Eccolo il nostro liceo. Sempre qui, sempre uguale, anno dopo anno. Scriverti, e ricordare quel tempo diventato improvvisamente troppo lontano. Rivedo una ragazzina vivace e turbolenta, che fumava nei bagni della scuola e metteva il cervello in stand-by durante l'interminabile ora di matematica.
Risento la sua gioia esplosiva che ogni giorno, alla fine delle lezioni, contagiava l'intera classe.
E c'eri tu. Brufoloso, timido e innamorato perso di lei, la tua pestifera compagna di banco. Hai fatto di tutto per un suo sorriso ricordi? Le passavi soluzioni e risposte, le bisbigliavi date e nomi che non ricordava mai. E le volte che ti sei offerto di essere interrogato al suo posto? succedeva spesso, molto spesso. La guardavi incantato, le dedicavi poesie, canzoni e anche opere liriche. Lei trovava ridicolo quel corteggiamento d'altri tempi, e preferiva tipi arroganti e boriosi con le tasche piene di soldi e il nulla assoluto nel cervello.
Un giorno di maggio pieno di sole, hai deciso di chiederle se voleva essere la tua ragazza. Non avevi mai marinato la scuola prima di allora, ma volevi seguirla in uno dei suoi"filoni"primaverili. Mancava un mese alla fine dell'anno scolastico, e lei si sentiva un leone in gabbia in quell'aula che è sempre stata troppo stretta per contenere la sua libertà.
Ti ha riso in faccia, piantandoti in asso per salire su una moto enorme, guidata da un tipo che conoscevi, era un pluriripetente.
Tutto ti è crollato addosso. Il cielo e la città intera.
Tra le macerie cercavi i pezzi del tuo cuore distrutto da quella risata. Cuore che avresti voluto regalarle per sempre.
Ma a quell'età SEMPRE è una parola davvero troppo grossa.
Adesso sei diventato un uomo, e non hai mai dimenticato quel tuo primo, doloroso amore, che ogni tanto viene a farti visita nei sogni e nei ricordi. L'hai cercata, hai voluto incontrarla. E quando l'hai rivista, hai sentito un piccolo ago nel cuore. Erano le cicatrici che inaspettatamente pulsavano ancora.
E io, adesso, non ho più nemmeno l'ombra di quelle intemperanze che tanto ti facevano dannare. E non sono più quella ragazzina che ti ha spezzato il cuore. Il mio lavoro, e il ruolo che rivesto nella società, mi chiedono sguardi severi e giudizi autorevoli. E mai avrei immaginato di fare una cosa del genere:
scriverti in macchina, ferma davanti al cancello del nostro liceo. Ti scrivo per chiederti scusa. La giovinezza mi annebbiava gli occhi, l'incoscienza di vivere mi rendeva stupida.
Scusami se ti ho deriso, sottovalutato, ferito. Vorrei riviverli adesso quei tuoi momenti, adesso che sono una donna adulta.
Adesso che il tempo tra noi è diventato AMORE, nient'altro che amore.