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Breve storia dei cinque non-sensi
Un giorno inaspettatamente furono rapiti i cinque uomini più importanti della Terra. Ognuno di loro rappresentava un continente. Non si sa bene perché fossero stati presi, forse tutto era stato organizzato da alcuni scienziati emarginati dalla scienza ufficiale; ma questo non è certo, i giornali non diedero notizie approfondite sulle cause.
Fatto sta che questi luminari decisero di fare degli esperimenti giudicati successivamente troppo cruenti, cinici, invasivi, qualcuno li definì anche come frutto di pura goliardia. Chiusi in uno stanzino ultratecnologico provvisto di dispositivi video, audio e ultrastimolanti, gli scienziati emarginati decisero che i cinque uomini, presi forzatamente, dovessero usare uno solo dei cinque sensi in loro possesso.
I cinque potenti della terra furono rinchiusi in un bunker sotterraneo per un mese intero; gli scienziati avrebbero studiato gli effetti dell'uso prolungato di un solo senso talmente prolungato da divenire un non-senso. Questa storia è stata resa pubblica molti anni dopo l'effettivo svolgimento degli esperimenti soprattutto dopo l'irreperibilità degli scienziati già emarginati e dopo che i cinque uomini furono restituiti, non si sa come, alla vita di tutti i giorni.
I non-senso: la vista - l'uomo orientale
Un famoso e importante diplomatico orientale, di nome X, fu rapito durante il viaggio Pechino-Mosca. Vestito di tutto punto in un blu vellutato, forse solo la cravatta troppo grande lo faceva apparire minuscolo e incredibilmente un facile bersaglio. Il piccolo asiatico era un uomo che guardava il paesaggio dal finestrino di un treno veloce: in questa posizione fu deportato nel bunker degli scienziati già emarginati. Quel minuscolo essere si trovava nella condizione di essere il primo fra i rapiti, un privilegio questo che gli scienziati si sentirono di ripagare decidendo quale dei cinque sensi lasciare a lui attivo. Dopo un veloce conciliabolo, macchiato di chiazze di caffè e cenere nicotinica sul pavimento, il pool riunito fu concorde nel far utilizzare al piccolo e silenzioso malcapitato d'Asia soltanto la vista.
Il piccolo uomo, che a dire il vero non fece alcuna obiezione al suo stato di deportato fu immobilizzato all'interno di una specie di nicchia metallica con piastre magnetiche e fili elettrici. L'ometto orientale fu sovrastato da un casco che funzionava da inibitore delle terminazioni cerebrali: in questo modo gli scienziati avrebbero temporaneamente spento i quattro sensi inutili al contesto dell'esperimento e per tenere desta solo la vista. Tutto sommato il dottor X trascorse il suo mese di prigionia sensoriale tra il divertimento e la tragicità più assoluta. Non potendo utilizzare i quattro sensi restanti, l'asiatico X rimase del tutto immobilizzato e poteva avvertire eventualmente solo la necessità di mangiare. Per questo bisogno, dato che X non aveva più gusto e olfatto, veniva nutrito tramite pillole vitaminiche e proteiche sparategli in bocca dalla distanza di cinque metri con una fionda rudimentale. Anche gli scienziati seppur emarginati avevano bisogno di un po' di divertimento nel grigiore scientifico del bunker.
L'esperimento sul dottor X, il piccolo uomo asiatico, consisteva nell'esasperare la vista fino a renderlo un senso inutile, se è vero sostenevano i luminari fuori dal coro che si può vedere a volte anche senza occhi. Il diplomatico orientale era quotidianamente tormentato dalle visioni: al mattino presto si trovava di fronte una bellissima alba prima vista da lontano, come fosse alla finestra, poi sempre più vicino fino a essere parte dell'atmosfera e sovrastato da enormi uccelli che gli volavano praticamente addosso. Bisogna ricordare che la disabilitazione della maggior parte delle funzioni cerebrali non permetteva a X di urlare per lo spavento, protestare o in altre occasioni esprimere gioia e apprezzamento; in qualche circostanza veramente deplorevole riusciva solo a gemere come un gattino cui gli si pesta la coda. Era il caso delle tre del pomeriggio quando l'uomo orientale subiva terribili visioni apocalittiche: all'improvviso nella tranquillità di un volo d'ape estivo in un prato assolato, si apriva uno squarcio sanguigno all'orizzonte da cui avanzavano mostri a sei teste e busti senza arti; poi improvvisi fulmini abbaglianti seguiti dall'impressione che una gigantesca lingua arancione gli si avvicinasse con straordinaria celerità pronto a inghiottirlo in un sol boccone. E così per un mese si alternavano dolci visioni di tramonti sul mare, viali innevati attraversati da carrozze ottocentesche, il succedersi lento delle stagioni e dei loro colori a terribili vedute dirette di cadute in burroni profondi, vampate di fuoco improvvise e assalti di tigri nella calura della savana.
Alla fine del mese e dell'esperimento, lo scienziato segretario annotò su un registro per metà compilato che la vista da sola non aveva alcun significato sensoriale.
II non-senso: l'udito - l'uomo africano
In quello stesso giorno alla scarsa ombra de Il Cairo, durante un'imperdibile consesso internazionale, quattro simpaticoni (tali sembravano) rapirono il presidente H. lo presero senza esitazioni mentre era intento a sistemarsi la cintura dei pantaloni all'uscita dalla toilette.
Come gli altri capi mondiali, anche H fu accolto festosamente dagli scienziati esclusi da tutti i circoli scientifici. L'uomo africano tentò una comprensibile protesta, provò anche ad appellarsi alla Convenzione de L'Aja sui diritti dei prigionieri, ma fu immediatamente sedato con una puntura endovenosa alla vaniglia. Dopo un breve briefing, gli scienziati decisero di lasciare al presidente H soltanto l'uso dell'udito, questa decisione venne dopo aver valutato il grande senso del ritmo degli africani e così sarebbe stato interessante (e diciamo anche divertente suvvia) stimolare fino all'eccesso l'abilità sensoriale dell'orecchio. Anche l'uomo africano fu deposto nella nicchia e, spenti i quattro sensi inutili per quel mese, fu pronto a vivere un mondo di suoni (a volte non troppo belli). Fu un mese terribile per il presidente H, sottoposto a bordate sonore di ogni tipo tra monotoni martelli pneumatici, esplosioni, tuoni, colpi di artiglieria pesante, sirene di fabbrica, seghe elettriche e quant'altro di meno piacevole ci possa essere in un suono. L'uomo africano veniva svegliato di buon'ora da un quasi assordante trillo telefonico da cui rispondeva una voce in cui si alternavano urla isteriche e risate. Era un dolce risveglio d'altronde, non potendo utilizzare il gusto anche a mister H venivano sparate ogni due ore delle pillole al caffellatte, hamburger o frutta.
Il presidente africano per tutta la mattina era trattato con i guanti bianchi: per diverse ore poteva ascoltare le Quattro Stagioni di Vivaldi solo però a un volume esagerato. Certo lo scienziato analista notò che la buona musica portava enormi benefici all'umore del deportato, l'udito era indispensabile per potersi rendere conto delle cose e muoversi nell'ambiente e quasi stava per piangere; ma il divertimento non poteva essere a senso unico. Dopo vibrazioni melodiose, suoni avvolgenti e rilassanti, sinfonie emozionanti, gli scienziati tecnici dell'audio penetrarono i timpani del malcapitato presidente H con fastidiosi e, a volte, terrificanti rumori; poteva trattarsi di un trapano che cercava insistentemente di bucare un muro; poteva essere il rumore elevato del traffico di una metropoli, tra clacson, frenate, incidenti, il suono monocorde ma altissimo di un gong; sirene di ambulanza, polizia, carabinieri seguite da uno scoppio fragoroso di risate. L'uomo africano provò a protestare, a far sentire il suo dissenso ma dalla sua bocca non uscivano che rantoli sguaiati. E così per tutto il mese il presidente H veniva addormentato con una dolce nenia, ma proprio sul punto di entrare nel tenue mondo dei sogni partiva una musica tipo rock duro a un volume talmente elevato da lasciare il nostro africano H insonne per tutta la notte.
Alla fine del mese fu visto lo scienziato segretario annotare con tremore e sgomento un grosso punto interrogativo sul registro degli esperimenti: si può vivere solo usando l'udito? La risposta della scienza però tardava ad arrivare.
III non-senso: l'olfatto - l'uomo oceanico
Nelle medesime ore mentre giocava allegramente con i suoi figli sul prato del ranch, nei dintorni di Sidney, un elicottero prelevò a sorpresa il generale P. Fu visto con terrore dalla sua famiglia ascendere il cielo avendo in mano ancora la palla del figlio più piccolo, il quale non si sa se piangesse per la perdita del padre o della palla. Immobilizzato, intubato e connesso con i sistemi informatici nella consueta e ormai familiare nicchia, l'uomo oceanico fu privato senza esitazione di tutti i suoi sensi tranne uno. Senza motivare, gli scienziati emarginati dalla scienza (e ormai non vi sarebbero più rientrati) decisero di lasciargli attivo soltanto l'olfatto. Ah i profumi, gli odori, gli aromi, come si farebbe a starne senza e a non avvertire quelle effusioni che la natura ci emana quotidianamente. Purtroppo ci sono anche i cattivi odori, le puzze, gli olezzi. Al pari degli altri deportati fu un mese pressoché terribile anche per l'uomo oceanico P, ex generale in poche ore. Certo la mattina era svegliato da un fortissimo aroma di caffè nero, sarebbe stato favoloso poterne sorseggiare con calma prima di andare a lavoro ma ora la situazione era molto diversa e soprattutto mancava all'uomo oceanico proprio il gusto, quindi è anche inutile stare qui a parlarne. Era anche prevedibile che subito il caffè, quello stesso aroma si trasformasse in un olezzo nauseabondo (come si legge da qualche parte). Via di seguito il generale P rimase tramortito dalla puzza di monnezza, forse tutta quella che era stata raccolta a Napoli fu lentamente ma inesorabilmente inserita nel naso del deportato dall'Oceania; poi odori vomitevoli come quelli degli scarichi fognari, stantii vari, pannolini di neonato, uova marce. Anche il generale P tentò invano di rifiutare questa sua situazione e il fatto di essere una cavia per la scienza, ma gli animali erano finiti e si rassegnò a protestare muovendo velocemente il naso su e giù a destra e a sinistra. Naso che, tra l'altro, era l'unica parte del corpo che emergeva dall'ombra, illuminato da un piccolo faretto cimiteriale. Ovviamente gli scienziati del bunker non erano così spietati come si crede, ogni tanto e poi sempre più spesso iniettavano degli odori, delle fragranze, degli aromi sicuramente di provenienza del migliore chef attivo in quel momento. E poteva essere odore di buon pane appena sfornato, gran profumo di ragù, carne arrostita, salsiccia e quant'altro da lasciare l'uomo oceanico quasi esanime come rilevarono i segnali acustici dei marchingegni infernali a disposizione in quello stanzino. Gli scienziati emarginati non facevano tutto quello questo per benevolenza nei confronti del loro prigioniero, bensì per soddisfare i loro piaceri; infatti i buoni odori non erano riprodotti artificialmente ma frutto di un catering appositamente ordinato per quel mese di esperimenti.
Per tutto il giorno c'era un via vai di camerieri da far invidia alle più importanti cerimonie: gli scienziati potevano così gustare a sbafo qualsiasi pietanza tanto da risollevarsi da tutto quel grigiore scientifico. Che importanza aveva far annusare buoni odori anche al prigioniero? Anzi si era notato che l'uomo oceanico soffriva di più per gli aromi piacevoli che per quelli cattivi. Anche a sera, prima di concedersi il meritato riposo e dopo aver iniettato nell'apparato nasale un buon quantitativo di odore di benzina bruciata, il generale P poteva annusare con dolore una favolosa fragranza di liquore alle erbe che nel frattempo i luminari lì presenti avevano provveduto ad assaporare con enorme soddisfazione.
Alla fine dell'esperimento lo scienziato segretario, visibilmente ingrassato e rosso in volto, scriveva a fatica che se anche noi scienziati avessimo solo il senso dell'olfatto quale senso avrebbe?
IV non-senso: il tatto - l'uomo europeo
Il ministro F era un uomo di poche parole, ma aveva sempre un sorriso a portata di bocca per tutti; fu rapito semplicemente e sotto gli occhi di tutti ma nessuno batté ciglio. Furbescamente un brutto ceffo gli bussò alle spalle e voltandosi si trovò già imbarcato su un aereo con destinazione ignota. Appena giunto nel bunker, l'uomo europeo non ebbe nemmeno il tempo per fare delle domande, tipo posso andare in bagno, potrei avere un bicchiere d'acqua che fu immediatamente addormentato. Quando fu sveglio, il ministro F si accorse di non vedere, non sentire né gustare e avvertire odori; in pratica gli scienziati emarginati gli avevano lasciato intatto solo il senso del tatto in base al fatto che come ministro era abituato a mettere le mani dappertutto. La cosa positiva per il deportato: fu lasciato libero nei movimenti perché ci si accorse che era necessario sviluppare il tatto non soltanto con le mani, ma anche con i piedi e perché no con tutto il corpo.
Sarebbe inutile dirlo, comunque anche per l'uomo europeo fu un mese all'insegna più del terrore che di altro innanzitutto perché, non potendo esercitare quattro sensi, era costretto il più delle volte a muoversi a quattro zampe e in spazio molto angusto. Il ministro F poteva liberamente toccare, stringere, accarezzare, pizzicare ma ogni volta non sapeva quello che toccava. Poteva capitare, ad esempio, che si accorgesse di avere fra le mani un gatto riconosciuto accarezzandone il pelo: gli sembrava morbido, quasi un docile batuffolo che all'improvviso diventava una fredda barra metallica piena punte taglienti da provocargli un dolore talmente forte che ogni urlo lo strozzava. Certo gli scienziati fuori dal coro si resero conto che, attraverso il tatto, l'uomo europeo poteva riconoscere le cose e rendersi conto di quello che toccava. Allora decisero, per farsi quattro risate, di fargli stringere un coltello dalla parte della lama, un pezzo di lava vulcanica incandescente, delle piccole foglie spinose. Altre volte gli scienziati lasciavano che il ministro F camminasse con maggiore libertà, di solito questo succedeva al pomeriggio simulando una passeggiata al parco. Appoggiato a un bastone, l'uomo europeo camminava lento su un terreno rustico ma a piedi nudi. Dopo aver sentito foglie umide, breccioline solleticanti, sabbia scivolosa si entrava nel vivo della magia di questa passeggiata.
In rapida successione metteva un piede in escrementi, l'altro piede nel fango, poi si trovava fino alle caviglie in una pozzanghera melmosa e andava a sbattere brutalmente con le ginocchia contro un blocco di marmo. Fine della passeggiata? Macché, il ministro F fu subito rimesso in carreggiata tramite una corda e addosso gli cadde il diluvio universale: pioggia, grandine, neve che poteva benissimo sentire attraverso la tattilità del suo corpo. L'istinto dell'uomo europeo lo portava a correre verso un riparo sicuro che però non riuscire a individuare, finiva così a sbattere violentemente contro le pareti appositamente appuntite del gabbiotto. Per non lasciarlo bagnato e passibile di malattia, F fu costretto a camminare sui carboni ardenti, sulle fiamme e buttato contro un megatermosifone alla temperatura di un altoforno; certo a questo punto fu asciutto ma anche la sua esperienza tattile giunse al termine.
Alla fine del mese lo scienziato segretario, che aveva preso in simpatia il ministro europeo, dovette scrivere a malincuore che soltanto toccare non c'era gusto e anche il tatto era divenuto un non-senso. Loro comunque si erano divertiti tantissimo.
V non-senso: il gusto - l'uomo americano
Bisogna ricordare che in quello stesso giorno furono rapiti cinque uomini indispensabili all'umanità nei diversi continenti; a differenti latitudini corrispondevano diversi climi e temperature. A Città del Messico c'era un caldo impressionante, anche il sole cercava l'ombra così di ombra non ce n'era più. Sotto il tormento del caldo il professore J fu prelevato amichevolmente mentre sgranava con avidità un doppio cheeseburger. Veramente da vergognarsi per tutta quella voracità.
Giunto di fronte alla commissione scientifica degradata, gli fu chiesto apertamente quale dei sensi avrebbe usato più volentieri. L'uomo del continente americano fu sicuro nel tessere le proprie lodi come gran mangiatore, degustatore di cibi e bevande che poteva riconoscere a occhi chiusi. Tutti scoppiarono in grosse risate e comunque decisero di lasciargli intatto il senso di cui tanto si vantava: il gusto. Fu organizzato per l'occasione un catering di tutto rispetto con tanto di camerieri in livrea, solo che la parte migliore era riservata agli scienziati emarginati i quali, proprio per questo motivo, si sentivano in diritto di rifarsi con pantagrueliche mangiate.
Al professor J., è il caso di dirlo, venivano lasciate le briciole che comunque ingoiava senza neanche masticare. Questo indispettì gli studiosi perché sembrava emergere che il professore americano fosse addirittura insensibile al suo senso preferito. Così per rompere un po' la monotonia che inevitabilmente la prassi scientifica lasciava loro addosso, i degradati luminari decisero di forzare il gusto del malcapitato professore con qualcosa di forte: bisognerebbe avere una minima reazione di fronte al gusto, buono o cattivo che sia, caspita! In questo modo fu azionato un cucchiaio meccanico per portare alla bocca della cavia americana una poltiglia indefinibile dal sapore misto di acciaio, ferro, plastica bruciata e pomodoro cotto. La conseguenza dell'assaggio fu che il volto del professore cominciò prima a contorcersi in modo strano per poi culminare nello sputare l'ignobile zuppa direttamente sul pavimento subitamente pulito dallo sguattero di turno. È facile confermare che questo atteggiamento dissacratorio fu tenuto dagli scienziati per sempre emarginati lungo tutta la durata dell'esperimento; d'altronde era la prima volta che accadeva una cosa del genere soprattutto in campo scientifico. Intanto il professor J avrebbe continuato a gustare delle vere e proprie prelibatezze: dopo un brevissimo assaggio di panna montata, che preludeva a una buonissima torta con le fragole, l'uomo americano iniziò ad assaporare nella sua bocca qualcosa di leggermente amaro, poi un po' speziato, sempre più pepato fino ad assumere il sapore di altamente piccante tanto da creare continui conati al deportato in formato di cavia. Altre volte l'esperimento sul gusto del professor J riguardava i liquidi, principalmente quelli semplici e banali. Solo apparentemente banali, infatti in un bicchiere d'acqua, in una tazzina di caffè, in una tazza di tè erano sciolte sostanze ben più goliardiche di quello che si poteva gustare. Tutti questi sbalzi gustativi avevano praticamente alterato la percezione papillare dell'uomo americano: quello che era dolce sembrava salato, ciò che era amaro sapeva di buono, il caldo poteva essere assaporato come freddo. Per non parlare dei pochi ma terrificanti minuti in cui il professore americano doveva sentire passare nel suo palato liquidi ghiacciati alternati a sostanze vischiose bollenti.
Così alla fine del mese di esperimento J fu ritrovato con la bocca contorta e l'esofago spostato di tre millimetri. Lo scienziato segretario annotò sul grande registro che se l'umanità si basasse soltanto sul gusto ne deriverebbero gravi squilibri psicologici e sociali.
Alla fine del mese di esperimenti, gli scienziati liberarono i cinque più potenti uomini del pianeta che furono riportati nei rispettivi continenti; ognuno di loro molto lontano da casa perché, almeno per gli scienziati emarginati, il divertimento non aveva mai fine. Questi grandi luminari non giunsero a una vera e propria teoria. Nulla di scritto è rimasto o forse è andato totalmente distrutto. Capirono però che per la questione dei sensi, questi non potevano essere considerati uno alla volta ma dovevano essere presi e utilizzati, anche inconsapevolmente, tutti insieme. Perché se ci si fosse imbattuti in una persona con tutti i sensi funzionanti, allora probabilmente non ci sarebbe stato proprio nulla da ridere. Un senso usato in autonomia e senza il minimo supporto degli altri sarebbe stato inutile. Sarebbe stato un non-senso come i cinque che gli scienziati emarginati avevano individuato nel loro mese di esperimenti approfonditi.
Dopo di loro, su questa storia, ci fu solo un silenzio di tomba, di bara. Chi bara? Nessuno. O forse si, qualcuno di truffaldino c'è sempre come chi ha raccolto e diffuso questa vicenda. Una storia sui sensi senza senso o sui non-sensi ma con un senso ben preciso.
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