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Sessantotto

Le elementari le ho fatte in una scuola prefabbricata, succursale di un istituto storico ubicato assai più a valle, rispetto al nostro quartiere in collina.
Ora, al suo posto, hanno costruito un garage sotterraneo.
Le classi erano solo cinque ed erano miste.
Grembiuli bianchi e neri insieme, una novità per quell'inizio di anni '60.
Il ceto di appartenenza maggiormente rappresentato era la media borghesia: figli di dottori, ingegneri, avvocati e poi uno sparuto gruppetto di estrazione decisamente proletaria i cui genitori erano i fruttivendoli, i portinai, i ciabattini del quartiere "bene" in cui tutti vivevamo.
Io, figlia di padre commesso in un negozio di stoffe e madre casalinga, mi trovavo in una collocazione sociale non chiaramente definibile.
Lo stesso accadeva per la mia valutazione scolastica.
Ero andata a scuola a sei anni compiuti, sapendo già leggere e scrivere da un bel pezzo, grazie al Maestro Manzi: una delle intuizioni più felici di mia madre quella di piazzarmi davanti al bianco e nero di "Non è mai troppo tardi"!
Ma, per la nostra maestra - molto diccì bigotto e quel tanto che basta razzista - la cosa aveva un doppio risvolto: non sarei mai stata una sua "creatura" e, per quanto le servissi come alunna da interrogare "a sorpresa" durante le ispezioni scolastiche, per essere sicura di non fare brutta figura, per cinque anni non ha mai perso un' occasione per ricordarmi - davanti a tutta la classe - che io ero "diversa".
Ricordo di avere ricacciato le lacrime in gola, orgogliosamente, quando, senza ragione alcuna, venivo confinata ad un banco singolo come chi era monello o "asino".
Quella volta, avevo quasi dieci anni, li avrei fatti a fine mese, poiché mettevo giù senza errori alla prima dettatura il testo, la maestra mi incaricò di aiutarla a correggere i compiti dei miei compagni dicendomi di togliere un voto per ogni errore che avessi trovato.
Corressi per primo il dettato di L. - figlio di un portinaio - e gli attribuii un otto per due svarioni mentre a P. - figlia di ingegnere - toccò, per il medesimo tipo di errori più uno, un sette.
La maestra mi disse che non ero stata equa e trasformò il voto di L. in un sette e quello di P. in un dieci meno meno.
A ricreazione regalai la mia merenda, non avevo più fame.
Quel giorno direi che nacque la mia coscienza "socialista".
Era il maggio 1968.

 

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9 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • salvatore maurici il 06/02/2012 14:55
    Il Sessantotto! Un mito, un sogno, la liberazione di un'intera generazione dalla precedente, bigotta, autoritaria, formale. Tutto questo è stato il sessantotto ed anche il suo contrario. La presa di coscienza del proprio individualismo e quello del proprio corpo, la sessualità libera e non più repressa (almeno per i tanti che ci hanno provato). Ancora più bella è stata la "contaminazione " sociale, tutti si sono avvicinati a tutti. È passato il messaggio che il figlio di un contadino potesse avere le stesse opportunità del figlio dell'ingegnere. fino ad allora il valore di una persona era commisurata al valore del ceto sociale a cui apparteneva.

9 commenti:

  • Claudia Ravaioli il 06/02/2012 21:42
    E per molto tempo ancora si e' andati avanti ( anche ora ) così ...
  • Anonimo il 06/02/2012 15:01
    Riletto... piaciuto ancor più. Mi trovo in pieno accordo con salvatore maurici... e visto che ora c'è l'opzione, lo metto tra i preferiti. ciaociao
  • Anonimo il 20/11/2010 15:57
    Una piccola "rivoluzionaria" direi! Bel racconto!
  • Roberta P. il 16/11/2010 08:38
    Vai pure tranquilla, Claudia: i protagonisti dei miei thriller sono là e aspettano anche te.

    A presto!
  • Michele Rotunno il 15/11/2010 22:59
    Io ci ho rimesso un anno scolastico, ma col senno del poi devo confessare che alla fine fu un bene, nonostante tutto.
    Ciao
  • Claudia Ravaioli il 15/11/2010 21:23
    Grazie Giacomo. La sincerità paga sempre!
  • Anonimo il 15/11/2010 18:48
    Non entro nel commento del modo di scrivere, pur corretto e piacevole. Infatti che balza all'occhio è il contenuto ed il modo con il quale hai trasmesso le tue idee sociali, le tue sperienze. Ed è proprio questo che merita il massimo dei voti. Ciaociao
  • Claudia Ravaioli il 15/11/2010 15:45
    Grazie Roberta per l'entusiasmo. Curioserò con calma tra i tuoi scritti (il giallo e il noir mi attraggono assai...)
  • Roberta P. il 15/11/2010 12:47
    Cinque stelle sono poche: stra - bello!!!

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