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Hai mai ucciso un topo a mani nude?
In una terra lontana, lontanissima; un luogo popolato dalle razze più disparate, dove noi "umani" siamo quella in minoranza, ogni tanto scoppia una specie di guerra; una guerra spietata, a cui nessuno, di nessuna razza, può sottrarsi! Si tratta di un evento terribile, una mattanza che ogni volta affligge e flagella il nostro pianeta di milioni di vittime... Nessuno ama quest'evento a dir la verità, ma tutti vi prendono parte... Esso incombe su noi tutti come una mannaia sulla testa del condannato a morte (un po' come la vodtra spada di Damocle); e ogni qual volta il nostro Re ci viene a mancare (per un motivo piuttosto che per l'altro, sia esso della stirpe degli Uomini come di quella delle Bestie) questa mannaia si abbatte inesorabile, prepotente e noncurante su tutto il nostro popolo; risvegliando in ogni razza l'istinto cieco e massacratore della supremazia, e trasformando la pacifica coesistenza che ci impegnano a mantenere fra le specie in una carneficina fraticida.
Di queste guerre c'è n'è una ogni generazione: quindi sai che, bene o male, almeno una te la dovrai fare; e, inoltre, non c'è alcun modo per prevedere QUANDO avverrà la prossima: perchè sappiamo solo che scoppierà "esattamente allo scoccare della prima mezzanotte dopo la morte del Re". E pssiamo solo ringraziare il cielo, almeno, che la durata di questi inevitabili conflitti sia circoscritta all'arco di una giornata: "esattamente 24 ore da una mezzanotte all'altra".
Da tempo immemore c'è un oggetto, un orecchino d'oro a forma di campanellino, che con questa cruenta battaglia si tramanda dal regale lobo di un Sovrano a quello d'un altro... Colui il quale allo scoccare della nuova mezzanotte ne sia in possesso, infatti, diverrà il nuovo Re, con buona pace di tutti gli altri... È questo l'unico modo che abbiamo trovato per non creare "territori" o "discriminazioni razziali" nel nostro mondo.
Certo, così paghiamo il dazio di una giornata di caos incontrollato ogni circa 100 anni, una tantum insomma, ma per il resto del tempo quì la vita scorre lieta e tutte le razze vanno d'amore e d'accordo... vi sembra forse poco?
Ebbene: ieri, 31. 12. 2004, sulla nostra terra si è consumata per l'ennesima volta questa disgraziata guerra, una strage tanto efferata quanto immotivata; ma per fortuna oggi è finita... e, come vedete, io posso permettermi il lusso di essere ancora quì per raccontarla.
Ho visto stramazzare al suolo addirittura un GattoFalco, mentre si lanciava col campanellino in bocca da uno strapiombo, trafitto dalla freccia di un UomoVolpe che, colpito a sua volta dallo zoccolo di un CavalloElefantiaco, non è nemmeno riuscito a vedere dove quel campanellino fosse andato a finire...
Era finito sotto un cespuglio, nella radura dei TagliaFaccia, dove la TalpaBiscia lo colse; per poi venir schiacciata dalla furia di una mandria di RinoCamaleonti inferociti, che credevano che il campanellino ce lo avesse ancora l'UomoRospo da cui l'aveva preso il GattoFalco di prima...
È stato un semplice Leone, il più vecchio di tutti fra l'altro, a raccoglierlo... Nessun altro riusciva ad immaginare che fine avesse fatto o chi mai potesse avere "l'orecchino del potere".
Solo io me ne ero accorto, che lo aveva preso il vetusto Leone; ma, sebbene fosse alcquanto in là con gli anni, un Leone mi sembrava pur sempre un avversario "scomodo" da fronteggiare a mani nude! Eggià: perchè, dovete sapere che nel nostro mondo le armi non sono mai esistite.
Dovevo agire d'astuzia... Così, mentre un JekoToro stava battendosi col CavalloElefantiaco, producendo scompiglio nello stormo di UominiScimmia imbufalite che mi si paravano davanti, ne approfittai per sgattaiolare fuori da quel nugulo di corpi impazziti.
Dall'altra parte c'era il mio obbiettivo: un cucciolo di Leone appena conscio di ciò che stava accadendo... Mi è bastata quella fettina di carne strappata al corpo di un RiccioDronte moribondo per convinerlo a seguirmi in un luogo un po' più appartato a parlare.
Dopo avergli spiegato tutto nei minimi dettagli, il Leoncino cominciò a darmi ragione... d'altronde, se un Re doveva esserci, che almeno gli restasse da viver qualche tempo. Il vecchio Leone che per non stancarsi a combattere, invece, si fingeva morto ai piedi di un faggio secolare, sarebbe comunque morto di lì a breve; e la tregua fra una guerra e l'altra, che era decretata dalla longevità del vincitore dell'ultima, sarebbe stata inevitabilmente troppo breve per permettere alla nostra Terra e ai suoi abitanti di rifiatare. Il piccolo Leone capiva perfettamente...
<È molto meglio che sia tu a diventare il Re> gli dicevo io; <vai a parlargliene; su, coraggio!>
Il Leoncino mi obbedì e si mise a parlare col vecchio che, evidentemente, doveva bramare il potere più d'ogni altra cosa, visto che non si decideva a scucire il campanellino. Parlarono fino al tramonto e oltre...
<Andiamo, vecchio idiota> pensavo fra me e me; <ma non capisci che sei troppo vecchio per fare il Re?!>
Intanto passavano i minuti, le ore; e la guerra continuava ad imperversare in ogni dove... era ormai notte fatta ed'io ero lì, nascosto dietro una quercia gigante e contorta a pensare: <Presto, dagli quel maledetto orecchino e facciamola finita, prima che sia troppo tardi!>.
Mancava appena mezz'ora allo scoccar della mezzanotte, e quel vecchio Leone, a cui non restavano senz'altro che pochi mesi di vita, ancora non si decideva a dare il campanellino al cucciolo... Stavo quasi per disperare: ancora qualche minuto e avrei certamente ceduto alla tentazione di spifferare tutto a quel giovane GhepardoAlato che mieteva vittime lì vicino, ad un centinaio di metri... almeno lui avrebbe vissuto più a lungo.
Ma fortunatamente non è stato necessario: il piccolo orecchino dorato a forma di campanellino, infatti, stava passando da una zampa all'altra; ed il Leoncino, tutto pimpante, ebbe persino la sfrontatezza e l'incoscienza di indossarlo!
Il riflesso che la luna proiettava sul dorato gingillo, ovviamente, non poteva passare inosservato all'occhio acuto della LinceSerpica; che, appena se ne accorse, si scagliò come un ossessa sul cucciolo di Leone per impossessarsene... Ma, a protegger quello giovane, si mise di mezzo il Leone vegliardo; che, dal canto suo, ci ha rimesso la pellaccia.
Il Leoncino iniziò a fuggire all'impazzata, mentre un branco di UominiTricheco lo seguiva con gli occhi inniettati di sangue... Uno di loro stava per raggiungerlo; ma, proprio mentre stava per vibrare il colpo che avrebbe fatalmente tramortito il piccolo Leone, una BalenaBipede rovesciò lui e i suoi simili a gambe all'aria... Il Leoncino era in salvo, almeno per il momento; ma mancava ancora un quarto d'ora alla mezzanotte.
Io, che ero lì vicino, gli ho aperto con un calcio la porta di una delle robuste case dei QuattroMani per permettergli di nascondersi, e lui ci si è subito infilato insieme a me. Stava quasi per scoccare la mezzanotte, quando un sudicio Topo di fogna strappò a forza l'orecchino campanellino dall'orecchio del piccolo Leone; che prese a ruggire come una sirena, tanto era straziato dal dolore... Appena si fu ripreso, il Leoncino prese a rincorrerlo sù & giù per tutta la casa; ma il Topo era più abile, furbo e veloce di lui, e riusciva sempre a scampare agli artigli del piccolo felino.
Certo è che anche il Topo si stava stancando di correre; e così, per non essere disturbato oltre, pensò bene di arrampicarsi sù per il camino. Ma, siccome questo era acceso e poichè il Leoncino gli sbarrava la ritirata, il viscido ratto fu costretto sì a salire pel caminetto, ma dalla parte esterna di questo.
Io, che stavo seguendo la scena, al camino continuavo a dare le spalle... Sapevo che lì il cucciolo di Leone non sarebbe mai potuto arrivare; perciò finsi di non capire quello che stava succedendo, e, proprio quando il sorcio si trovava all'altezza della mia spalla, mi voltai di scatto e lo afferrai con forza!
Era in mano mia, il Topo e l'orecchino erano nel palmo chiuso della mia mano... ma i Topi, si sà, sono animali Invertebrati: e se non volevo che mi scappasse dovevo stringerla, quella mano!
Strinsi, strinsi, strinsi: fortissimamente strinsi; fino a quando un rivolo di sangue amaranto non prese a scorrere giù lungo il mio braccio destro... una sensazione aberrante che, se pure inconsciamente, mi spinse per il disgusto a battere in terra con violenza quella sudicia mano omicida, lorda del maggiore dei crimini e del più lercio dei "sangui"; per mondarla dal crimine commesso. Ho continuato a batterla in terra una, dieci, cento, mille volte; finchè il dolore non mi ha costretto a dir basta.
Scoccava allora la mezzanotte, e, cercando tra i resti del corpicino martoriato del Topo, mi accorsi che l'oggetto del potere era andato irrimediabilmente distrutto!!!
Chi sarebbe succeduto al trono, ora che "l'orecchino del potere" non c'era più? Chi avrebbe regnato sulla nostra terra, se allo scoccare della mezzanotte nessuno avrebbe potuto indossare il campanellino dorato del re?
Che cosa sia successo "dopo" davvero non saprei dire: perchè "dopo" mi sono risvegliato nel letto di casa mia e mi sono accorto che era solo un sogno...
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0 recensioni:
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- Mannaggia lo sapevo!!! Me ne sono reso conto solo dopo aver cliccato su salva, del parcheggio in doppia fila -_- Per quanto alla data, invece, non riesco a farmene una ragione. Per quale motivo si dovrebbe virgolettare, non capisco...
Anonimo il 10/11/2010 09:11
Ahi ahi ahi... la barca non la si parcheggia, la si ormeggia.
Un narratore deve stare attento a questi dettagli.
Riguardo al quesito, vale anche per la data, se all'interno di un brano letterario. Es: -Eravamo nel gennaio del "97"-.
Cmq mandami un mess. quando esce il brano e considera sempre il "taglio web", cioè breve, diversamente ti cliccano senza leggerti... pure col commento generico e le 5 stelle, ma quelli avrai già imparato a ignorarli. Ciao.
- Caro marpione
questa storiella la scrissi il primo gennaio del 2005 (ma anche per l'anno ci vogliono le virgolette?) e quindi aivoglia a errori! Dopo cinque anni sono certo di farne ancora a bizzeffe, ma avrei preferito che leggessi il mio ultimo racconto, almeno. Solo che ancora deve passare dal colabrodo dello staff - ormai saranno quasi 24 ore, ma di vederlo spuntare non se ne parla. Detto questo, voglio precisare che mi fa molto piacere ricevere LEZIONI consigli, critiche, suggerimenti eccetera da chiunque (al pari degli elogi s'intende) e, a maggior ragione, da un grandissimo scrittore come te ho solo da imparare. Mi auguro che prima o poi avrai la luna e la pazienza di tornare per il mio prossimo racconto e per intanto io vado a vedere dove hai parcheggiato la barca 
Anonimo il 09/11/2010 23:37
Eccomi come promesso caro Marco. Essì, scrivere non è facile. O si è dei talenti naturali oppure dei vecchissimi marpioni come nel mio caso. Servono comunque i fondamentali come per i calciatori. Nel tuo caso, la punteggiatura è un po'... personalizzata, diciamo così. I puntini di sospensione come il punto e virgola vanno usati con grande parsimonia. Si accettano tante virgole solo se rigorosamente a posto e se non riesci ad associare alla tastiera i caporali (sono i simboli di dialogo) è meglio usare le virgolette piuttosto dei tuoi simboli matematici (><
. I nr. arabi non esistono in letteratura, quando non si possono scrivere per esteso si virgolettano. Ecc. Ti ho fatto una testa come un pallone, ma i fondamentali sono... fondamentali. Guarda e assimila dai libri. Complimenti invece per la fantasia e la freschezza con la quale racconti. Ciao
- rileggerò questo racconto per capire il tuo graditissimo appunto sulla punteggiatura (e chi lo sapeva se era di moda in un modo o nell'altro?!!) per poter migliorare... invece, per quanto riguarda tutto il resto, finale compreso, quello che hai letto lo scrissi la mattina, o meglio il pomeriggio, del primo gennaio 2005, dopo essermi REALMENTE svegliato da un sogno. In altre parole questa roba l'ha scritta il mio subconscio, non io
cmq grazie ancora per la lettura, davvero
Anonimo il 06/11/2010 03:57
Di fantasia ed inventiva ne hai da vendere, senza dubbio. Anche il coraggio di cimentarti in un genere "inflazionato", in cui è facile ripetere situazioni già lette o viste, con efficace originalità, non ti manca. Una Batracomiomachia allargata a più specie di animali, spostata su un altro pianeta: insomma attualizzata. Il tuo racconto mi è molto piaciuto, Marco, ma devo farti due appunti. Cerca di migliorare la scrittura. Spezzare il periodo troppo lungo in più periodi con la punteggiatura è sì di gran moda, ma a me sembra che tu ne abbia approfittato. Mi è sembrato un po' di comodo il finale con il risveglio dal classico sogno. Aspetto il tuo prossimo racconto.

- particolarmente fantastico...
Bravo!!!!!
Anonimo il 30/10/2010 12:58
Non sono brava a commentare. Ti lascio mi mmiei comlimenti accompagnati da 5 stelle. 
- Bella, proprio bella, di gran fantasia con un colpo di scena davvero dei più inaspettati!
Bravo Marco!


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