percorso ad ostacoli lasciarmi andare come vorrei. Mi sento tesa come una corda di violino, quando sento la mano scorrere in mezzo alle cosce... Penso, Oddio!, ecco che ci siamo, tra un po' perdo la verginità, chiudo gli occhi, ho paura che la cosa non sia poi così eccitante, in mezzo ad una strada con qualcuno che può vederci da un momento all'altro. Ci siamo... Ecco le dita che arrivano...
E invece no! Ecco che starnutisco. Ti sposti seccato.
-Scusa, dico, prima di tirare su col naso.
E adesso che si fa? Sì, dai, lo vedi che ha proprio voglia di te, che non rinuncia al primo ostacolo. Allora, mi sento pronta per essere tutta sua, stavolta penso di impegnarmi e di mettercela tutta per essere rilassata. Non sarà mica la fine del mondo perdere la verginità! In fondo, quante ragazze lo hanno fatto prima di te?
Dai, un po' di coraggio, fatti audace - mi dico - agisci, nei film fanno sempre così, li hai vistio anche tu certe visioni che non erano adatte ai minori di 18 anni. Impara un po' dalla TV, dai! Gli sorrido ammicante, lui risponde.
Penso di mettermi sopra di lui, che sta nel sedile del guidatore, che non ne può più di quei vestiti che non contengono la sua eccitazione. E allora lo faccio. Uno scatto, uno solo. Audace. Forse troppo.
Quando gli salgo sopra prendo contro il claxon facendolo suonare, rimbalziamo tutti e due. L'atmosfera si sta già spegnendo. Ma io non ci rinuncio, sono sicura di potercela fare. Non sarà così tragica la prima volta? Lui già sbuffa, cerco di risolvere la situazione strofinandomi addosso al suo corpo, ecco che si riprende, sente di nuovo il desiderio carburare. Mi mette le mani sui fianchi, io gli abbasso lo zip... Penso un momento alle farfalle che non ho, ma poi le scaccio via con un bacio appassionato. Ci manca poco... Non sai ancora come e dove, ma sai che siete quasi quasi sul punto di farlo, e allora stavolta sorrido compiaciuta.
Poi squilla il telefono che ho dimenticato acceso...
(Ci tengo a dire che è semplicemente un racconto inventato, spesso nei miei racconti parlo in prima persona perchè mi piace immedesimarmi nei miei personaggi.)
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