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Quel Maledetto Aprile dell'89
Quello che non capisco io, è perché senti il bisogno di venire in questo posto continuamente?
Amico mio, risposi.. Perché qua l'umanità da il meglio di se.. Guarda! Tutta la rabbia, tutta la sfiducia, tutta la tristezza.. Dimenticate.. per un solo magico momento; Quando scendono dall'aereo..
Cominciò tutto così quel giorno di Aprile del 1989..
Stavo lì, seduto a guardare l'umanità dal migliore dei suoi lati e arriva Robert ad interrompere questo mio momento di relax!
Robert è un uomo di mezza età, dai capelli riccioluti e brizzolati, fisico imponente e sguardo da agente federale e vestiti confezionati su misura di Ermenegildo Zegna.
Sedutosi accanto a me, su quelle comode poltrone V. I. P del JFK di New-Jork, Robert estrasse dal suo completo da 2000 dollari una busta gialla, di quelle che si usano per trasportare file segreti o denaro riciclato.
porgendomi la busta, Robert mi disse:
Alex, sicuro di poter supportare questo incarico?
Il mio sguardo si illuminò, girandomi di scatto gli risposi:
Amico mio sottovaluti sempre le mie potenzialità!
Robert lasciò quella busta sulla poltrona e andò via senza nemmeno salutare, sembrava inseguito da un fantasma!
Aprendo il pacco scoprì una striscia di negativi fotografici, ero curioso di scoprire cosa contenessero!
Io nel lontano 89' abitavo a Elmet Privet street, una strada residenziale nel cuore di Oakland - New Jersey.
La mia casa era uguale a quella di tutti i miei vicini, si differiva per il triciclo di mia figlia Valentine davanti il viottolo di accesso, per la mia Alfa Romeo 75 di colore Rosso Alfa... Che usavo soltanto nei Week-end
Amavo quella casa così ordinaria, adoravo quella splendida auto Italiana, ma più di tutto amavo la mia famiglia che risiedeva dentro quelle mura!
Entrando notai che la lampada del portico era molto fioca.. Mi innervosì la cosa, quella era la terza lampada che si guastava in pochi giorni.
Attraversai il portico in stile coloniale, vidi quella meravigliosa porta che definivo la porta del paradiso, perché da quel momento i miei pensieri e le preoccupazioni restavano fuori nel portico.. Io entravo in un altro mondo.
appena aperta la porta udì le voci di mia figlia Valentine e mia moglie Stefany, che giocavano a guardie e ladri.
Mia figlia aveva dei lunghi capelli biondi, occhi verdi e carnagione molto chiara, odorava di lamponi e di gomma da masticare! Mia moglie
Stefany è una donna forte, decisa e responsabile, lei è bionda con una corporatura media e un viso che pure il cuore più duro faticherebbe a non sciogliersi, profuma sempre di cioccolato bianco.
In quella casa aleggiava un profumo di lavanda, arredata in stile Liberty casa mia era accogliente ed elegante con un tocco di raffinata cultura proveniente dalle numerose opere d'arte affisse sui muri.
Avvisai mia moglie di non aver appetito quindi corsi nello scantinato dove avevo allestito da tempo una camera oscura per via del mio hobby.. La fotografia!
Ero più impaziente del solito quella sera, volevo a tutti i costi sapere cosa contenessero quei negativi fotografici così importanti per Robert..
Preparando il necessario mi ritornarono in mente le parole di Robert "Sicuro di poter supportare questo incarico?" Robert non mi aveva mai chiesto se fossi sicuro di volere un incarico, al telefono era stato molto vago.
Chissà cosa si nascondeva dietro tutta questa storia, per noi agenti della C. I. A non è mai un compito semplice chiudere un caso.
I fumi degli acidi e quella luce rossa mi portavano a lacrimare abbondantemente da entrambi gli occhi, credevo in quel momento di essere uno chef alle prese con una cipolla capricciosa!
Cominciarono ad apparire le prime immagini da quelle foto...
Oh! Rimasi scioccato... Quelle foto ritraevano Stefany e Valentine durante la giornata!
Mi tornarono in mente ancora una volta le parole di Robert!
Corsi su per le scale, afferrai il primo giubbino che stava alla porta e uscì senza nemmeno avvisare mia moglie, dovevo rintracciare Robert!
Dalla tasca estrassi le chiavi con impresso il simbolo di un biscione e mi diressi verso la mia Alfa.. Scelsi di prendere quella macchina per arrivare a New - York il più presto possibile!
Il potente motore 1. 8 Twin-Spark della mia fiammante auto Italiana, ruggiva come se fosse arrabbiato sotto quel cofano.. Rispecchiava in pieno il mio stato d'animo.
Ero alla guida e mi immersi nella mia mente, dove si celano i pensieri più profondi e cupi della mia esistenza. Come mai quelle foto? Cosa mai potessero volere da me e dalla mia famiglia, le persone che le hanno scattate o commissionate?
Ad un tratto la mia attenzione viene colta da due lampeggianti, davanti a me si trovava ad una distanza di circa 200 metri un'auto della polizia, il poliziotto fuori la macchina mi fa cenno di rallentare mostrandomi il palmo della mano e
indicando con l'altra mano il lato opposto del ponte... Un incidente!
Rallento per dare uno sguardo a cosa fosse accaduto e riprendo la mia folle corsa verso la casa di Robert che abitava sopra il mio ristorante italiano preferito, Carmine's all'angolo fra la novantunesima strada e Broadway nel quartiere ricco l'Upper West Side.
Arrivato sotto casa di Robert, chiudo la macchina e mi avvio verso il portone del lussuoso palazzo e suono il citofono:
Si?
Robert sono Alex, apri devo parlarti di quel caso!
non un solo fiato uscì dalla sua bocca, scattò la serratura del portone ed entrai..
Dentro il portone era come la hole di un lussuoso albergo, pieno di mosaici e vari quadri di artisti più o meno noti; ovvie imitazioni!
Gli scalini, sembravano non finire mai... erano solo due piani alla fine!
Trovai la porta socchiusa, dalla quale usciva la voce di Barry White che interpretava "Just the Way you Are"...
A volte mi chiedevo come facesse Robert ad avere tanto denaro!
Entro in questo appartamento, arredato di gusto... Notai immediatamente un dipinto molto particolare, LE PIANO di Berthe Morisot, un quadro che sarà costato una fortuna..
Vengo accolto come sempre in maniera calorosa da Robert, in mano tiene il solito Jack Daniel's, a lui piace chiamarlo i cugini J&D.
Mi fa accomodare in un comodo divano di pelle bianca, dove con aria indifferente mi chiede il motivo della mia inaspettata visita.
Robert, cosa ci fanno le foto della mia famiglia in mano alla C. I. A?
Vedi Alex, nemmeno io so cosa contenessero quei negativi... al massimo posso informarmi su chi ha commissionato quelle foto e cosa hanno realmente a che fare con la tua famiglia!
Robert, io sono nella C. I. A da venti anni, mai ho visto mischiato un nostro agente in questioni di spionaggio, terrorismo o qualsiasi altra cosa!
Infatti Alex le foto riguardano la tua famiglia non te.
Sorseggiando ancora i cugini J&D, Robert mi mostrò un libro dalla copertina di cuoio nero... una scritta incisa nel cuoio secret plans!
Dentro questo libro, sono conservati tutti i casi nei quali la C. I. A è stata implicata, ci sono scritti nomi e nomi di tutti i nostri agenti.
Ci sei pure tu... Alex!
Mi disse con un aria quasi soddisfatta, come se avesse svelato il mistero del codice Da Vinci.
Ovvia la mia curiosità, chiesi a Robert di mostrarmi cosa ci fosse scritto sul mio conto, e di cosa trattasse quel nefasto libro nero!
Robert si limitò a fare cenno di no con il capo, ripose quel libro nella sua cassaforte... Nascosta da un bel quadro di Matisse!
Era scontato che fosse arrivato il momento di togliere il disturbo, quindi salutai Robert con la solita educazione e gli chiesi come avrei fatto a scoprire di più!
Lui mi rispose: ci sentiamo domani, ti chiamo in ufficio verso le tre!
Sceso in strada trovai davanti a me un viale alberato, avanzando verso la mia auto mi chiedevo ancora cosa ci fosse scritto su quelle pagine!
Salì in macchina, accesi il motore e mi avviai tranquillamente verso casa.
Arrivato a casa, mia moglie mi chiese cosa fosse accaduto e perché fossi uscito così di fretta.. le dissi che Robert aveva avuto un malore, la scusa resse!
La mia camera da letto era il posto più sicuro al mondo per me, mi piaceva stare sul mio letto a baldacchino stile impero, i comodini erano intarsiati a mano: con motivi floreali..
Lenzuola rigorosamente di raso, nelle quali sia io che mia moglie scivolavamo con i nostri corpi durante le notti "insonni"...
Quindi quella sera cercai di rilassarmi facendo uscire dalla mente ogni mio pensiero, sicuro che l'indomani avrei avuto delle belle notizie da Robert!
Diedi la buonanotte a Stefany e presi immediatamente sonno!
La mattina seguente, mi svegliai alle sette, quella sveglia analogica quasi futuristica: aveva un suono orrendo.
Stefany era solita alzarsi più tardi di me, io provavo un piacere assoluto nel preparare la colazione a Valentine, facevo da madre e padre in quel momento!
Prepararsi la mattina era un vero dilemma per me, riuscivo a perdere venti minuti per decidere su una tonalità di blu o di nero, a volte pensavo...
Come vorrei la stessa camera guardaroba di Robert! Lui aveva tutti i vestiti confezionati da Zegna messi in ordine per tonalità di colore, la stessa cosa con le camicie e le cravatte!
La mia cucina era di quelle con la penisola, i mestoli luccicanti venivano investiti da una forte luce mattutina proveniente dalle ampie finestre a giorno.
Finita la colazione, ero pronto per affrontare quella giornata.. che mi avrebbe portato sicuramente alla risoluzione del caso.
Pur non essendo un week-end, decisi di prendere ancora l'auto italiana e lasciai l'ordinaria Ford Taurus sedan, comprata quello stesso anno: di colore nero.
Arrivati davanti la Dogwood Hill Elementary School, mi guardai attorno per vedere se ci fosse qualcuno di sospetto, via libera!
Valentine scese dalla macchina, era bellissima.. quel grembiule rosa le donava molto.
Mi diressi verso il centro C. I. A, un piccolo ed anonimo distaccamento di Washington, DC... Funziona solo l'ufficio dell'Intelligence & Analysis da noi!
Arrivai nel mio ufficio, la scrivania era in metallo pluriverniciato con il piano in truciolo color noce, su di esso ci stavano tanti: anzi troppi fogli di carta gettati ovunque, la foto di Stefany e il mio immancabile sigaro!
Sulle pareti ci stava la foto della mia Valentine e del presidente Ronald Reagan che ormai si trovava alla fine del suo mandato presidenziale!
La mia comoda poltrona mi avvolgeva come un abbraccio dove io sprofondavo immerso nelle mie riflessioni... una di queste era il pensiero di quelle maledette foto.
Ad un tratto bussano alla porta, entra Owen un uomo distinto: con la puzza sotto il naso, l'espressione del suo volto era quella di una perenne arrabbiatura.. questo gli fece guadagnare il soprannome di Angry Owen!
Angry faceva fatica a sedersi sulla sedia del mio ufficio, essendo un uomo corpulento, era consueta la sua visita a quell'ora di metà mattina: io ero il suo compagno di caffè preferito.
Si fece ora di pranzo, io ero sulle spine in attesa della chiamata di Robert che per la sua proverbiale puntualità sarebbe arrivata alle 15:00 spaccate.
Chiesi a Owen di accompagnarmi al ristorante cinese dietro l'angolo, avrei così avuto l'opportunità di estorcere qualche notizia sulla faccenda del libro nero.
Tornato in ufficio, mi ritrovai a guardare l'inesorabile lancetta dei minuti che sembrava non avanzare! Mancavano ancora venticinque minuti alle 15:00, nel frattempo chiamai Stefany per assicurarmi che tutto andasse bene a casa.
Nessuna risposta!
Pensai che mia moglie fosse andata a prendere Valentine all'uscita da scuola, cosa che ultimamente faceva più spesso.. viste le pessime condizioni dello School Bus.
Alle 15:00 squilla il telefono, Risposi:
A:Alex Martin, chi parla?
R:Alex sono Robert, ho una notizia terribile!
A:Cosa?
A:Di cosa si tratta?
R:Alex dobbiamo parlarne di presenza, non è sicuro il telefono!
A:Dove, Robert?
R:Vieni a Ollyplace Park fra dieci minuti, zona ovest sotto la vecchia quercia!
A:Arrivo!
Mi diressi verso l'uscita dell'ufficio, senza nemmeno salutare un solo collega!
Appena arrivai davanti l'auto, mi salì un brivido tremendo... Sarà solo la mia suggestione pensai scioccamente!
partì nella direzione dell'Ollyplace Park, che si trova a est di Oakland... una zona parecchio poco raccomandabile di sera, quel parco è stato teatro di efferati crimini in passato.
Non riuscivo a capire cosa ci fosse sotto che riguardasse la mia famiglia, ero sicuro che Robert avesse preso un grosso abbaglio! Tutta questa storia era solo un tremendo errore!
Arrivato al parco, trovai Robert seduto sotto la vecchia quercia: come fanno i bambini ad un pic-nick.
Robert ciao!
Alex, caro amico: convenne Robert, siediti accanto a me!
Mi sedetti ma Robert stava in silenzio, quasi assopito da chissà quale pensiero!
Intervenni col chiedere a Robert, il motivo di tale convocazione!
Robert si limitò a dirmi: sali in macchina... Andiamo a New - York, Lì capirai tutto!
Arrivati a Jersey City, Robert non aveva aperto bocca, solo le note di una musicassetta italiana regalatami da Robert stesso un paio di mesi prima!
Imboccammo l'Holland Tunnel sulla strada statale 78 che sbuca diretto su New-York West Strett vicino al distretto di Brooklyn quella che era la nostra destinazione!
Passando il Brooklyn Bridge, Robert mi chiese se fossi armato... Robert! Risposi con fare allarmato.. Dove siamo diretti veramente?
Andiamo nel cuore del caso a Brooklyn! Rispose Robert, che sembrava meno calmo del solito!
Arrivammo in un quartiere di Brooklyn dove sembrava in pieno svolgimento la guerra del Vietnam: Auto in fiamme, palazzi più che distrutti, ragazzi armati e tanta miseria!
Giungemmo a destinazione, Robert uscì la sua Beretta 9mm... Pensai che Robert non comprasse nulla che non fosse italiano!
Io estrassi la mia Magnum Desert Eagle, e ci dirigemmo verso quello che ormai sembrava non essere più un portone, ma un fortino da guerra, una volta entrati mi resi conto di che ambiente si trattasse: Buchi e scritte con lo spray sui muri, un drogato in un angolo che implorava una dose!
Rimasi al quanto scioccato di vedere tanta ingiustizia in un solo posto.
Conservammo le pistole e proseguimmo senza far rumore verso la tromba delle scale, si avvicinò un ragazzo sulla trentina, fisico da pugile e gioielli da magnaccia, volete una dose?
Robert gli rispose con una domanda: Sai dove si trova Baasim?
Baasim? Rispose con tono impaurito il ragazzo... lavorate per lui?
Hei amico, intervenne Robert, qui le domande le faccio io!
Robert estrasse ancora la Beretta, la puntò verso il ragazzo e gli disse: Dimmi dove sta Baasim!
5° piano Rispose il ragazzo, dal suo pallore sembrava avesse avuto un colloquio con la morte!
Arrivati al piano Robert si girò verso di me e mi disse, taci qualsiasi cosa succeda...
Busso cinque volte alla porta, ad intervalli diversi... sembrava fosse un codice per riconoscere gli amici dai nemici!
Aprì la porta un ragazzo dalle chiare origini mediorientali, con in dosso una tuta sportiva in velluto bordeaux... Capelli neri carnagione scura e sguardo da fesso! Baasim Nassar era il suo nome..
Caro amico intervenne Robert, stringendo Baasim in un abbraccio fraterno, che ti do replicò Baasim...
Robert si girò verso di me e sedendo la mano nella mia direzione disse: Alex Martin un nostro collega.
Alex... Baasim è un agente della C. I. A, antiterrorismo... sono di Aleppo-Halab intervenne Baasim, sono qui a New-York da 5 anni, seguo un caso senza capo ne coda!
Accomodatevi, con fare riverente Baasim ci invitò ad accomodarci.
La casa di Baasim era arredata con cattivo gusto, sembrava quella di Travis Bickle in Taxi Driver!
Mi accomodai su una sedia cigolante di legno verde attorno ad un tavolo di truciolo semilucido, Baasim si accomodò su una sedia di vimini e Robert su uno sgabello di acciaio stile Happy Days.
Robert estrasse dalla sua giacca il libro nero, lo ripose sul tavolo e disse: Baasim vuoi tu spiegare questo libro ad Alex?
Baasim guardò il libro, alzò lo sguardo verso Robert e poi si girò nella mia direzione... Mai avevo visto una persona parlarmi con tanto tatto, giri e giri di parole sulla C. I. A, sul perché si istituisse un libro con dei piani segreti e su cosa non contenesse quel libro.
Interruppi Baasim e lo ammonì dicendo di tagliare corto e raccontarmi come stavano le cose...
Baasim si girò ancora una volta verso Robert, Robert annuì come se stesse dando la conferma per eseguire una condanna a morte..
Vedi Alex... sospirò Baasim, questo libro è un concentrato di quanto più malvagio sia successo alla C. I. A, di tutto quello che succede nelle famiglie dei suoi agenti!
Lo interruppi bruscamente... Baasim perché la mia famiglia è stata fotografata dalla C. I. A?
Robert stava in assoluto silenzio, quasi che questo argomento fosse una sostanza radioattiva e lui volesse tenersi a debita distanza!
Con tono quasi paterno Baasim rispose alla mia domanda..
Robert si alzò e si diresse in quella che sembrava avere le sembianze di una cucina, caffè domandò ad entrambi?
Io facendo finta di nulla, continuavo a fissare Baasim, come per ottenere una risposta senza che lui aprisse bocca!
Alex ci sono cose che non sempre è facile comprendere, a volte ci troviamo ad un bivio fra il bene e il male... La cosa giusta o la cosa sbagliata, rispose Baasim in maniera evasiva alla mia domanda!
Mi alzai infuriato, presi per quella orrenda tuta Baasim e lo spinsi con forza contro il muro.
Brutto bastardo, dimmi senza giri di parole ed aforismi che cazzo vogliono dalla mia famiglia!
Robert corse a togliermi da sotto le mani Baasim, guardandomi con sguardo inferocito Robert si scusò da parte mia con Baasim, quest'ultimo si sedette e come nulla fosse continuò a girare intorno alla cosa.
Si sedette pure Robert al tavolo, e riprese Baasim dicendo di dare un taglio a quella fanfara e dirmi tutto!
Alex la C. I. A sospetta che tua moglie Stefany sia un agente del Kgb, che usi te per fare dello spionaggio contro il nostro paese.
Io guardai interdetto Baasim.. risposi con un solo e secco, no!
Robert, che sembrava essersi sciolto dopo l'espresso ovviamente italiano che si era bevuto disse: Alex è vero tua moglie è una spia Sovietica!
Io guardando Robert dritto negli occhi dissi: Essere nati in Unione Sovietica, non fa di Stefany una spia del Kgb...
Baasim mi rispose a tono dicendo che da settimane seguivano i suoi spostamenti, era più che certo.. Stefany era una spia del Kgb.
Non riuscendo a credere alle mie orecchie, salutai sia Robert che Baasim e mi avviai verso l'uscita... sulla porta Baasim cercò di farmi cambiare idea e farmi restare a discutere la situazione..
Entrando in macchina, fui pervaso da ogni tipo di sentimento negativo, misi in moto e mi diressi a casa.
Sulla statale 78, mi immersi totalmente in quel pensiero fisso... immaginavo mia moglie dare informazioni trafugate dai miei appunti alle spie sovietiche, che rabbia!
Se fosse stato vero, cosa avrei dovuto fare? Quale sarebbe stata la migliore soluzione?
Io amavo mia figlia più della mia stessa vita, avrei fatto di tutto per vederla felice... perdonerei pure Stefany.
Arrivato a Oakland, avevo paura a tornare a casa: non sarebbe stata più il mio paradiso adesso, sarebbe stato solo il covo di una serpe...
Parcheggiai davanti il box auto, tolsi la chiave dal cilindretto di accensione, ero incerto.. volevo quasi restare nell'auto, come se fossi protetto da tutto!
Feci scattare la serratura della macchina, mi diressi a rallentatore verso il retro della casa... per vedere se era parcheggiata la Ford Taurus che quel giorno sarebbe stato al servizio di Stefany!
La macchina era lì... decisi di entrare dal retro, come se dovessi usare l'effetto sorpresa contro il nemico.
Tutto tranquillo e sereno, non volava una mosca, la radio suonava Hang on in There dei Queen, tutto pulito e profumato come sempre..
Stefany poteva essere pure una spia sovietica, però era una donna pulita nelle faccende domestiche.
Urlai: Valentine, Stefany... nessuna risposta, allora continuai a chiamare una seconda volta il loro nome.. Niente!
Decisi di salire le scale che portavano ai piani superiori, trovai la porta della camera da letto socchiusa, poggiai la mia mano destra per aprire la porta, un piccolo cigolio accompagnò l'apertura della porta e mi addentrai nella camera, nulla!
Dove possono essere andate a quest'ora tarda del pomeriggio? Proseguì nella ricerca per il resto delle camere, ancora niente!
Sempre più convinto che Stefany avesse fatto tardi dal parrucchiere mi tranquillizzai, temevo veramente il peggio.
Mi tolsi i vestiti di dosso, pronto per farmi una bella doccia rilassante: presi l'accappatoio, le ciabatte da doccia e mi avviai verso il bagno.
Era in totale disordine la stanza da bagno, sinceramente rimasi deluso... amavo trovare il bagno pulito la sera per la mia doccia rilassante.
Sistemai gli asciugamani puliti che profumavano di vaniglia sul mobiletto accanto alla vasca da bagno, andai per aprire la tenda della doccia quando squillò il telefono!
Corsi nella mia camera per rispondere, pensavo fosse Stefany che mi avvertiva del ritardo!
Pronto?
Alex sono Robert, da quanto sei a casa?
A: Da circa venti minuti, perché?
R: Niente, volevo solo sapere tue notizie... sei andato via da Baasim che sembravi un alienato!
A: Tranquillo Robert, andrò a fondo a questa faccenda!
A: Vedrai che si tratta tutto di un malinteso.
R: Bene Alex, ci sentiamo presto.
Robert riattaccò prima che potessi salutarlo, é sempre stato un tipo strano lui.
Andai ancora una volta nel bagno, per farmi questa benedetta doccia, impugnai la tendina da doccia con un grazioso motivo veneziano e la scostai per entrare.
Mi si gelò il sangue, mai i miei occhi videro un simile orrore... Mia figlia giaceva accanto il corpo di mia moglie, entrambi avevano un solo foro in testa, ero troppo sconvolto per fare la solita analisi forense.. si trattava delle uniche persone che io abbia mai amato!
I fori sembravano di una 9 mm, non potevo avere la certezza di questo ero troppo sconvolto, rimasi a fissare quello scempio per più di due ore... non riuscivo nemmeno a muovere un muscolo, la mia vita era terminata!
Passarono parecchi giorni da quella sera, finalmente trovai la forza di cercare un colpevole solo dopo il funerale dei miei due amati gioielli,
la polizia non sapeva dove trovare il colpevole, erano un branco di incapaci... non avrebbero capito chi fosse stato, nemmeno se lo avessero avuto sotto al naso con tanto di prove.
Io però avevo capito chi fosse stato, solo che non volevo crederci.. tutto portava a questa persona: i fori, l'assenza totale di tracce portava a capire che era una persona esperta e non un semplice topo d'appartamento preso dalla paura di essere scoperto!
21 anni Dopo...
Eccoci giunti ad oggi, in attesa di un epilogo che non so se arriverà.. sono seduto alla solita poltrona comoda del JFK di New York a guardare l'umanità dare del suo meglio..
Ho lasciato la C. I. A da quel maledetto giorno di 21 anni fa, mi sono completamente dedicato alla ricerca dell'assassino di mia moglie e mia figlia; ho fatto del mio hobby il mio lavoro, sono fotografo a tempo pieno..
la mia gloriosa Alfa Romeo 75 è andata in pensione sostituita da un altra Alfa Romeo la 159, i miei capelli sono diventati grigi la mia pelle si è invecchiata... ma la mia mente è rimasta determinata nel trovare l'assassino della mia famiglia..
Oggi è giunto il grande giorno.. lui è a dieci metri di distanza, mi avvicino e gli poggio la mia mano sinistra sulla sua spalla.. si gira, mi guarda con un area allarmata e sorpresa,
Ciao Owen, quanto tempo!
Owen non ha avuto il tempo di rispondere quando si è sentito solo...
BANG!
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