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Ragazze babau
"Vi ho viste uscire dal mio armadio stanotte"
dice Bobby e ha gli occhi sbarrati e il respiro affannoso.
Si vede che ha paura. Non è abituato a parlare con le ragazze.
LORO lo guardano. In classe le chiamano
LE QUATTRO FIGHE
perché sono le più belle e le più amate di tutta la scuola. Non vanno mai in giro separate e, come ama dire quel simpaticone di Robin, se la tirano come se ce l'avessero solo loro in tutta la scuola.
Le Quattro Fighe lo guardano ridendo. Figurarsi se ragazze come loro si mettono ad uscire dagli armadi della gente. Di gente come Bobby, poi.
È che Bobby racconta un sacco di cazzate.
È che Bobby è un po' tardo, poverino.
È che a Bobby puzza il fiato.
È che Bobby ha i denti gialli e nessuna parla mai con lui.
Così quando i suoi istinti notturni hanno la meglio, capita che Bobby si spara qualche sogno erotico, e stavolta deve aver sognato le Quattro Fighe, nell'atto di uscire dal suo armadio, magari vestite di pelle e cuoio, e poi...
La rossa del gruppo. Chiara. Lei non ha paura di niente. Niente le fa schifo. I maligni dicono che sia una di bocca buona, quelli più sinceri vanno al sodo e le danno direttamente della baldracca.
Più tardi magari glielo diranno, dalla un po' al povero Bobby.
Quel ragazzo ha decisamente bisogno di figa.
Glielo diranno e lei rifiuterà, perché anche le Chiara di questo mondo hanno dei limiti.
È che Bobby ha i capelli unti. È che Bobby ha la forfora.
Le ha viste uscire dal suo armadio.
"Non eravamo nel tuo armadio ieri sera Bobby" gli dice Sissy, paziente, col tono di voce che si userebbe con un bambino molto piccolo e molto piagnucoloso convinto di aver visto il pagliaccio assassino in agguato sotto il suo lettino.
Ma Sissy è tanto bella quanto dolce, ed essendo veramente una gran figa significa che è più dolce di una torta di mele erotica a forma di tette.
Ma vi ho viste davvero insiste Bobby e non c'è dolcezza che tenga. Sissy cerca soccorso negli sguardi delle altre, e trova solo risate. Ridacchiano insieme, ridacchiano tutte di Bobby che intanto le guarda senza dire una parola, la bocca aperta, lo sguardo confuso, i capelli arruffati senza un perché.
È che Bobby ha una voce sgradevole. È che Bobby ha i genitori poveri.
"C'ero anche io? Anche io sono uscita dal tuo armadio Bobby?"
Ramona. Ramona ha le tette più grandi e sode dell'intera scuola.
È una celebrità. La chiamano Ramona Tettona o Ramona Porcona ma la realtà è che nessuno è mai riuscito a metterci le mani.
Ramona è peggio di una vipera, dolce fuori e velenosa dentro, la sua voce è melodiosa e gentile che a sentirla ti innamoreresti, ma sotto sotto è una stronza che aspetta solo di morderti quando abbassi la guardia, di prenderti il cuore e strappartelo in tanti piccoli pezzettini. E le sue tette. Così invitanti. Così tante.
"Allora Bobby? Mi hai vista uscire dal tuo armadio ieri sera?"
Lui annuisce, prima tentennando poi più convinto.
A Ramona brillano gli occhi. "Dai! Racconta, dimmi di più!"
Lui scuote la testa. Ora è nervoso.
"Avevi con te un gatto" dice, poi sta zitto.
È che Bobby non ha mai niente di interessante da dire.
"Basta così" taglia corto Denise e quando Denise parla la sua parola è legge per le altre Tre Fighe.
Chiara la rossa. Sissy la castana. Ramona la Biondona.
Ma a comandare sono sempre le more, e Denise ha i capelli più neri che si siano mai visti da queste parti, neri corvini con dei riflessi sul blu del mare che hanno qualcosa di sessuale che nessuno potrebbe decifrare.
Fisico da modella.
Occhi neri e profondi.
Labbra carnose sulle quali venire.
Una gnocca della madonna, come direbbe quel simpaticone di Robin.
È che Bobby non avrebbe mai possibilità, con una del genere.
Così la sua mente gli ha dato una mano; gli ha fatto fare un bellissimo sogno, Quattro Fighe che sbucano dal suo armadio e iniziano a strusciarsi l'una contro l'altra, magari si spogliano a vicenda, si spalmano di olio e poi scivolano leggiadre verso di lui.
E intanto la mano va e va e va, e dopo pochi minuti è tutto finito.
Quanto durerà il vecchio Bobby?
È che Bobby non è uno che ispiri virilità, giusto?
Denise lo guarda, gli regala un sorriso sprezzante e antipatico.
Ma cazzo, è pur sempre un sorriso!
"Puoi andare adesso, Bobby? Dobbiamo parlare"
"Cose da ragazze" dice Chiara
"Ciao Bobby" lo saluta Sissy
"Ci vediamo stasera nel tuo armadio" ridacchia Ramona.
Quella notte le vede di nuovo.
Fa fatica a prendere sonno. Si rigira nel letto, è la mezzanotte passata, e proprio non gli riesce di addormentarsi. Forse è la figuraccia di quella mattina davanti alle Quattro Fighe, o magari è la paura, il terrore... il desiderio che l'armadio si apra ed escano loro.
Aveva pensato di sbarrare l'armadio. Metterci davanti la pesante cassa in cui erano custoditi tutti i suoi vecchi giocattoli di bambino, quei giocattoli che di tanto in tanto tirava fuori per giocarci quando nessuno lo guardava.
Non sarebbero mai riuscite a spostarla. Erano solo semplici ragazze. Le ragazze non sono forti. Le ragazze sono dolci e deboli, no?
Comunque non l'aveva fatto. Ramona gliel'aveva detto, sarebbero venute a trovarlo anche stasera.
Certo, Bobby aveva paura. Le ragazze normali di solito non uscivano dagli armadi degli altri; c'era soltanto uno che usciva dagli armadi, e si chiamava babau. Eppure quelle ragazze non erano il babau, no di certo. Non erano state minacciose con lui, non erano state nemmeno cattive (come invece lo erano state quella mattina, prendendolo in giro e trattandolo come un povero Bobby sfigato qualsiasi).
Anzi, avevano fatto qualcosa che a Bobby era piaciuto molto. Non ricordava cosa. Era stato qualcosa di bello, di intenso. Qualcosa di appiccicoso. E Bobby voleva che succedesse di nuovo.
Doveva essersi addormentato, alla fine. Ma quando aprì gli occhi, ogni residuo di sonno se n'era andato. Si sentiva fresco e riposato. La luce del comodino era accesa, la porta di camera sua chiusa. Bene così, non voleva che i suoi genitori si svegliassero.
La porta dell'armadio si aprì lentamente, con un leggerissimo cigolio, e il cuore di Bobby iniziò ad accelerare. Una leggerissima fitta di paura lo punzecchiò dietro la testa, ma c'era dell'altro, qualcosa di infinitamente più forte. Stava succedendo più in basso nel suo corpo. La mano andò istintivamente lì.
La prima ad uscire fu Chiara. Gli fece l'occhiolino, e andò a sedersi sulla cassapanca, quella che voleva usare per bloccarle l'ingresso. Poi Sissy, che gli soffiò un bacino prima di sedersi di fianco a Chiara.
Denise si limitò a sorridergli. Ma stavolta non era il sorriso arrogante e dispregiativo di quella mattina. Bobby non conosceva il termine esatto con cui descriverlo, se l'avesse saputo avrebbe usato... malizioso.
Come la notte precedente, l'ultima era Ramona, Ramona Tettona, Ramona Porcona, Ramona la Biondona.
Uscì dall'armadio chinata in avanti, come se il seno fosse troppo pesante per reggerlo, in realtà unicamente perché era la più alta del gruppo, e l'armadio era piuttosto basso.
Erano tutte vestite da porno-liceali, con la gonna scozzese e la camicetta annodata alla vita, i bottoni slacciati a mostrare la scollatura, i capelli sciolti e il rossetto sulle labbra.
Tutte tranne Ramona. Lei era al naturale. Niente trucco. Niente rossetto.
Niente vestiti.
Teneva in braccio un gattino, e in quella posizione teneva coperto il seno; in compenso, Bobby le vedeva benissimo la.
La?
Sotto il lenzuolo, la sua mano iniziò ad andare più veloce.
Le ragazze dovevano essersene accorte, perché si scambiarono sguardi complici.
"Rallenta, amore. Non avrai mica fretta?" gli disse Ramona.
Chiara (che ora era seduta sul comodino di fianco a lui, ma Bobby ne era sicuro, non l'aveva vista muoversi) si rigirò la sveglia fra le mani. "È solo l'una. Abbiamo tempo fino all'alba per divertirci."
Sissy si alzò in piedi, e infilò i pollici nell'elastico della gonna...
e la fece scivolare in giù...
(abbiamo)
e più giù...
(tutta)
e ancora più giù...
(la notte)
E con un sensuale movimento laterale del bacino, la gonna finì alle sue caviglie. Indossava un perizoma, ma Bobby non ne fu deluso.
Seduta a gambe incrociate sulla sedia alla scrivania, Denise gli faceva segno col ditino. Avvicinati, vieni da me. Vieni. Vieni.
E il lenzuolo si stava ritraendo, da solo. Scivolava verso il basso, a ritmo col movimento dell'indice di Denise.
Potevo mettere un pigiama migliore, pensò stupidamente Bobby. Non gli passò per la mente di togliere la mano dai pantaloni. E in fondo, le ragazze stavano guardando proprio lì, no?
Soprattutto Ramona. Continuava a carezzare il gatto e continuava ad essere nuda e lo guardava e c'era qualcosa nei suoi occhi e si passava la lingua sulle labbra come una gattina affamata e, oh, quanto avrebbe voluto che Ramona accarezzasse LUI e che passasse la lingua su di LUI.
E allora Bobby ricordò. Ricordò la sera precedente. Era tutto uguale. Proprio come ora. Ramona nuda, Chiara sul suo comodino, la gonna di Sissy che le scivola giù lasciandola in mutande, Denise che fa segno al lenzuolo di venire via.
Era stato allora che era successo. Tutto questo, le ragazze seminude, i loro gesti così appena accennati, l'irresistibile carica erotica di lingue e labbra e tette. E la mano che andava più veloce.
Era successo qualcosa di esplosivo, era partito dal basso e gli era arrivato fino alla testa, e per un attimo aveva pensato di morire. Ma era stato fantastico.
Breve, ma intenso.
Poi le ragazze erano sparite, lui era ancora nel letto, ma ora il lenzuolo era sopra di lui, e l'armadio era ben chiuso, e c'era quella sensazione di appiccicoso.
Stavolta non lo avrebbe permesso. Non voleva che tutto finisse lì, non voleva che loro se ne andassero. C'erano così tante cose da fare con quattro ragazze tutte per lui, che non riusciva nemmeno ad immaginarsele. Oh, ma loro dovevano conoscerne molte di cose. Dovevano sapere certi giochetti che lui, al solo pensiero, sarebbe schizzato come un idrante.
Ma per saperlo, doveva fermarsi. E si fermò.
Denise gli sorrise. Anche le altre gli stavano sorridendo. Erano contente, erano fiere di lui.
"Sei stato bravo, Bobby. Ora devi scegliere una, una sola di noi."
Bobby sentì un moto di delusione cadergli addosso. Come poteva scegliere una sola delle Quattro? E i giochetti che non poteva nemmeno immaginarsi? E le cose da fare con quattro ragazze tutte per lui?
Tuttavia, non dovette pensarci nemmeno un secondo.
"Ramona" mormorò, con un filo di voce, mentre la sua mano cercava da sola di tornare nei suoi pantaloni. La scacciò con l'altra.
Ramona gli sorrise, ed era un sorriso dolce e tenero. Era il sorriso che Bobby aveva sempre sognato di vederle sul viso.
Anche le altre sorridevano, ma in maniera diversa. Erano deluse. Deluse, ma comprensive. Bobby ne fu lusingato.
Si alzarono in piedi, e vennero da lui una alla volta.
Sissy, la dolce Sissy in perizoma, lo baciò sulla fronte, e fu un bacio dolce e sincero come quelli della mamma quando era bambino.
Chiara, la baldracca, gli fece l'occhiolino e gli promise che la prossima volta non avrebbe resistito al suo fascino... che sarebbe toccato a LEI.
Denise, le sue labbra carnose sulle quali venire si contrassero in un sorriso. "Buon divertimento" gli sussurrò.
Poi scivolò sotto il letto. Tutte quante scivolarono sotto il suo letto, e furono soltanto Bobby e Ramona. Anche il gatto se ne era andato, Bobby non aveva visto dove.
Ramona era in piedi, per nulla imbarazzata dalla sua nudità, sfoggiava il suo corpo in tutta la sua statuaria sessualità. Fianchi larghi, tette enormi. Un filo di cellulite le correva attorno alle cosce, senza che questo la rendesse meno attraente.
Paralizzato nel suo letto, Bobby pensò:
E ORA?
Ramona gattonava verso di lui. Rideva, spensierata come una bambina, innocente come neanche nel più erotico dei sogni dimenticati di Bobby.
Sei tu che comandi, diceva il viso di Ramona. Fai di me ciò che vuoi, fai di me la tua Ramona Porcona, era questo che comunicava.
Bobby trovò il coraggio.
"Giochiamo" disse. La gola era secca.
Sempre a quattro zampe, Ramona fu al bordo del suo letto. Bobby la guardava senza batter ciglio. Lei gli prese una mano tra la sua, e il suo tocco era freddo e morbido. Bobby desiderò che quella mano si stringesse attorno al suo.
"Giochiamo" ripeté lei, lasciandogli la mano. Si infilò con le gambe sotto al letto e iniziò a strisciare sempre più sotto, facendogli segno con il dito... seguimi... vieni.
Vieni.
Bobby si allungò verso di lei e intanto lei sfuggiva sempre di più e un attimo prima che lui potesse afferrarla fu sotto il letto.
Vuole che io giochi con lei. E con le altre. Pensò Bobby, o forse fu una parte ben precisa di lui a pensarlo e a guidarlo là sotto.
Sotto il letto era buio e polveroso e il pavimento era freddo.
Ma c'erano quattro ragazze, le famose Quattro Fighe, pronte a riscaldarlo e a giocare con lui e a illuminare il mondo con piaceri finora sconosciuti.
Da dentro l'armadio, il gatto guardò Bobby strisciare goffamente sotto il letto e perdersi per sempre.
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