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Ivo il soggettivo
Innanzitutto, sappiate che il protagonista di questa storia è un tipo fuori dal comune. Il suo nome è Ivo e qui ve lo descrivo, ma per non esser elusivo od evasivo, per quanto mai ripetitivo, nel farlo dovrò scrivere ben più di un aggettivo. Infatti, nonostante la giovanissima età, non solo Ivo è estremamente percettivo e sempre positivo, nonché propositivo, ma anche assai incisivo ed obiettivo... giammai tardivo eppure introspettivo, parecchio olfattivo e un poco combattivo; ma di fatto espansivo... a tratti operativo e, a volte, persino oppressivo; seppur sempre riflessivo e, in complessivo, nientemeno sensitivo... Tanto che, il misterioso motivo, per cui appunto si trova fuori dal comune, nel periodo estivo, pensa dipenda proprio dalla pesante eco che si porta addosso, un nome come "Ivo".
- Ivo, vieni qua - gli diceva sempre sua sorella più grande, Katia: una ragazzina di quindici anni coi capelli rossi come i suoi e tante lentiggini spruzzate sotto a un grande paio di occhiali tenuti su col nastro adesivo. Ivo le voleva un bene, che potremmo definire esplosivo.
- Ivo!!! Guarda che le prendi sai - lo rimproverava ogni tanto la mamma, quando faceva il cattivo perché era stato un po' aggressivo, o semplicemente più espansivo. Alla fine, però, la mamma non lo aveva mai picchiato, perché Ivo, che non era un sovversivo, tornava subito passivo ma festivo, con lo sguardo triste che ondeggiava giulivo... Nossignore: la mamma gli voleva bene e anche Ivo, le voleva bene, un bene superlativo. Anche se, a dire il vero, quando al mattino erano a casa da soli, la mamma guardava sempre le telenovelas alla TV, anziché star con Ivo. Meno male che poi tornava Katia da scuola, e subito giocavano a palla con la bottiglia vuota del detersivo... Che bei ricordi. A pensarci "chissà perché, adesso non è qui a giocare con me", pensa a un certo punto interrogativo.
Il babbo non lo aveva mai conosciuto, invece. Sicuramente doveva essere morto prima che lui nascesse... Non glielo avevano detto, ovviamente, ma Ivo lo aveva intuito perché era un intuitivo. Solo che, ora, non intuiva più quello che stava accadendo: che avesse infine perduto i suoi poteri? Quello si, sarebbe stato davvero sbalorditivo!!!
Nell'incedere furtivo in quel terriccio seminativo, al calar del sole, i ricordi si avvicendano nella testa di Ivo. Pensa a quando si sdraiava a terra mostrandosi inattivo, e Katia lo sfotteva: "Ivo, sei ancora vivo?" Poi, quando era abbastanza vicina, saltava in piedi e lei lo abbracciava stretto; e lui le dava un bacino sulla guancia lasciandole un po' di saliva sulla faccia "ogni santa volta". Per Katia avrebbe fatto qualsiasi cosa, il nostro Ivo, perché l'affetto che nutriva per lei era quasi compulsivo.
Una volta, fuori dal supermercato, la difese pure dalle grinfie di un uomo che voleva abusarne... A chiamare i vigili, infatti, nonappena aveva visto la sorella in pericolo, quella volta era stato proprio "Ivo il tempestivo" e, per Katia, quel gesto avrebbe sempre assunto un immenso valore affettivo...
Ora però, dove lo aveva portato la mamma? Si chiede contemplativo e, soprattutto, dove se n'era andata, con quel diversivo, a bordo del suo cabriolet sportivo? Non poteva ancora saperlo, il povero Ivo, ma della sua vita, quello sarebbe stato il momento più rappresentativo o, almeno, quantomeno decisivo!
- Sarai mica un fuggitivo? - interrompe a un tratto quel progressivo processo cognitivo, una voce alle sue spalle... Un grosso San Bernardo a pelo lungo, che del luogo era forse nativo, lo interpella risolutivo, e Ivo, non essendo un discorsivo, nel rispondergli è tanto sbrigativo quanto eccessivo, nel linguaggio un po' dispregiativo:
- Non mi mordere, cagnaccio!! - gli digrigna iper-reattivo con uno sguardo più che allusivo.
- Stai tranquillo: - risponde il cane, del tutto inoffensivo, - non sono cosi distruttivo, ma spesso capita, nel periodo estivo, di dare il benvenuto a qualche nuovo arrivo...
- Ma di cosa vai abbaiando tu, cane invasivo? - aggiunge in tono abrasivo. - Io sono Ivo e a te ti schivo! - conclude corrosivo.
- Caro il mio Ivo, capisco il tuo stato emotivo, ma non essere così impulsivo. Guarda il mio pelo sporco, piuttosto, quanto è distintivo: io sono solo un cane che abita vicino al rivo, dove ogni giorno scorre acqua fresca da lappare e, se facessi meno il divo, potrei portartici per un aperitivo.
Nei confronti di quel cane che gli uggiola in modo tanto permissivo, Ivo comincia adesso a sentirsi più comprensivo e, ripensando alla breve vita che aveva all'attivo, si accorge di quanto per la prima volta fosse stato realmente comunicativo.
Nella sua testolina inizia finalmente a insinuarsi il dubbio di essere stato poco più che un abusivo, in quella che aveva sempre considerato la "casa di Ivo"... ed ora, benché sempre istintivo, si rivolge dunque al cane con un tono certamente più costruttivo: - Caro cane, stamattina la mia mamma mi ha portato in questo luogo boschivo; ma non la vedo più ritornare e mi domando, per quale misterioso motivo... ?
- Non tornerà più, piccolo Ivo: la tua mamma è andata via per il periodo estivo, e ti ha dovuto abbandonare come la mia fece con me anni fa... quando ancora non sapevo di essere un cane. - risponde il cane esaustivo, chinando il capo in un gesto esplicativo. - Vieni, andiamo insieme giù al rivo a prendere un buon lenitivo per il nostro male estivo: il tuo giorno è stato istruttivo, ma anche molto dispersivo; e quello che ora ci vuole è un bel riempitivo, per farcire il vuoto nello stomaco di Ivo.
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