La via era illuminata da una serie di lanterne, il freddo attanagliava la pelle, i passi attendevano di essere compiuti. Lontano un tramonto volgeva al termine, tutto pareva impossibile quasi irrealizzabile e talvolta pericoloso. Dall'albero si staccò una foglia, roteando cadde nel marciapiede, appena il vento si levò dal mare, subito caddero altrettanti foglie.
Il walkman risuonava nelle mie orecchie a tutto volume, una distrazione in più durante questa corsa verso la fine della via. Poca gente camminava assieme ai loro cari, pochi giovani cercavano le loro distrazioni, il freddo impediva le uscite di casa, a me piace il freddo.
Soprattutto la neve, quando si posa sulle mani, e le raffredda tanto, alle volte non le senti nemmeno. Posso solo sorridere, a chi conosco ovviamente, dato che le persone le evito quasi sempre ormai, dopo l'accaduto.
La voglia di parlare era poca, infatti il sorriso era meglio del saluto in certe occasioni.
All'epoca di questa corsa serale, indossavo dei pantaloni lunghi, una magliettina blu e la felpa legata intorno alla vita, il walkman era dentro una tasca, al sicuro.
Correre liberava la mia mente, per quelle poche ore il mondo sembrava staccarsi da me, ed ero io a decidere dove andare, che fare, cosa ascoltare. La musica era stata la migliore partecipazione a questo cambiamento, lei che non cambiava mai, lei che non giudicava ma anzi invitava alla riflessione, riuscì per poco a distrarmi.
La strada dove sbatterono i miei piedi non era ancora finita, infatti si sentiva la ghiaia sotto la pianta del piede, ma non dava fastidio.
Ricordo, il momento in cui tutto cambiò, la musica era stata partecipe, in qualche modo, di quella serata, dove io mi accorsi di un fatto troppo importante, troppo preoccupante per la società ancora in rivoluzione, troppo pericoloso forse.
Era l'estate del 2008.