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Duemila cento
- Mi evitano e basta: è tutto inutile. Non riescono a confrontarsi con linee di pensiero che non siano parallele alle loro.
Lachel Faid, capo della Resistenza Umana (RU), ascoltava in silenzio, come suo solito, standogli davanti con la smorfia di dolore che una tantum caratterizzava il volto di quelli a cui era stato asportato l'impianto "5-senses 2. 2".
- Danno la colpa dei loro guai a qualunque cosa, nella cecità degli esseri imperfetti e incompleti che sono, e gli va bene così.
A parlare era Dean Sanders, cinquantenne britannico dalla carnagione chiara e i capelli rossi; uno dei primi a testare l'impianto 0. 1 allora imperfetto e, dunque, uno dei pochi cui fosse consentito circolare liberamente, tanto nel mondo esterno quanto nella RU che lo aveva ingaggiato da poco come infiltrato.
Correva allora l'anno duemila-cento. Ogni uomo e ogni donna, lavorava per pagarsi una vita ai confini del tragicomico. L'impianto "5-senses", divenuto obbligatorio dalla commercializzazione della versione 1. 0, consentiva agli uomini di fare, essere e avere tutto quello che volevano con un semplice download di memorie artificiali. Ovviamente dietro compenso, alla portata di tutti, con tariffe subordinate alla durata dell'esperienza virtuale.
L'applicazione di una particolare membrana sull'emisfero sinistro comunicava ai centri nervosi che gestiscono i cinque sensi la percezione di un bagno caldo, un rapporto sessuale soddisfacente, una scazzottata vittoriosa, qualunque cosa... persino un volo alla superman o l'apparizione della Beata Vergine: bastava pagare. Bastava lavorare per potersi togliere qualsiasi sfizio, anche il più irrealizzabile.
Poiché Lachel non rispose, Dean aggiunse: - Non hanno la minima idea di essere pilotati e controllati, e cercare di convincerli è solo tempo perso... e pensare che mio nonno mi raccontava di quando, ai suoi tempi, i timori erano quelli del controllo mediatico: roba da ridere, al confronto con l'impianto di oggi.
L'impianto, grazie alla nano-tecnologia di cui era composto, permetteva infatti ai cosiddetti moderatori di gestire i pensieri dell'utenza, captandone il flusso e canalizzando quelli "dannosi" in aree cerebrali non utilizzate dall'uomo comune.
Gli occhi di Dean erano sfiduciati, quando Lachel gli disse: - Mi sembra di capire che il tuo incarico non ti garba. - e pensava che avrebbe solo voluto vivere un esistenza normale, degna, senza controllo dei pensieri e, allo stesso tempo, senza responsabilità tanto più grandi di lui; ma quando incrociò gli occhi di ghiaccio di Lachel non ebbe la forza di dir nulla del genere. La semplice idea di poterlo deludere lo annichilì all'istante: Lachel era l'unico faro in quella buia notte dell'umanità, e quando quel faro ti puntava addosso, eri nudo come un verme. Dean avrebbe preferito la morte, così come ognuno degli ultimi uomini liberi del pianeta, piuttosto che deluderlo.
Lo guardò con le lacrime agli occhi, alto, fiero, possente e bellissimo: l'icona eroica dei tempi moderni. Doveva dirglielo, che non si sentiva all'altezza dell'incarico. Lachel gli si avvicinò posandogli i due medi sulle tempie e, finalmente, senza nemmeno rendersene conto, Dean chiuse gli occhi e sciolse un branco di frasi sconnesse che nessuno, all'infuori del suo interlocutore, avrebbe mai potuto comprendere.
A differenza di un uomo comune, Lachel era in grado sfruttare il proprio cervello al novantadue per cento. Fu per questa ragione che, all'età di quindici anni, circa sei anni prima, cominciò ad esternare agli altri i suoi pensieri "dannosi", visto che era in grado di accedere alle aree in cui il sistema li relegava, e per la stessa ragione, uno dopo l'altro, riuscì a convincerli ad entrare nella RU. Il neurochirurgo del suo distretto, del quale si servì per l'asportazione chirurgica della membrana, fu uno dei primi.
Dean stava rigurgitando le ultime parole quando bussarono alla porta. Senza che nessuno avesse detto "avanti", questa si spalancò e un uomo paffuto con la barba incolta, lercio e raggiante, con una grossa cicatrice ben in vista sul mento fece irruzione nella stanza.
- Ci siamo!!! - strillò sollevando le palpebre inferiori, per chiudere in una fessura tutto il suo compiacimento.
Lachel sorrise a sua volta, ma con molta più eleganza. - Lo sapevo che l'avresti trovato Bob.
- Avremo circa sei minuti, secondo più secondo meno. Credi siano sufficienti?
Dean non riusciva a capire, ma intuiva che qualcosa di positivo stava accadendo e, per quanto fosse sfiduciato, guardava speranzoso quel grasso figuro come avrebbe fatto col medico un malato incurabile. Bob, invece, che ancora non si era nemmeno accorto della sua presenza, prese a guardarlo alla maniera in cui da ragazzo faceva col fratellino, quando era con la sua fidanzata.
- Lui è il nuovo infiltrato, vero? Quello della versione 0. 1... - disse rivolto a Lachel, - sarebbe meglio non ci ascoltasse, per via del suo rapporto con gli altri.
Lachel sganciò gli ultimi due anelli che gli tenevano chiusa la giubba di piombo, rivelando un addome praticamente scultoreo, e accese un sigaro che immediatamente profumò la stanza di vaniglia e tabacchi pregiati. - Parla liberamente Bob, ho appena finito di svuotarlo. - disse con gli occhi persi fra le spirali di fumo.
Quello che disse, fu un iniezione di fiducia nelle orecchie di Dean.
- Ho creato un virus in grado di interrompere per qualche minuto le comunicazioni fra il server centrale del "5-senses" e i satelliti orbitanti attorno al globo in modo che Lachel, in questo lasso di tempo, possa inviare alla popolazione controllata un messaggio psichico che li informi di come stanno realmente le cose.
- Buon Dio! - esclamò Dean, - Ma è... è...
- È la nostra unica speranza. - lo aiutò Bob, volgendo lo sguardo alla chioma fluente di Lachel.
Lachel allargò le labbra sottili in un sorriso che avrebbe ammaliato perfino una suora, diede un altra boccata al sigaro e aggiunse: - A questo punto è una certezza. Mi basterebbero anche solo una manciata di secondi di black-out del sistema, per risvegliare il doppio delle coscienze che dormono in questo mondo. Ho solo bisogno di riposare qualche ora, prima.
- Ma, quando...
- Apriremo le danze domattina, Bob, avvisami qualche minuto prima di sguinzagliare il tuo prezioso verme. L'era del "5-senses" è finita, signori miei. Andate pure a rilassarvi con questa certezza. - concluse ammiccando.
I due, ora, lo guardavano come da piccoli avevano guardato l'albero di natale, zeppo di doni che non si possono aprire prima della mezzanotte.
Che tu sia benedetto, Lachel, pensò Bob mentre gli stringeva la mano; ben sapendo che quel pensiero avrebbe raggiunto il suo eroe per mezzo del contatto tattile.
Il giorno seguente, com'era ovvio che fosse, anche Lachel si svegliò di buonumore. Andò in bagno a lavarsi il viso e vide la sua immagine riflessa nello specchio, quella vera, di un uomo insignificante, certamente non bello, un po' stempiato e pure flaccido... Perché, durante la notte, il suo credito insufficiente aveva posto termine all'ennesima esperienza virtuale del "5-senses".
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