Neve contro vento, leggera, acquosa ma inutile. Inutile sperare di poter ritornare a quelle sere che avrebbero potuto cambiare i suoi giorni, le speranze e i desideri. Stupido solo pensare che lui avrebbe cambiato idea... Anna lo sapeva bene e, aggiustandosi le cuffie sulle orecchie tra i capelli scompigliati dal freddo, aveva scelto ancora sul proprio cellulare una delle sue canzoni preferite, da riascoltare con la solita nostalgia." Vivo per lei e non ho più battiti regolari al cuore,...". Stava tornando in autobus a casa dal lavoro, l'ultimo giorno dell'anno, un 2010 passato in un lampo tanto che a lei sembrava quasi di non averlo vissuto veramente, ma di averlo solo sognato, un lungo monotono incubo. L'autista, un fulvo giovanotto di trentanni che abitualmente l'accompagnava a casa in quella fascia oraria aveva sintonizzato l'ascolto generale sul GR24, sulle notizie economiche, sulla crisi occupazionale giovanile e sull'emergenza rifiuti a Napoli. I soliti problemi ormai da anni. Solo che lei di sentire che mezza Italia era nei casini proprio non ne poteva più, era satura di tutti i nervosismi che si beccava in ufficio, non le piaceva la sua professione e sperava in una grazia dal cielo, in una opportunità di andarsene via di li, magari all'estero. Oltre tutto era pure una single trentenne arrabbiata e per gli ideali che aveva, questa situazione di stallo durava davvero da troppo tempo, un'intera vita spesa in cerca di un ispirazione e di un mito a cui dare una forma materiale. Mancava ancora una quindicina di minuti per arrivare alla sua fermata. Si abbassò quindi la visiera del proprio berretto onde evitare di guardare la strada davanti a se, chiuse gli occhi: per lei ora c'era solo un estatico momento di calma. La musica scorreva fluida con piccoli brividi lungo le spalle. Poi una voce metallica avvertiva: "Prossima fermata: Azzano Decimo, Piazza..." L'autobus si fermò, anzi brutalmente inchiodò ed emise un suono cacofonico procurando alla giovane donna un sussulto che la fece riemergere infastidita dalla sua beata comodità. Il conducente intanto aveva appena finito di mandare a quel paese un'auto che lo aveva preceduto per un lungo tratto ed aveva infine parcheggiato voluttuosamente proprio alla fermata con i grumi di neve ai lati. "Ma che gente ignorante mi tocca vedere, con questo tempo da cani poi... Lei che ne dice avvocato?" Anna sorrise dal suo posto in prima fila: "Meglio che non mi esprima, anche perchè è l'ultimo dell'anno e non vale proprio la pena arrabbiarsi.". Superato l'inghippo in centro, l'autobus procedette quindi spedito verso la periferia ma l'incanto era ormai rotto. Era quasi arrivata. "Ultimo giorno di lavoro per entrambi, stasera si gozzoviglia,..." Il giovanotto sorrise a sua volta compiaciuto probabilmente per la serata che avrebbe trascorso chissà dove. "Eh, già... Lei va da qualche parte?" "A casa di amici, se Dio mi assiste, visto che è un po' lontano da qui,...". I minuti ora scorrevano più velocemente, più facilmente perchè avevano qualcosa di cui parlare e da condividere. "Bene, io sono arrivata. Le auguro buon fine e buon principio!" Con un luminoso e falso sorriso, Anna quindi scese dall'autobus ricevendo a sua volta gli auguri."Anche a Lei buon 2011!!" Il giovane così le rispose delicatamente e richiuse lo sportello fuggendo via. Eh, già,... Mentre si incamminava verso casa a piedi con la borsa a tracolla e sotto il placido nevischio, la donna emise un flebile lamento di scontentezza: "Chissa dove sei ora?".