Erano anni che la inseguivo. Quando la incontravo per la strada, rapiva il mio sguardo, non potevo fare a meno di pedinarla con gli occhi, finché lei, ratta, schivandomi, sgusciava alla mia vista, spesso celandosi, appena possibile, dietro una curva.
Avrei dato, per averla con me, anche ciò che non era nelle mie possibilità, ed una volta, solo una volta, ero arrivato lì, vicino a lei, così vicino da poterla toccare. L'accarezzai con mano tremante e lasciva. Toccai, di lei, e cercando di essere il più naturale possibile, tutto ciò che era lecito e permesso toccare, fingendo quasi disinteresse, per non alimentare sospetti negli occhi indiscreti che ci stavano osservando. Quel giorno provai uno strano timore. Sentii in me e pensai che forse sarebbe stata eccessiva, per me. Forse non ebbi il coraggio di credere in noi due insieme, forse non mi sentii in grado di meritarla fino in fondo, sicuramente non ero pronto per una prova così impegnativa. Cercare di averla per poi deluderla? Mai!, meglio, per ora, una strategica ritirata, mantenendo la possibilità di riprovarci in un momento più consono. Non si accorse di nulla! Rimase immobile e silenziosa al suo posto e chissà se mai immaginò quali colpi batteva il mio cuore al solo pensiero di poterla sfiorare.
E da quel giorno più nulla. Non cercai più occasioni per rimanere solo con lei, anzi, tra l'indifferenza mi feci rapire da un'altra, come una sorta di autopunizione, lasciai che lo cose andassero... a volte la incontravo, a volte la seguivo, ma sempre facevo finta di niente. Con il tempo, e di tempo ne era passato, lei si fece sempre più bella, maturò quelle qualità che in gioventù erano appena abbozzate, cambiò il profilo del suo volto, aggiunse belletti e colori affascinanti, e i suoi vestiti furono sempre più eleganti.
Il suo corpo mutò, ed imparò ad ostentare le sue forme mature e sinuose. E il mio cuore ancora batteva per lei, non aveva mai smesso!
Ero rimasto di nuovo solo. Avevo investito le mie risorse interiori per alleviare problemi altrui, non avevo molto da offrirle, ma il mio cuore, ora, mi diceva che avremmo potuto. Lui si sentiva pronto a conquistarla, e spronava anche me a seguirlo nella nuova avventura: l'avverarsi di un sogno!
E il bel giorno è arrivato, il giorno in cui dovrò dimostrare a me stesso di meritare l'agognato premio. Saprò conquistare la sua fiducia in modo da sviscerare appieno le sue doti migliori? Per la completa soddisfazione di tutti e due, si intende!
Lei si propone, ed io le dico SI!, accettando tutte le sue condizioni. Vederla li, davanti a me, docile e disponibile, mi provoca una emozione quasi infantile, e poi... dopo una lunga attesa che neanche sapevo fosse l'attesa di un momento possibile. Solo ora mi rendo conto che è mia. La prendo, con trepida mano, e la conduco con me, dolcemente, come fosse una fragile rosa. E mentre andiamo, camminando sicuri, la guardo con amorevoli occhi e guardo la gente con aria spavalda, e nelle mie orecchie echeggiano i rumori della strada e dei motori, trasformati da lei in una dolce sinfonia.
E subito penso: "Quanto tempo sprecato! Quanti giorni sono ormai andati senza averla per mano! Quanta gioia ci siamo negati, l'un l'altro, per inutili timori!, Ma ora dobbiamo riconquistare tutti quei momenti, saranno più belli di quelli sprecati."
E andiamo, nel vento, con l'aria che rinfresca le mie membra e il suo motore, con le gomme che, sull'asfalto, emettono quell'eccitante, tipico rumore di rotolio dei copertoni "tacchettati", con il freno che, nuovo, ad ogni toccata emette quel fischio stridente, andiamo, andiamo ad annusare i profumi dell'aria primaverile che cambiano di metro in metro, seguendo il variare della vegetazione e delle piante che scorrono vicine. Sentiamo insieme quei quasi impercettibili cambiamenti di temperatura che soltanto insieme a lei si possono apprezzare. Piegandoci, in curva, sfioriamo l'asfalto con il piede, e subito raddrizziamo, per essere pronti ancora per la prossima curva.