C'era una volta, una mamma uccello che deposte le sue uova, le covava amorevolmente.
Un giorno, però, il volatile lasciò il suo nido incustodito, per andare a cercar cibo e un serpente che passava da quelle parti, approfittandosi della situazione, mangiò tutte le uova.
Poco dopo, la mamma uccello fece ritorno alla sua casa e non vide più la sua covata; vedendo il serpente, lo accusò di essersi mangiato le sue creature. Così si scagliò, come una freccia impazzita, su di lui e cominciò a beccarlo.
Il serpente cercò di difendersi sentenziando:
"Non sono stato io... non devi beccare me, ma quell'uccello geloso di te, che ha preso le tue uova e le ha lasciate cadere nel lago qui vicino."
A quel punto l'uccello disse: "E perché mai avrebbe dovuto farlo?"
Il serpente rispose: "Perché era gelosa delle tue uova. Se badi bene, non era riuscita ad averne neanche uno e, per questo era tanto invidiosa della tua covata. Per dimostrare la sua non verità, il serpente, condusse la mamma uccello al lago.
Insieme, iniziarono le ricerche che, si conclusero senza risultati positivi. A quel punto, il serpente disse:
"Non riusciremo mai a ritrovarle sane, cascando si saranno sicuramente rotte."
All'improvviso, mentre il serpente si difendeva, successe che, la mamma uccello, si accorse della colpevolezza dello rettile e glielo disse: "Tu, serpente, hai mangiato le mie uova e ne ho la prova."
Il serpente, spazientito, tagliò corto e rispose:
"Beh, adesso devo andare, io ti ho messo in guardia sulla colpevolezza di quell'uccello. Ora tocca a te".
Esso, però, non si era accorto di una piccola piuma che sporgeva dall'angolo della sua bocca e la mamma uccello, con il cuore colmo di dolore, si diresse verso di lui, afferrò, con il becco, la piccola piuma e gliela mostrò.
Infine, uno stormo di uccelli si unì alla mamma uccello e insieme beccarono il serpente fino allo sfinimento ed esso, malridotto e dolorante, se ne tornò alla sua tana.
Morale: Le bugie hanno le gambe corte.