È ufficiale: quest'anno il premio Nobel per la medicina andrà al dott. Odoacre De Benedictis, soprannominato il dott. Cardio.
Per la prima volta nella storia di questo prestigioso premio, a conquistarlo è stato un ergastolano.
Ma riepiloghiamo, per quei pochi che non la conoscessero, la storia di quest'uomo di scienza dalla personalità geniale e disturbata allo stesso tempo.
Il dott. De Benedictis ha condotto le ricerche e gli esperimenti nel laboratorio segreto che si trova nella sua abitazione, senza l'ausilio di collaboratori e senza che trapelasse alcuna notizia.
Mettendo in pratica la propria esperienza in cardiochirurgia e le conoscenze relative all'ingegneria genetica, della quale è un appassionato, il dott. Cardio ha ottenuto, piantato e coltivato nel proprio giardino una palma che, anziché dare come frutti delle noci di cocco, produce muscoli cardiaci, ovvero cuori umani. Cuori anatomicamente perfetti e funzionali, ma soprattutto trapiantabili a chi ne avesse bisogno.
La scoperta rappresenta una svolta epocale nella lotta dell'uomo contro le malattie cardiache, e soprattutto risolve definitivamente il problema della scarsa donazione di cuori, problema mai risolto malgrado la crescente sensibilità dimostrata negli ultimi anni dai parenti dei donatori.
Tutto ciò sarebbe enormemente positivo per la medicina mondiale se non si fosse ottenuto sacrificando delle vite umane. Infatti l'insospettabile protagonista della storia, non potendo procurarsi diversamente i cuori da trattare e modificare geneticamente per ottenere il cardiopalma, ha sequestrato e soppresso alcuni suoi concittadini, sotterrandone i corpi nel proprio giardino dopo averne espiantato il muscolo cardiaco.
I crimini efferati e gli esperimenti si sono protratti per quasi sei anni, durante i quali sono scomparse quattordici persone, e chissà di quante ancora si sarebbero perse le tracce se il dott. Cardio non avesse ottenuto i risultati per i quali si è tanto impegnato.
Inutili si sono dimostrate le indagini condotte da un pool di investigatori, che nonostante gli sforzi profusi non sono riusciti a risolvere il caso.
Solo l'annuncio dato dal futuro premio Nobel ad un congresso mondiale di luminari della medicina ha squarciato il velo che copriva il mistero irrisolto.
Oggi di questa brutta storia rimangono quattordici famiglie che piangono i loro congiunti, la speranza per tanti ammalati che aspettano un trapianto di cuore, un premio Nobel per la medicina che il vincitore non potrà ritirare personalmente, ed una palma sotto le cui fronde battono tanti cuori, a perenne ricordo della follia geniale, a volte indispensabile per migliorare le sorti dell'umanità.