C'erano una volta 5 bambini.
Christopher abitava in una casetta linda e semplice e se ne stava sempre per le sue parlando poco.
Disegnava numeri su un quadernetto scolastico e con questo armonioso pentagranna matematico esprimeva la grandezza dei suoi pensieri.
Momò era una birba cresciuta più in strada che nelle braccia di sua madre.
Dimostrava 4 anni più della sua età e un sorriso furbo gli circondava gli occhi, era il suo scudo magico che neanche i raggi laser e la vita riuscivano a scalfire.
Nono con i capelli a zazzera aveva due madri, un papà e due super nonni.
Un giorno prese un treno a vapore che lo portò in luoghi che la sua pelle aveva già conosciuto.
Rina, timida e banale con i suoi occhi a mandorla e i capelli selvaggi, un giorno di princio d'estate si incamminò in una valle e ne uscì più consapevole che il mondo era grande e che c'era un posto anche per lei che l'aspettava.
Cristopher, Momò, Nono e Rina.
1.. 2.. 3.. 4.. manca il quinto! Che sbadato mi sono distratto un attimo a guardare questi bimbi che subito uno ne ha approfittato e si è nascosto nel bosco e tra le montagne.
È un maschietto e anche femminuccia. Ha i capelli corti e certe volte li raccoglie lunghi in semplici code. Porta occhiali spessi ma strizzando appena gli occhi riesce a vedere draghi e falchi lontani all'orizzonte. Sogna razzi su marte e studia in un fiato pagine di storia dei grandi eroi. Qualche volta sta in silenzio e spesso ha la testa fra le nuvole. Osserva la vita degli altri ed è il personaggio principale della sua. Porta camice linde e magliette semplici su pantaloncini corti.
Sono io, siamo noi che leggiamo le storie dei bimbi, noi che chiacchieriamo con la voce bassa e qualche volta scriviamo. Sono io, sei tu.
Ecco ora tutto torna: 1.. 2.. 3.. 4.. 5