... mi basta pronunciare il tuo nome, e persino l'arsura che mi soffoca in gola se ne fugge. Le morse della fame si addolciscono, l'ira che mi ribolle nelle vene si muta in aura gentile, il cielo e il mare si toccano sino a baciarsi. Esther... ti voglio bene. Lo sai questo, vero? Eppure io amo fingere che tu non sappia. Cosicché possa sentirmi in diritto di dirti ogni volta, come fosse la prima, che ti voglio bene. Ti voglio bene, messaggera di Dio. Coprimi con le ali enormi e bianche che rivestono l'anima tua purissima, proteggi generosa questo guerriero che ha votato la sua misera esistenza a proteggere te. A proteggere te, che governi sugli oceani e sul fuoco. Che guidi i venti e plachi le tempeste. Ricordati sempre di me, se puoi... non abbandonarmi nel cinismo dell'oblio, non lasciare che il male pieghi la mia passione per la vita e la giustizia, non lasciare che amori sbagliati mi feriscano con ferite mortali... Soccorrimi coi tuoi pensieri divini, con le tue semplicissime preghiere, accarezzami coi tuoi occhi meravigliosamente neri. E non temere ch'io mi allontani da te. Quante frecce il destino ha preparato per trafiggere te? Cento? Mille? Di più...? Non temere. Sarò io lo scudo verso ciò. Non crollerò, non piegherò le ginocchia fino a quando l'ultimo dardo non avrà centrato il mio petto. Ti voglio bene, capito? Ciao...