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Mickey
<<Dovrebbe essere proprio qui!>> esclama irritato Mickey mentre solleva cataste di vecchi volumi e infinite cianfrusaglie depositate sul tavolo di tre metri per uno in puro legno di rovere.
I capelli lunghi e ricci sono in linea con la confusione del suo studio e fastidiosamente incollati alla fronte sudata. Fa un caldo d'inferno, è ottobre ma sembra che l'estate proprio non voglia lasciare il posto all'autunno.
Rosa è comodamente seduta sulla poltrona lombarda di fine ottocento con le lunghe gambe nude accavallate e gli occhi nocciola rivolti al suo compagno, stravolto dall'agitazione. La ragazza tiene fra le dita una winston blue e lascia cadere a terra la cenere senza remore, sporcizia più sporcizia meno fa poca differenza. Si sta chiedendo se Mickey sia tutto a posto con la testa, sempre ritirato in quella topaia a esaminare antiche scritture e oggetti senza valore. E ora cosa sta facendo? Cosa sta cercando? Sospira rumorosamente, nel suo inconscio vuole esprimere il proprio disappunto a Mickey. È sabato, mica vorrà sprecarlo in quel modo! Ma Mickey sembra non sappia nemmeno se la sua fidanzata sia ancora lì. Non si volta mai a guardarla, non le rivolge mai la parola, parla solo con se stesso e si maledice per il proprio disordine.
<<Mickey cosa stai cercando?>> gli chiede Rosa, <<magari in due si cerca meglio>>
Nessuna risposta.
Tutti i libri ora sono a terra, il binocolo vittoriano in ottone buttato in un angolo, il mappamondo col piedistallo spezzato fra i piedi di Mickey, antiche pergamene stracciate come fossero vecchi giornali buoni solo ad avvolgere il pesce fresco.
La camicia marroncina del ragazzo fuori dai blue-jeans è madida di sudore, le maniche arrotolate fino ai bicipiti, il collo per metà alzato e per metà schiacciato.
<<Mi stai ascoltando Mickey? Guarda che mi sto stufando! Non ne posso più!>>
Ora Mickey sta ansiosamente svuotando la cassettiera antica in radica e non si dà pena di rispondere a Rosa, ormai in parte supplicante e in parte stizzita.
La ragazza si scompone, getta a terra il filtro della sigaretta finita e se ne accende un'altra con avidità. Il fumo azzurrognolo invade nuovamente la stanza rendendola nebbiosa come la più tipica delle brughiere scozzesi.
<<Mickey!>> implora con voce stridula e vibrante.
Le dita con le unghie smaltate di un rosso peperone sono come tenaglie e stanno letteralmente stritolando la sigaretta.
<<Smettila di fare così! Guardami!>>
Ancora nessuna risposta.
Mickey appoggia le mani sui fianchi spigolosi e si ferma a rimirare lo scompiglio. Respira affannosamente e a ritmo irregolare.
Rosa si alza e si avvicina. Allunga una mano per poterla appoggiare sulla spalla del fidanzato, ma manca il bersaglio perchè Mickey scatta verso l'armadio e ne apre contemporaneamente entrambe le ante con tutta la forza di cui è capace, tanto che Rosa sente lo spostamento d'aria ed emette un sussulto.
<<Guarda che se continui così me ne vado! Al diavolo le promesse! Al diavolo la casa nuova! Al diavolo i progetti! Al diavolo tutto!>>
Rosa ha la vista offuscata da lacrime di rabbia. È la prima volta che non ha alcun potere su Mickey, e questo la sconvolge, la destabilizza.
<<Non andare, ti prego>> dice a sorpresa Mickey senza però interrompere la ricerca. Un barlume di speranza si insinua nella disperazione di Rosa.
Adesso il ragazzo sta frugando nell'armadio in punta di piedi per poter guardare nei ripiani alti. Butta a terra dei vecchi maglioni di lana e un paio di stivali.
<<Non la trovo, assurdo! L'avevo vista proprio ieri!>>
Mickey è nascosto da una nuvola di polvere, tossisce ma non si arrende. Si piega sulle ginocchia e guarda nei ripiani più bassi. Si getta dietro la schiena vecchie riviste scientifiche, svariati articoli da ufficio, persino un osso di gomma del suo cane morto anni prima.
Rosa tiene le braccia conserte appena sotto il seno, non sa a cosa pensare, sa solo di voler uscire da quel buco, ma sta cominciando a diventare curiosa. Si ripromette di chiedere a Mickey per l'ultima volta cosa stia succedendo, cosa stia cercando. Se non avesse avuto le dovute spiegazioni se ne sarebbe andata, e non l'avrebbe mai più voluto rivedere, cascasse il mondo.
Lo guarda quando lui si rialza con un piccolo cestino dell'immondizia pieno di cartacce nella mano.
Si sta dando dello stupido per essersi dimenticato di averla messa lì, nascosta.. ma cosa?
Rosa raccoglie la forza d'animo per l'ultimo tentativo di avere una risposta, quando lui esclama:
<< Eccola!>>.
Mickey si volta di scatto, inchioda Rosa con gli occhi neri e decisi, estrae la mano dal cestino, impugna un'antica pistola francese.
L'odore di polvere da sparo si spande in tutta la stanza come gas velenoso.
Rosa continua a guardare Mickey con aria sbigottita. Qualcosa la spinge a guardare verso il basso. Nota che il vestito nuovo comprato il giorno prima è macchiato di una densa sostanza rossastra e fa tempo a indispettirsi. Si siede nuovamente sulla poltrona con estrema fatica appoggiando di peso le mani ai braccioli. Non riesce ad impedire alla testa di cadere in avanti. I capelli lisci e biondi le cadono a coprire gli occhi come la terra copre una bara.
<<Trovata finalmente!>> esulta Mickey trionfante. Depone l'arma ancora fumante sul tavolo ora vuoto e la contempla per qualche secondo. "Un gioiellino, secolo diciassettesimo" pensa, infilando le mani in tasca. Si volta nuovamente, si dirige lentamente verso la poltrona che ospita il cadavere di Rosa, la supera e raggiunge il frigorifero. Lo apre, stremato, e cerca una lattina di birra ma scopre che non ce n'è più nonostante ne abbia comprato due casse poche ore prima.
Mickey pensa che forse è il caso di smettere di bere mentre conquista il letto e si addormenta profondamente.
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