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In radio, una volta ogni tanto, scorre ottima musica
- Sai cos'ho capito?
- Dimmi.
- Che quelli come noi si rifiutano di essere felici.
- Quelli come noi?
- Quelli della nostra età.
- Uhm.
Lei guida e le mani sono incollate allo sterzo. Gli occhi sulla strada, in macchina circola odore di cuba libre povero di coca cola. Una serata come tante altre. Si va a bere qualcosa.
Lui sorseggia. Beve che tanto non deve guidare. La stanchezza l'ha lasciata a casa. Ora si fa trascinare, non aveva voglia di uscire, ma come resistere a un invito del genere?
- Ho come l'impressione che... sai.
- Babbo. - sorride. Un po' di trucco, come al solito.
- Davvero. Crescere vuol dire complicarsi la vita. Cioè, già c'è un mondo che ti fa passare la voglia di... e poi, non contenti non facciamo altro che fomentare tutte quelle stronzate che ci inculcano da quando nasciamo. È come se a un certo punto non abbiamo altro obiettivo che rendere veri i luoghi comuni.
Lui si gratta la guancia, sfrega ogni millimetro di barba contro il palmo. Vuol tanto non aver smesso di fumare. Lei è senza sigarette. In radio, una volta ogni tanto, scorre ottima musica.
La città scorre.
- Dove andiamo? - lei è allegra. Le piace guidare, soprattutto quando porta in giro lui.
- Io dico: già nulla è semplice. Per fortuna - questo lo dice senza troppa convinzione, e si odia per questo, - se poi anche noi... Non so.
- La felicità genera invidia. Lo sai.
- Hai sentito dell'attentato di ieri ad Alessandria?
- Eravamo insieme, scemo.
- Già.
Nessuno dei due ha ancora ventique anni. Eppure parlano come se ne avessero già viste e viste e viste. È così.
- Sai cosa mi... sto pensando. Mi chiedo chi sarà il prossimo a cantare qualcosa con un titolo del tipo "My Generation".
Lei ride. Triste. Semaforo rosso, si fa passare la bottiglia. Mentre beve lui la osserva. La macchina è sospesa. Occhi scuri, capelli corti neri. Guardandoli da dietro verrebbe facile stupirsi che a guidare sia una donna. Lui non li taglia da almeno un anno. Almeno.
Semaforo verde.
Il mondo dovrebbe essere loro. Impossibile quando nemmeno la notte gli appartiene.
- Oggi, durante il mio giro su facebook...
- Sentiamo.
- Cioè, non puoi capire. Hai presente la...
Lei annuisce.
- Ecco. Ha impostato come stato sentimentale: impegnata.
- Immagino. Ventimila "mi piace" e quaranta commenti.
- Meglio ancora! Un paio di persone chiedevano dettagli, sorpresi della novità.
- Fammi indovinare la sua risposta.
- "Fatevi i fatti vostri".
Ridono, amari.
A volte i dettagli non sono necessari. Si può guidare senza avere una meta precisa. Si può parlare per tentativi e capirsi all'istante. Per le strade una macchina e due ragazzi che parlano e parlano e parlano, la radio che va e il cuba libre che sta per finire.
- Cioè, già l'uomo di per sè è portato per essere eternamente insoddisfatto, e questo è un bene. Forse. No, è così. Però cazzo, non credo che mio padre alla mia età si facesse tutti sti castelli, no?
- Glielo hai mai chiesto?
- Con la testa di cazzo che avevo? Ma va.
- Ti manca un sacco, vero?
- Non è possibile avere vent'anni e farsi tutti sti problemi. A volte... capisci? Io magari arranco, mi giro e vedo quello che ce la fa, ma manda tutto a puttane nel nome della più infida autoanalisi da telefilm per teenager da quattro soldi. Cioè... ma cazzo.
- Negli anni settanta non c'era Dawson's Creek.
- Non è un telefilm da quattro soldi.
- Dai, hai capito.
Un piccolo momento di tensione.
- Ci fermiamo a comprare le sigarette?
- Hai i soldi?
- No.
- Tanto hai smesso.
La città spenta, i semafori lampeggianti. Fuori fa freddo.
- Quello che si iscrive a giurisprudenza e non molla fino a finire al quarto fuori corso per non deludere i suoi, quell'altro che parte e torna pieno di merda verso questa città (chi ti ha chiesto di tornare), cioè... Quello che non si innamora perchè l'amore è essere egoisti. Quello che si innamora perchè senza amore non esiste. Quello che prende, conosce, scopa, ma no, non proverò mai sentimenti per nessuno e non mi chiedere perchè? perchè non ti rispondo. Quell'altro che... ma ti sembra possibile? Ma quando abbiamo smesso di goderci vent'anni?
- Cosa diceva Jessica Rabbit?
- "Io non sono cattiva. È che mi disegnano così".
- Il concetto credo sia questo.
- Perchè non hai una sorella gemella?
Lei gli stampa un bacio sulla guancia. Uno schiocco.
Prima o poi torneranno a casa.
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1 recensioni:
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- è facile per una ragazza di 20 anni come me ritrovarsi in questo racconto, esprime perfettamente i mille problemi che ci facciamo a questa età e che secondo me sono perfettamente normali, anzi credo che chi non se ne faccia sbagli un pò. scritto bene, molto parlato e poco contorno e ci sta perchè il dialogo di questo tipo rispecchia quello che è il vero dialogo tra noi ragazzi, con i nostri puntini di sospensione e le pause e le frasi a metà perchè ci vengono in mente 2000 cose al secondo. Davvero bello complimenti
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