[Angela a don Gaetano]
"Fosse per me non ci sarei proprio venuta qui, padre. In quasi settant'anni che sto in questo quartiere non sono mai entrata in chiesa, né da sola né con mio marito. Ma lui è un bel testone, sa. Cosa gli sia preso, proprio non lo so, ora che lui è malato.
Sono due mesi che sta all'hospice e ormai non gli resta più molto. Sarà per la malattia, sarà perché, in fondo in fondo, lui proprio ateo non lo è mai stato, ma il fatto è che ieri mi ha preso un braccio, mi ha guardato fisso fisso, con degli occhi che non gli avevo mai visto e mi ha detto che vuole chiudere tutti i suoi conti, prima di morire.
Ha detto proprio 'chiudere', sillaba per sillaba, e che sforzo gli è costato!
Insomma, vuole parlare con lei e capire cosa ha da fare, per andarsene con la coscienza a posto.
La prego, lo vada a trovare, padre."
[Don Gaetano a Luigi]
"Mi stia a sentire. Ho ascoltato la signora che mi ha mandato, che, se non sbaglio, è la sua seconda moglie.
Lei l'ha mandata da me con una richiesta difficile, impegnativa. Chiede alla Chiesa di aiutarla a presentarsi al cospetto di Dio, mondato da ogni peccato.
Non è così semplice! Non si possono fare i propri comodi tutta la vita per poi sbiancarsi l'anima all'ultimo momento. La Chiesa non è una lavatrice, dove basta spingere un bottone e tutto è fatto!
Comunque, mi sono documentato ed ho anche parlato a lungo con il nostro Vescovo. Con l'aiuto del Signore abbiamo valutato - con tutta l'attenzione - il suo caso e siamo giunti ad una conclusione.
Verremo incontro alla sua richiesta. Ma c'è un problema, un grosso problema, che dobbiamo affrontare e risolvere prima che io possa assolverla. Forse lei non c'ha pensato, ma c'è, e pesa sulla sua coscienza. È un macigno che dobbiamo rimuovere.
Si tratta della signora Angela.
Suvvia, non faccia il meravigliato. Lei l'ha sposata 32 anni fa, con rito civile. Non poteva fare altrimenti, perché lei era già sposato. Con la signora Adua, per la precisione. Tre anni di matrimonio, poi la separazione e, appena è stato possibile, il divorzio, non è vero?
Sì, le mie informazioni sono corrette, lo so, non mi serve che lei aggiunga nulla.
Lei sa, vero, di essere in peccato? Da trentadue anni, in peccato mortale. Pervicacemente in peccato mortale.
Quella donna, per la Chiesa, non è sua moglie.
È la sua concubina.
Vivendo insieme, ogni giorno, vi siete macchiati di un peccato orrendo. Avete offeso uno dei sacramenti più belli. Avete dato scandalo, unendovi, quando c'era un'altra donna che aveva il diritto, ed il dovere di starle accanto. Questo è grave e intollerabile per la comunità dei cristiani.
Caro Luigi, sarò franco con lei. Se vuole veramente mettere in pace la sua coscienza, ha una sola via davanti a lei: allontani dalla sua casa e dalla sua persona quella donna. Smetta oggi stesso di vivere nel peccato.
E c'è di più. Con il vescovo abbiamo concordato che questo non è sufficiente a ottenerle il perdono della Chiesa. Se vuole rimediare, se lo vuole davvero, deve cercare la signora Adua e chiederle di tornare a vivere sotto il vostro tetto."