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Dialogo tra un lombrico e un pescatore
- Perché mi vuoi far del male?
- Chi è che parla?
- Sono io, mi stai tenendo tra le dita e stai per trafiggermi il corpo con un uncino metallico.
- Ma... tu sei un lombrico. Non è possibile che un lombrico mi stia parlando!
- In effetti non ti parlo come fate tra di voi umani. Non ne ho gli strumenti. Sto comunicando con te per via telepatica.
- Ciò è ancora più strabiliante. Non è mai successo niente di simile!
- Mai dire mai! Quello che non è accaduto in passato può sempre accadere. Oggi il grande Dio Verme ha esaudito le mie preghiere.
- Voi lombrichi avete un Dio?
- Certo, tutte le creature viventi hanno un proprio Nume tutelare. Mi risulta che anche voi umani ne abbiate uno... anzi più di uno.
- Non ho intenzione di sprecare il mio tempo parlando di teologia con un lombrico. Sono qui per pescare, quindi lasciami proseguire.
- E intanto chi ci rimette la vita sono io... e nel modo più doloroso.
- Non credevo che i lombrichi provassero dolore.
- Eccome! Tutti i viventi provano dolore se sono feriti, mutilati, uccisi. Siete voi, per vostro tornaconto o divertimento, che fingete di non saperlo.
- Ma è la legge di natura: il più forte sovrasta il più debole.
- Bella legge! Te la sei fatta a tuo uso e consumo: vorrei vedere se venisse qui uno più forte di te e ti infilasse un palo acuminato nel culo facendolo uscire dalla bocca. Non invocheresti certo la legge di natura!
- Non mi sembra che l'esempio che tu fai sia calzante. E poi sei anche sboccato, per essere un lombrico! Tra di noi abbiamo altre leggi che ci tutelano.
- Ci avrei scommesso!
- E aggiungo che ultimamente ci siamo preoccupati anche degli animali, che sono tutelati pure loro.
- Bene! Allora toglimi quell'uncino da dosso.
- Veramente le norme di tutela non comprendono animali di specie inferiori, come insetti, vermi, eccetera.
- Mi compiaccio! Questo è razzismo bello e buono! E chi decide quali sono le specie inferiori?
- Ora basta! Non me ne starò più a lungo fermo qui a farmi insultare da un verme! Ti ricordo che l'unico e vero Dio ha detto che l'uomo ha la proprietà di tutti gli animali.
- Nel senso di proteggerli e convivere con loro come un buon padre. Cosa che non credo proprio abbiate fatto! Praticamente state sterminandoli tutti!
- Ma dobbiamo pur nutrirci.
- Veramente il vostro Dio vi aveva comandato di nutrirvi di vegetali e dei loro frutti.
- Lo so, ma poi le cose sono cambiate. D'altronde gli uomini primitivi dovevano cacciare per non essere cacciati.
- Sono trascorsi millenni, ma oggi, anche se non è più necessario, lo fate ancora, per puro diletto. Non credo tu sia venuto a pesca per necessità. Probabilmente se pescherai dei pesci non li mangerai neppure, ma li darai al gatto.
- E anche se fosse?
- Anche i pesci soffrono fuori dall'acqua, pur se non emettono lamenti. Come ti sentiresti se ti togliessero l'aria?
- Adesso basta!
Il pescatore, con un movimento deciso, anche se un po' nervoso, terminò di infilzare il lombrico nell'amo, effettuò un bel lancio arcuato proprio al centro della rapida corrente del fiume e si compiacque della sua abilità. Pensò anche che avrebbe fatto bene a sostituire per il futuro la grappa che teneva con sé nella fiaschetta con del tè al limone.
Tuttavia quel giorno nessun pesce abboccò alla sua esca.
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