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Buonanotte alla mia Madame Bovary, a te, a me
Forse è così che dobbiamo viverci: lontani.
Tu in una fredda e lontana e bella e fertile città del nord.
Io nella tua madre terra, arida e deserta, che ormai si è abituata ai tuoi, sempre più frequenti, addii.
Io no, non riesco ad abituarmici. Forse perché non ci siamo neanche detti " ciao", un semplice a fior di labbra saluto innocuo, e pure, così grondante di chissà quali ignote ( e da me sognate) conseguenze! Come faccio a lasciarti se non ti ho mai avuto?
E pure mi trovo a parlare di te. Tu che non sai nemmeno come mi chiamo, chi sono, cosa faccio. Io di te invece so tutto: brutta cosa spiare la vita altrui da un profilo virtuale sotto mentite spoglie. Spero mi perdonerai...
So, ad esempio, che c'è qualcosa tra noi, che non si può spiegare. Rileggendo questa ultima frase, non nascondo, che mi meraviglio di me stessa e non mi piaccio. È una tipica frase da ragazzina quindicenne alla prima cotta, o da cantautore stile Pausini o Antonacci o D'Alessio. Con te non posso esser scesa così in basso!
Ora recupero, dammi il tempo di una riga e giuro che recupero!
Da circa un anno ospitiamo una cagnolina randagia. È diventata la cocca di mia madre, la sua ombra, e non esce mai dal giardino, forse perché è tale la sua paura di essere abbandonata un'altra volta da schiacciare la sua natura curiosa e girovaga. In questo arco di tempo tuttavia ha ricevuto delle visite da cani di passaggio. Sia ben chiaro incontri privi di qualsiasi finalità procreativa dato che la bestiolina è stata sterilizzata.
Dal momento che faccio come lavoro a tempo pieno la spettatrice della vita altrui, in forma virtuale o reale che sia, non potevo perdermi lo spettacolo offerto da i comportamenti della mia amica a quattro zampe e dei suoi nuovi amici. Ebbene lei ha sempre dimostrato una certa simpatia per un pitbull a macchie nere, un cane del tutto innocuo e per esser cattivi anche un po' stupido. Ho pensato, sarà per la prestanza fisica. Ed in effetti questo cane, forse consapevole di questo talento, non degna neanche di uno sguardo la mia cucciola. Un 'annusata e via a conquistare il mondo! E lei che lo vede allontanarsi ancora eccitatissima e scodinzolante per la sua inaspettata visita. Una visita lampo ma frequente nell'arco della giornata.
Dentro di me ho paragonato il comportamento del pitbull a quella di alcuni esseri umani che amano essere adulati e cercano piccole ma continue conferme per rafforzare il proprio ego. Penso che lui venga a trovarla non per affetto ma semplicemente a questo scopo. Ma alla mia cagnetta non l'ho detto. È un servizio che non presto a me stessa, perché farlo a lei?
Viene a trovarla talvolta anche un vecchio pastore tedesco. E qui la situazione è del tutto invertita. Il cane stravede per lei, ma lei in lui non vede altro che un nemico. Lo abbaia ed allontana con violenza fino a che il cane non desiste e se ne va.
Per giorni mi sono chiesta perché, quale fosse il meccanismo alla base dell'amicizia tra cani. Un odore? Un certo movimento della coda? Una parola detta nella loro lingua? Faide secolari tra due razze di cui noi uomini non siamo a conoscenza? Credo che un etologo, ne sappia certamente più di me ma io nel mio piccolo mi sono data una spiegazione recuperandola dal repertorio del linguaggio di tutti i giorni : si tratta di "pelle"( nel caso canino di pelo). Istinto, un sesto senso che ti dice che puoi fidarti ed avvicinarti all'altro.
Qui non voglio fare la parte della veggente con i poteri. Semplicemente è una cosa che non si può spiegare, che si sente e basta. Ho trasferito queste domande sul versante umano: mi sono chiesta se anche per gli uomini vale la stessa cosa. Se io ho mai avuto " un odore" " o un linguaggio del corpo" che in qualcuno avesse mai risvegliato la gioia e la simpatia che la mia cagnetta prova ogni volta che incontra il suo cane -adone. Poi una sera di fine dicembre ti ho visto dopo un po' di anni dalla fine del liceo. Stessi occhi verdi, capelli neri ma con maggiore maturità nella barba...
Tu sei il mio pitbull ( hai visto che ho recuperato e sono tornata la solita disillusa?). So di poterti aver vicino senza intimidirmi e parlare senza balbettare. Lo sento o semplicemente sento le parole della Madame Bovary che sonnecchia in me, ossia la donna sognante, romantica, sempre innamorata e pronta a coprire di innumerevoli qualità il primo scapestrato principe azzurro che gli capita a tiro.
Io non voglio, però, ustionarmi nel pensiero distorto di te e stare male. È un lusso che non posso permettermi.
Credo che mi armerò di un oggetto contundente per stordire la mia Madame Bovary ed indurla al sonno.
Te, invece, ti accompagno gentilmente nella camera da letto dei miei rimpianti, dei miei sogni cresciuti a metà, dei miei numerosi "sarebbe potuto essere".
Ad entrambi( ed anche a me) buonanotte.
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