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Sa mutadora in un sorriso

Addii gia preavvisati, non importa.
Mi sveglio nel buio più denso che possa esistere.
Impossibile capire anche la posizione in cui si è.
Sarà anche il rincoglionimento di quando ci si è appena svegliati.
Le distanze sono impercettibili, non so perché ma neanche le braccia si possono muovere. Vorrei allungarle per farmi un idea delle dimensioni di questo silenzio e l'altezza di questo buio. Incomprensibile il suolo, il mondo in cui mi trovo. Non esiste neanche ciò che non esiste. Tutto è niente e niente è più che mai, tutto ciò che può esistere.
Che gli occhi siano chiusi o no, non fa nessuna differenza.
Ora il silenzio è il fondo del dipinto. Una tonalità di nero stagna nell'aria e mi collega alla vita.
Penso alla funzione dell'aria, non solo alla sua sola funzione.
L'aria come collant. L'aria che sentivo passare sulla pelle mossa dal vento... non era realta, era solo un illusione.
La materia più viva ch'esista, la più solida di tutte. Colei che fa abbracciare il resto che appartiene al tutto.
Come il mare unisce le terre, lei unisce ciò che rimane.
Sino a quando sarà l'aria l'essenziale che ci unisce, noi non saremo mai lontani.
In questo denso silenzio non respiro, e la cosa più curiosa e più vera è quella di non sentirne la necessità.
In questo mite deserto, senza estremi, non ho più bisogno di quei sensi che pensavo fossero indispensabili. Nell'oblio ho finito di sentirmi solo, trovando la migliore compagnia, quella che ho sempre rincorso. Il fugace me stesso, il resto è solo un lusso che appartiene al passato.
Capendo che nella vita si può solo condividere, superata quella soglia si può solo che invadere, esternare la propria libertà di decidere, se soffiare come vento o essere albero, mutare in selvaggina o abile predatore.
Vorrei salvarmi all'ultimo in ogni circostanza, Lasciarmi morire in qualsiasi modo, solo per sentire cos'è e poi scamparla... chiedo troppo?
Rinascere, resuscitare, non dividermi tra bene e male
ma essere solo come quel silenzio che ora mi circonda mi sovrasta e non m'abbandona. Senza piu dolori fisici e mentali, i problemi più illogici hanno disteso con grazia le ali.
Emigrati, hanno trovato nuova terra su cui germogliare.
Le difficoltà sono concime, basta imparare a lavorare la terra
e saperlo sfruttare dando un senso a quel letame
sperando non rimangano solo rime

 

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1 commenti:

  • Anonimo il 16/12/2010 13:17
    è la prima volta che ti leggo!
    che bello... mi è piaiciuto

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