racconti » Favole per bambini » La leggenda del pozzo senza fondo (terza parte)
La leggenda del pozzo senza fondo (terza parte)
Un giorno, dopo aver finito i vari lavori, si avviò verso il fiume. Decise di allontanarsi un po' per restare sola e capire, se era lei che sbagliava o lui. Doveva frenare quelle insignificanti emozioni d'invidia e rabbia che sentiva e far capire a lui che voleva avere più attenzione, anzi essere nel profondo del suo cuore. Camminando, si avvicinò a un salice piangente, molto vicino al fiume e sedendosi sul prato, abbracciò le gambe e abbassò la testa, chiudendosi in un mondo tutto suo per un attimo, nel buio infinito della fantasia.
Dai suoi occhi cadeva qualche lacrima, alzò lo sguardo e mentre osservava attentamente il fiume, dispersa nei pensieri, vide comparire all'improvviso qualcosa di strano. Era una ragazza giovane e trasparente anche se si notavano un semplice vestito e capelli lunghi. Camilla era un po'spaventata, ma la ragazza si mostrò subito gentile, così si tranquillizzò. Si presentò dicendo: "Ciao, io sono Flumen, posso aiutarti? Hai qualche problema?" Camilla dischiuse le labbra, ma poi non disse nulla, qualcosa la bloccava.
"Fidati di me, non voglio farti del male, il mio amico Salix mi ha chiamato vedendoti così triste. Tu mi vedi così trasparente perché sono l'anima del fiume, sono qui da tanti anni, la natura mi ha lasciato fluire insieme alle acque e non le ho mai lasciate. Salix è il salice che ti sta accanto, io posso parlare con lui e nonostante il suo nome sia salice piangente, è l'albero più allegro che conosco."
Camilla fu convinta, dalla sicurezza che mostrava e le racconto il suo problema. Flumen le consigliò subito la soluzione. "Che ne dici di diventare una bella gattina!"
Camilla rimase perplessa e aggiunse: "Ma come faccio?"
"Semplice, ti trasformo io."
"Ne saresti capace?"
"Sì, il fiume che non ho mai lasciato mi ha donato dei poteri, ma solo per aiutare qualcuno, non li posso usare per me."
"Poi rimarrò per sempre una gattina?"
"Dipende dai suoi sentimenti, se veramente ti ama, ritornerai la sua donna, altrimenti ti accoppierai con il gatto."
"Ok, ho deciso di provare e rischiare. Voglio avere la prova che, anche se non sono al centro della sua attenzione, i suoi sentimenti d'amore siano puri e soprattutto vengano dal cuore."
"Ora chiudi gli occhi e pensa intensamente a che gattina vorresti essere."
Camilla fece quello che le era stato detto e penso a una bella gattina dal pelo bianco. In pochi secondi Flumen alzò le braccia facendo un enorme cerchio, sussurrò delle parole magiche che lei non sentì, ma vide una luce immensa e quando riaprì gli occhi, era una splendida gattina. Era strano vedere il mondo con quelle dimensioni, ma era contenta. Flumen la salutò, augurandole buona fortuna e poi se ne andò, Camilla la vide volare via con le acque del fiume e la ringraziò. Si leccò un po' per pulirsi come fanno abitualmente i gatti e si avviò alla fattoria. Amos, non si era ancora accorto della sua assenza, perché era impegnato a lavorare.
Camminava elegantemente a quattro zampe e quando arrivò, vide gli altri animali della fattoria, ma non le diedero molta importanza perché era un animale e non del loro tipo. Chi la notò invece era il gatto, che balzò giù dal suo cuscino e si avvicinò per conoscerla.
"Miao, come sei carina!"
"Miao, grazie."
"Sei nuova del posto da dove vieni?"
Camilla non avrebbe mai pensato di iniziare un dialogo con il gatto che la coccolava, ma gli rispose spontaneamente.
" Si, sono appena arrivata."
"Vuoi diventare mia amica?"
"Certo!"
Dopo quelle quattro parole andarono insieme a giocare nel prato, accanto alla fattoria. Rincorrevano una farfallina, vedendola muoversi velocemente, cercando di catturarla. Saltavano da una parte all'altra, ma lei volava ed era difficile, però si divertivano. La confidenza diventava sempre più intensa, ma quando lui avvicinò il musetto teneramente, lei si tirò indietro. Era venuto il momento di dichiarare la verità, altrimenti lo avrebbe illuso.
Così gli raccontò quello che era successo e lui rimase sorpreso. "Sei veramente la ragazza della fattoria? Non ci credo, non può essere vero."
"Sì, sono io e questo e l'unico modo di avere attenzione e coccole da parte di Amos, come fa con te."
"Perdonami, non volevo rubarti tutta la sua attenzione, è colpa mia, ma non pensavo soffrissi così."
"No, non hai nessuna colpa tu, è un problema nostro. In fondo io ti voglio bene e non capisco perché mi dia fastidio, che lui ti adori, forse perché non dimostra il suo affetto per me nello stesso modo."
Tra le varie parole il sole era tramontato, sia Amos che Pasquale erano già tornati dai campi. I gatti si avviarono alla fattoria e lui offrì a lei un po' di posto nel suo cuscino, che accettò con piacere.
Amos entrò tranquillo in casa, pronto per mangiare, ma si accorse che Camilla non c'era, così chiese a Margherita se l'aveva vista. Lei non sapeva dove fosse, era impegnata a cucinare e gli disse che forse era uscita. Amos andò a vedere fuori intorno alla fattoria, ma non la trovò, rientrò in casa molto preoccupato e disse ai suoi amici che voleva andare a cercarla.
Si allontanò così dalla fattoria per raggiungere il fiume, poi provò a cercarla nel bosco e anche nel paesino più vicino, ma non la trovò. Disperato, tornò a casa e mentre camminava a testa bassa, pensava se le poteva essere successo qualcosa o se era scappata da suo padre, perché non era più felice con lui. Solo allora si accorse di quanto si era allontanato da lei e di quanto il loro rapporto era cambiato. Mentre il cielo cominciò a piangere, qualche lacrima scivolava anche dai suoi occhi, ma invano perché il problema non lo risolveva. Scoraggiato, si avvicinò al cuscino del gatto, pensando solo a lei e ai bellissimi momenti che avevano passato insieme. Quando lo vide, si accorse che accanto a lui c'era la gattina bianca ed era contento che avesse trovato una compagna, ma anche invidioso perché lui l'aveva persa. Accarezzò entrambi con tenerezza e lei riprovò emozioni stupende.
Si rassegnò e decise di andare a letto, voleva portarli con sé, ma il gatto si allontanò facendogli capire che non voleva seguirlo. Andò in camera sua e si sdraiò sul letto, accanto alla gattina, che ogni tanto accarezzava. Non riusciva a dormire e guardando il soffitto, si mise a parlare ad alta voce: "Domani la cercherò ancora, non può essere scappata. Come ho potuto, essere così stupido da non capire i suoi sentimenti, lei voleva solo un po' d'attenzione. A cosa serve essere insieme, se poi si pensa solo a se stessi e ai problemi. Lei ha cercato di farmelo capire, dedicandomi ogni momento e facendomi felice, ma forse io sono diventato troppo freddo. Mi ha sempre detto, che nella vita la cosa più importante è l'amore ed è vero, mi diceva parole dolci e importanti, era un po' sconvolta e angosciata, mentre io la prendevo in giro dicendo che faceva melodrammi." Smise di parlare e si mise a pregare il Signore, perché potesse aiutarlo a ritrovarla e poi si addormentò anche se un po'agitato. La gattina, che poi era Camilla, ascoltandolo aveva capito i suoi sentimenti, ma soprattutto che dentro il suo cuore c'era un profondo amore, solo per lei. Si avvicinò a lui, appoggiò il musetto alla sua spalla e si addormentò serenamente.
La lunga notte passò, come la pioggia smise di scendere. Lui non si svegliò mai e non si accorse di quanto si era avvicinata la gattina. All'alba un raggio di sole cominciò a penetrare dalla finestra e questo fece risvegliare Amos, che invece della gattina trovò appoggiata a lui la testa di Camilla. Rimase sorpreso, e le disse: "Stanotte, sei tornata?"
"Veramente non me sono mai andata, sono sempre stata qui accanto a te, ma tu non mi hai riconosciuto perché non avevo le mie sembianze normali."
Poi le spiegò del fiume, di chi aveva incontrato e le aveva consigliato di prendere queste sembianze per fargli capire il problema e risolverlo. Lui rimase un po' perplesso, ma poi l'abbracciò e la baciò dicendole: "Tu sei la mia vita e io ti adoro. Rimani sempre con me, senza di te la mia vita non avrebbe senso, ti amo!" Lei sorrise, era contenta, che lui aveva capito e che fosse tornata ragazza. Lui cercò di chiederle scusa per averla trascurata, voleva farsi perdonare, ma lei lo aveva già perdonato e gli disse: "Non preoccuparti, l'amore che provò per te ha cancellato tutti i momenti difficili. Poi ti capisco, so perché ti sei comportato così, tu pensavi a me e al nostro futuro, perché il tuo è un amore sincero, unico, profondo ed eterno. A me basta poca attenzione, proprio come fai con il gatto, semplici carezze e ti rivolgi a lui teneramente anche solo per qualche secondo. Sono sempre stata una ragazza, che non pretendeva tanto e questo basta per venirci incontro ed essere felici."
Passava il tempo e la vita continuava, tra Amos e Camilla c'era una perfetta armonia. Il lavoro proseguiva quotidianamente, ogni tanto qualche piccola lite tra di loro sbriciolava un po' di speranza, ma la forza dell'amore che li univa, sempre più intensamente, cresceva dopo una semplice pace.
Era già da un po' di tempo che Camilla ci pensava, ma non aveva mai il coraggio di confidarsi con Amos, finché una sera nella loro intima tranquillità decise di dirgli tutto.
"Amore, io sono preoccupata per mio padre. Lui non si è comportato bene con noi, ma è sempre mio padre ed io voglio perdonarlo, come mi ha insegnato il Signore. Vorrei che mi accompagnassi da lui, per qualche giorno, solo per salutarlo e vedere come sta. Non ho più avuto sue notizie e poi, tu non ci pensi ai tuoi genitori, gli mancherai."
"Non posso, mi dispiace ho paura di perderti, ormai quello è il passato bisogna pensare solo al nostro presente."
"No, ti prego, per me è molto importante, lui mi ha cresciuto. Ho sempre avuto solo lui e gli sono molto affezionata."
"Va bene, se ci tieni tanto ti porterò, io voglio che tu sia felice, ma promettimi che qualunque cosa accadrà starai sempre con me."
"Certo, non preoccuparti il nostro amore è eterno, come vedi, abbiamo risolto ogni problema. E ora non sono neanche più gelosa del gatto, perché tu mi sei sempre vicino, nel bene e nel male."
Dopo qualche giorno ne parlarono con Pasquale e Margherita, che li capirono e gli dissero che non c'era problema, perché loro avevano confermato il loro ritorno.
All'alba si preparano e partirono, avevano chiesto ai loro amici un carro in prestito trainato da un cavallo, così non avrebbero fatto tanta fatica, come quando erano scappati, che avevano camminato tanto. Nonostante il loro paesino fosse molto lontano, Amos riuscì poco per volta a ritrovare la strada. Mentre viaggiavano, si facevano compagnia parlando di tutto, anche di matrimonio, che Camilla sognava da tanti anni. Camilla lasciò il suo cofanetto, con dentro il petalo alla fattoria, ma decise di mettersi la spilla di diamanti a forma di farfalla, che le aveva regalato sua mamma, vicino al petto.
1234
un altro testo di questo autore un'altro testo casuale
0 recensioni:
- Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
Effettua il login o registrati