Nel silenzio della notte, fui svegliata dal bussare insistentemente alla porta. Toc toc. Gettai una rapida occhiata all'orologio: tre del mattino. Chi mai poteva cercarmi a quell'ora?! Scivolai giù dal letto e mi diressi lentamente verso la porta. Toc toc. Un brivido di paura mi percosse la schiena. Tremavo. Il cuore palpitava nel petto tanto violentemente da voler esplodere. Toc toc. Eccomi dinanzi alla porta. Toc toc. Porsi la mano sulla maniglia. Toc toc. Esitai. TOC TOC. Aprii.
Nessuno. Non c'era nessuno. Mi sporsi fuori a controllare: niente. Scrutai il paesaggio: nessun anima viva, nessun suono. Rincasai pensando "Il vento" "Qualcuno che voleva fare uno scherzo" "Ho immaginato". Eppure nessuna di queste ipotesi mi convinceva del tutto. Un urlo lacerante scosse la quiete notturna. Mi precipitai fuori. In un attimo il caos totale: gente che entrava e usciva dalle case, gente che telefonava alla polizia, luci accendersi in ogni abitazione. Rientrai e tornai in camera mia. Che stava accadendo? Come in risposta, il mio sguardo andò a posarsi sulla finestra: era aperta. E l'avevo chiusa.
Osservai attentamente ogni angolo della stanza: a meno che non fossi completamente pazza, non c'era nessuno. Andai a chiudere la finestra. Abbassai lo sguardo. "Il vento" ormai era l'unica spiegazione logica "Il vento l'avrà aperta". Ma quando rialzai lo sguardo rimasi paralizzata. Davanti a me, oltre la finestra, c'era un mostro. O almeno questa fu la prima impressione che ebbi. Aveva lunghi capelli folti, sporchi e arruffati. Aveva una carnagione bianca cadaverica. Mi fissava attraverso quelle "fosse" profonde e impenetrabili. In mano aveva un coltellaccio bagnato di sangue. Mi avrebbe uccisa, come aveva già ucciso. Allora il sonno, inappropriato e inaspettato, mi assalì di colpo.
Mi risvegliò la luce del mattino. Mi ritrovai distesa sul pavimento. Portandomi una mano alla fronte, mi accorsi di aver sudato. Mi alzai ancora un po' stordita, aprii la finestra e mi sporsi a guardare i freschi fiori e a sentire il melodioso canto degli uccelli. In quel momento avrei giurato che non esistesse il male, o che comunque fosse lontano. La macchina della polizia parcheggiata presso la casa accanto mi riportò alla dura realtà. Corsi fuori curiosa. Sentii due passanti parlare dell'accaduto della scorsa notte. La scorsa notte! Immediatamente ricordai tutto. Da quel che capii si era verificato un omicidio: una mia vicina era stata assassinata, colpita da almeno cinque coltellate in punti diversi. Decisi di fare una passeggiata per schiarirmi le idee. "Ho visto l'assassino" dedussi infine.