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Evento nazionale
Non appena i seggi furono chiusi le televisioni di tutto il paese diedero letteralmente i numeri: percentuali di elettori che si erano recati a votare, probabilità di vittoria di uno schieramento politico piuttosto che un altro, confronti con elezioni precedenti. Istituti di ricerca facevano a gara a sfornare numeri, spiegando però che si trattava solo di proiezioni e che per tanto non dovevano essere prese per dati certi.
Sui principali canali nazionali furono invitati politici per discutere in tempo reale l'evolversi delle elezioni nazionali. Chi avrebbe avuto la maggioranza dei seggi parlamentari? Gli Italiani avrebbe riconfermato la forza politica che aveva governato fino ad allora oppure ci sarebbe stato un cambio di rotta?
Sebbene i dati fossero oggettivi, la loro interpretazione poteva assumere sfumature assai diverse a seconda di chi li leggeva.
Nessuno però si azzardava a festeggiare prima della pubblicazione dei risultati ufficiali, visto che già in passato, previsioni errate, avevano spinto politici a brindare ad una falsa vittoria.
Gli Italiani pazienti sarebbero rimasti svegli fino a tarda notte per scoprire il vincitore, gli altri avrebbero appreso la notizia l'indomani.
La sveglia suonò alle 7. 01 come tutte le mattine. La sera prima, esausto a causa dell'influenza che lo aveva colpito all'improvviso rovinandogli il week-end, aveva provato a restare sveglio davanti al televisore in attesa del risultato tanto atteso, ma faticava a tenere la concentrazione e, cosa ben peggiore, in caso in cui le cose fossero andate come da lui auspicato, non avrebbe neppure avuto la forza per esultare. A malincuore quindi alle 21. 30 aveva ceduto e, dopo aver preso una dose di medicinali maggiore di quella consigliata, si era infilato sotto le coperte isolandosi dal mondo esterno e rimandando la soddisfazione della sua curiosità al giorno successivo, sperando di stare meglio.
I medicinali sembravano aver fatto effetto, si sentiva molto meglio. Era ancora un po' debole, ma la febbre era passata, la testa aveva cessato di girare e, soprattutto, sapeva che avrebbe potuto esultare. In condizioni normali avrebbe evitato di andare al lavoro e sarebbe rimasto a casa per recuperare totalmente le energie, ma quel giorno era troppo importante per rimanere chiuso da solo nel proprio appartamento.
Resistette alla tentazione di accendere la televisione o la radio. Sicuramente, su qualunque canale si fosse sintonizzato, avrebbero parlato del grande evento del giorno prima, rovinandogli così la sorpresa e il piacere di apprendere tutti i dettagli direttamente da suo quotidiano preferito.
Andò in bagno e, dopo una rapida doccia, passò alla rasatura della barba. Aprì la finestra per fare uscire un po' di vapore acqueo disappannando così lo specchio. Prese un barattolo dall'armadietto alla sua destra e si spruzzò una gran quantità di schiuma sulla mano, poi si accarezzò la faccia, finché non fu interamente coperta da una bianca barba di schiuma. Si sciacquò le mani e afferrò il rasoio. Mentre la lama passava sulla sua pelle iniziò a riflettere. Adorava quel momento, era ideale per pensare ed organizzarsi le idee. Quello era un giorno importante, non solo per lui, ma per molti altri italiani. Se le cose erano andate come sperava lui, sarebbero avvenuti cambiamenti importanti. Nei mesi precedenti lui e molti altri Italiani avevano sperato in questi cambiamenti e sapeva che se le cose non fossero andate nel verso giusto sarebbe anche potuta scoppiare una rivoluzione.
Si sciacquò la faccia e allungò la mano per prendere l'asciugamano alla sua sinistra. Constatò che era ruvido e pensò che forse avrebbe dovuto iniziare ad utilizzare l'ammorbidente.
Si spostò in cucina dove mise la caffettiera sul fuoco. I suoi occhi si posarono sul televisore, gli sarebbe bastato accenderlo e fare un rapido zapping per porre fine alla sua curiosità. No, avrebbe resistito. Il piacere di apprendere il risultato direttamente dal giornale sarebbe stato impagabile.
Improvvisamente pensò che le cose sarebbero potute andare diversamente da come lui sperava. Immaginava già i commenti e le battute dei colleghi che avevano idee diverse dalle sue sulla materia. Decise che in quel malaugurato caso sarebbe tornato a casa e avrebbe chiamato l'ufficio dicendo che non si era ancora ripreso completamente dall'influenza, almeno avrebbe sofferto da solo e in silenzio, senza dover sopportare le punzonature dei colleghi.
Prese un paio di brioche confezionate e le mangiò mentre attendeva che il caffè fosse pronto. Dopo poco sentì la caffettiera borbottare. Spense il fuoco e versò il liquido scuro nella tazza. Aspettò che si raffreddasse un po' e nel frattempo rifletté ancora su ciò che lo avrebbe atteso in ufficio. Sapeva che quel giorno non si sarebbe parlato d'altro. Già nelle scorse settimane c'erano state le classiche discussioni che precedono un evento del genere. Com'è ovvio non tutti la pensano allo stesso modo sull'argomento e si creano inevitabilmente due schieramenti, ciascuno dei quali sostiene le proprie tesi a favore della propria fazione.
Poi c'era chi si disinteressava totalmente all'argomento, persone che lui non riusciva a comprendere. Come si poteva non avere idee a riguardo?
Andò in camera e iniziò a vestirsi. Camicia, pantaloni, scarpe, giacca. Prese la cravatta e si pose davanti alla specchio. Si ricordò che durante la notte aveva sentito qualcuno esultare, ma, non riuscendo a stabilire da dove venissero esattamente le grida di gioia, quel fatto non gli fu d'aiuto né gli rovinò la sorpresa, sapeva infatti che gli occupanti degli appartamenti adiacenti al suo avevano fedi opposte. Le sue dita di mossero troppo velocemente e il nodo risultò leggermente storto. Lo disfò e si apprestò a rifarlo. Poi però sfilò la cravatta dal proprio collo e la gettò sul letto. Al diavolo la cravatta, quel giorno sarebbe andato al lavoro senza.
Uscì di casa e decise di scendere le scale a piedi. L'ansia era ormai era talmente elevata che non sarebbe riuscito a rimanere fermo sul pianerottolo il attesa dell'ascensore.
Si fiondò fuori dal palazzo e si diresse direttamente verso l'edicola all'angolo. Ormai c'era, presto avrebbe saputo chi aveva vinto.
Appena il giornalaio lo vide sorrise e gli porse immediatamente una copia del suo quotidiano preferito.
Dato che erano accomunati dalla stessa fede interpretò quel gesto come un segno positivo. Prese il giornale tra le mani, quasi gli tremavano per la tensione. Il cuore batteva veloce nella sua cassa toracica. Buttò un'occhiata alla prima pagina e trovò immediatamente la notizia che lo interessava. Lesse con attenzione il titolo e non riuscì a trattenere un grido di gioia. Si scambiò uno sguardo di intesa con il giornalaio, voleva quasi abbracciarlo, anzi lo avrebbe fatto se non ci fosse stato un bancone a dividerli. La tensione lasciò il suo corpo, si sentiva più leggero, come se gli avessero tolto un macigno dal petto. Era un giorno memorabile: la sua squadra del cuore aveva vinto il derby, giocato la sera precedente, ed era ad un passo dalla vittoria del campionato.
Poi i suoi occhi si posarono su un altro titolo e si ricordò che il giorno precedente c'erano state anche le elezioni parlamentari. Per curiosità guardò quale coalizione politica avrebbe guidato il paese per i prossimi anni. La notizia però non suscitò in lui alcuna emozione, tanto indipendentemente da chi avrebbe governato, non sarebbe cambiato nulla.
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