È l'ultimo giorno dell'anno. Cinzia mi chiama al telefono intorno alle 11. 00 del mattino.
Mi propone di passare la serata a Savona. Alla Darsena ci sarà un concerto dei Mattia Bazar con Silvia Mezzanotte. La musica mi piace, l'aria di mare pure ed accetto all'istante.
Cinzia mi dice che dovrà portare anche il suo cane, Geo, un beagle da caccia di 11 annni, perché, solo a casa, sentendo i botti di mezzanotte si spaventerebbe e graffierebbe dappertutto. Bene, intorno alle 17. 30 si parte. Strade pulite e poco traffico. Giungiamo a Savona alle 18. 30. Non facciamo fatica a trovare parcheggio nei pressi del porto.
Si va subito a fare un giro per guardare le imbarcazioni attraccate e respirare un po' d'aria marina. C'è una leggera brezza frizzantina che mi ricorda le serate d'autunno avanzato sulle rive del mio mare. Facciamo un giro anche all'interno in cerca di un locale dove cenare. Tutto esaurito. Troviamo un piccolo ristorantino, pieno anche questo, ma con piacere vediamo che fuori, sotto il porticato, ci sono dei lunghi tavoli di legno con delle panche. Ci facciamo servire e ceniamo all'aperto, come in piena estate. Mica male, dopotutto, anche in pieno inverno! Cena succulenta! Kebab e birra... è tutto quel che riusciamo a trovare!
Intorno alle 22. 00 ritorniamo alla Darsena e prima di avvicinarci al palco, ci concediamo un buon bicchiere di vin brulè presso un banchetto lì vicino. La folla comincia ad accalcarsi fino a riempire tutta la piazza. Giovani, anziani, famigliole con bambini, allegri e composti.
Geo annusa guardingo da tutte le parti. Sembra tranquillo. La musica comincia a diffondersi ed a riempire tutti gli spazi. La bellissima voce di Silvia vola nell'aria come un palloncino variopinto. Si battono le mani per accompagnare il canto, si applaude e cominciano a partire i primi botti. Mi sento molto allegra, rido, scherzo e Cinzia ride alle mie battute.
Geo comincia ad agitarsi e Cinzia si allontana per calmarlo, promettendomi di tornare di lì a poco.
Ma la mezzanotte sta per arrivare e la mia amica mi chiama al cellulare dicendomi di avviarmi verso la Rocca dove lei avrebbe portato l'auto. Geo è spaventato, mi dice che prima ha tentato di scappare e non vuole lasciarlo solo in macchina. Le rispondo di aspettare che finiscano i fuochi d'artificio e poi di raggiungermi sulla piazza. Temevo di prendere una strada diversa dalla sua e, nella ressa, di non incontrarci.
Intanto inizia il conto alla rovescia. Tutt'intorno a me si cominciano a preparare le bottiglie dello spumante. Meno dieci... meno cinque... meno tre.. meno uno... Un boato esplode nell'aria. Centinaia di tappi volano e mille bollicine si riversano nei bicchieri. Nel cielo i fuochi artificiali disegnano coloratissime ghirlande. Mi guardo intorno. Sono sola in mezzo ad un mondo di sconosciuti che non mi vedono nemmeno, intenti come sono ad ingurgitare bollicine. Non ho lo spumante per brindare, la mia amica fa la guardia al suo cane (che, essendo un cane da caccia, non può naturalmente fare la guardia a lei) e nessuno vicino a me che a cui poter fare gli auguri. Prendo il cellulare, rispondo agli auguri ricevuti da mio figlio Mauro e mando un messaggino d'auguri agli altri miei figli, Vittorio e Manuel.
Poi mentalmente passo in rassegna tutti.
Auguri cara mamma, ovunque tu sia, tra le braccia di un angelo o solo polvere dentro una bara.
Auguri nipotini cari, possiate essere felici. Auguri figli miei, che il cielo vi protegga. Auguri Cinzia, auguri Titti, auguri Angelo, auguri Paolo, auguri Franca, Maria e Mariella; auguri Adriano, auguri Emiliano, auguri Massimiliano e Laura, Paola e Valter, auguri a voi cari amici poeti, che mi scaldate il cuore coi vostri versi ed il vostro affetto; auguri Lidia, ti voglio sempre bene; auguri Raffy che mi fai sognare ed emozionare col tuo dolcissimo canto; auguri fratelli, sorella e nipoti; auguri amici tutti che mi volete bene.
Poi arriva Cinzia, ci scambiamo un bacio d'auguri, finiamo di sentire il concerto e ci avviamo verso l'auto per il ritorno a casa.
Ora che scrivo mi rendo conto di aver dimenticato qualcuno: me stessa.
Pazienza! Ci penserò il prossimo anno.