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Una frazione di secondo
Qualcuno bussò alla porta della classe, proprio mentre la professoressa annunciava i nomi degli interrogati.
- Avanti!-
Un ragazzo alto e snello, ma non troppo sottile, con corti capelli castani e occhi scuri si affacciò nella stanza. Con un sorriso travolgente, espressione da conquistatore attivata, ben impressa sul volto, si rivolse alla professoressa, col chiaro intento di farla capitolare al suo fascino.
- Buongiorno Prof. Potrebbe uscire Monica Delenti? Il professore di matematica dovrebbe comunicarle delle informazioni per il compito di recupero... Non ci vorrà molto, in ogni caso.-
Il suo tono di voce basso e dolce era quello abituale, ma sortiva sempre l'effetto desiderato. Tutte le ragazze della classe lo osservavano con gli occhi appannati dall'ammirazione e anche la professoressa era rimasta momentaneamente confusa da quella "visione celestiale".
- Sì... sì, certo... Tutto bene Daniele? Come procedono gli studi?- chiese la docente, con un sorriso accattivante. Assurdo! Una donna di quell'età che ci provava con un diciottenne! Speranze di qualcosa di proibito, desideri sopiti di una signora che ormai di giovane non aveva più nemmeno la voce. Eppure era lì, a guardarlo e a sorridere come la più consumata delle attrici, delle conquistatrici. Daniele sorrise educato. Assurdo.
- Tutto bene signora Goffoli, anche se sono molto impegnato per fare in modo di passare questo esame. La maturità è un bel traguardo. -
La donna annuì, continuando a fissarlo stordita. Era un bel ragazzo, innegabile, molto sopra la media sia in fatto di fisicità sia di mentalità. Un colpetto di tosse non identificato la riportò alla realtà e la donna fece cenno alla ragazza richiesta, Monica, di alzarsi.
- Vai, ma non trattenerti molto. Dobbiamo iniziare a spiegare Verga. -
La fanciulla, di media statura, con corti capelli neri e occhi azzurrissimi, si avviò alla porta, mentre le sue compagne le scoccavano occhiate di intesa e sorrisetti malcelati.
Daniele chiuse la porta, salutando la professoressa, poi non riuscì più a trattenersi. La adagiò contro il muro e la baciò con una tale passione da farla quasi svenire.
- Mi sei mancata da morire!-
Monica ridacchiò sulle sue labbra.
- Ma se sei passato l'ora scorsa!-
Lui scosse la testa, strofinandole la fronte contro la frangia.
- Non posso starti lontano nemmeno un minuto! Sei una sirena incantatrice ed io non voglio più sciogliermi da questo incantesimo! -
- Così t'inventi le scuse più assurde per uscire dalla classe e venire qui?-
- Oh sì, è il minimo che possa fare!-
Con il prof. di fisica aveva chiesto di andare in bagno, all'ora d'italiano aveva avuto un calo di zuccheri immaginario e si era precipitato a prendere una bustina di zucchero altrettanto immaginaria. Poi si era offerto volontario per ritirare le merende dell'intera classe al bar e dopo ricreazione, all'ora di storia dell'arte, aveva convinto la prof. a farlo andare a parlare con il docente di biologia per non si sa quale motivo.
- E la scusa per la prossima ora quale sarà?-
- Suppongo che sia ragionevole se sentissi lo stimolo di tornare in bagno! È dalla prima ora che la trattengo!-
Risero insieme. Due bambini in corpi da adolescenti. Due amanti con sembianze di giovani inesperti. Due anime legate da un doppio fil di ferro: la felicità e l'amore.
- E comunque la Goffoli è proprio una pervertita!-
Il gruppetto di ragazze scoppiò a ridere, rivivendo mentalmente la scena della quinta ora. La prof. che sbavava senza ritegno alla vista di un ragazzo di 18 anni, era decisamente un evento comico!
- Dai ma che schifo! Avete visto che sguardi che gli lanciava? Sembrava che si stesse immaginando chissà quali notti di sesso sfrenato. -
- Bleah, smettila mi viene da vomitare!-
Continuarono a ridere come delle pazze, anche Monica. Anzi lei era quella che rideva più forte.
- Intanto lei può solo immaginarlo...- disse allusiva, con un sorrisetto malizioso.
Tutte smisero immediatamente di ridere e la fissarono con le bocche spalancate, curiose fino al midollo, ma incapaci di formulare la fatidica domanda. Per fortuna ci pensò Arianna, la più schietta di tutte.
- Lo avete fatto e non ci hai detto niente? -
- Non ancora ma... penso che oggi... -
Un coro di gridolini eccitati esplose. Metà della gente nel cortile della scuola si voltò a guardarle, incuriositi. Alle ragazze non importò più di tanto.
- Dai, dici sul serio?-
- Spiegati meglio!-
- Oddio, che bello!-
- Magari fossi al tuo posto!-
- Dove lo farete?-
Monica diventò rossa e rise.
- Raga, dai, una alla volta. Oggi pomeriggio usciamo. E non ho il ciclo... quindi...!-
Qualcuna rise, altre applaudirono. Arianna si raccomandò:
- Dacci dentro sorella!-
- Sì, però mi raccomando, i preservativi. - le ricordò Alessia, la prudente.
Monica annuì.
- Tranquilla, glieli ho visti nel portafoglio, un giorno.-
Erano ferme nel piazzale, al centro dell'universo comune, eppure in un mondo completamente loro. Parlavano di cose normali per la loro età, roba da tutti i giorni. Roba importante. Ridevano, scherzavano, discutevano di cose serie col sorriso sulle labbra. Ma erano consapevoli che non erano cose da sottovalutare. Mai.
- Penso che Daniele ti stia aspettando.- ipotizzò Carla, guardando verso una Mini Cooper rossa e bianca con un figo pazzesco appoggiato alla portiera. Guardava verso di loro.
Monica si voltò e lo vide. Le sorrise. Gli sorrise.
- Ciao ragazze, ci vediamo domani mattina in classe. - disse allegramente.
- Sbagliato, ci sentiamo tutte stasera su Facebook. Vogliamo i particolari.-
- Ahahahaha. Ok, vi scrivo sul nostro gruppo! -
Le ragazze si salutarono. Monica andò verso Daniele.
- Perché non mi hai chiamata? Pensavo che fossi tornato a casa, visto che sei uscito prima.-
- Stavi parlando con le tue amiche. Non volevo interromperti. -
Lui continuava a sorridere, tenendola stretta, le braccia attorno alla sua vita. La guardava come se avesse tra le mani una stella caduta dal cielo.
- Figurati, le vedo tutti i giorni, per ben sei ore! Potevi interrompere senza problemi. -
Anche lei continuava a sorridere, mentre parlava. Gli teneva le braccia allacciate al collo. Avrebbe voluto saltargli addosso senza ritegno, ma c'era troppo pubblico. I professori stavano iniziando a uscire.
- Dai saliamo in macchina. Se ci vedono, la nostra copertura salta e non sarò più credibile se vengo a chiamarti in classe! -
Monica scoppiò a ridere e corse al posto del passeggero. Daniele mise in moto e uscì dal parcheggio con una sgommata.
-A che ora vengo a prenderti oggi?- le chiese lui.
" Ma anche subito amore mio! Madonna, quanto sei bello! Ti amo da morire, nemmeno immagini!"
- Mmmm, facciamo alle quattro?- propose lei.
" E come faccio ad aspettare fino alle quattro? Impazzirò, me lo sento. Non ce la posso fare, ti amo così tanto che dipendo da te! Sei fantastica!"
- Va bene amore mio. E dove andiamo?- domandò Daniele.
" Ovunque! Anche il Burundi andrebbe bene con te!"
- Non lo so, tu che dici?- replicò Monica.
" Dico che va benissimo anche il parchetto dietro casa. Tanto nemmeno me ne renderò conto di dove mi troverò. Sarò talmente preso da te!"
- Per me è uguale. Qualche preferenza?- s'informò il ragazzo.
" Sì, rimaniamo in macchina e facciamo l'amore!"
- Potremmo anche rimanere in macchina a farci le coccole. - ipotizzò la ragazza.
" Oh sì, rimaniamo in macchina e facciamo l'amore!"
- Aggiudicato!- esultò lui. Si sorrisero, inconsapevoli che i loro pensieri più profondi coincidevano.
La Mini rossa era ferma in un parcheggio di una zona isolata, dove non passava mai nessuno. Il cielo stava perdendo colore, man mano che le ore scorrevano, annunciando il passaggio di testimone del sole alla luna. Il sedile del passeggero reclinato all'indietro, Monica era sdraiata con gli occhi chiusi, in uno stato di pura estasi, mentre Daniele, su di lei, le tormentava un seno con la lingua. Erano seminudi, caldi, i vetri dell'auto erano ricoperti di condensa. Monica gemette, quando le dita di Daniele si avvicinarono alle sue cosce e si spinsero oltre. Quando poi lo sentì avvicinarsi col bacino al suo, aprì gli occhi di botto e lo guardò. Lui le accarezzò la guancia.
- Amore... Ce l'hai?-
Daniele annuì e si sporse a prendere il portafogli dalla tasca dei jeans. Lo aprì e pian piano la sua espressione tranquilla si trasformò in stupita e poi in terrorizzata.
- Che succede?- chiese la ragazza.
- Ero sicuro che fosse qui... cazzo, l'ho prestato a Michele la settimana scorsa! Me ne ero completamente dimenticato! - esclamò, battendosi una mano sulla fronte. Monica chiuse gli occhi, delusa. Aveva una voglia incredibile, ma senza contraccettivo non si poteva.
- Amore ti giuro che sto attento, mi controllo ed esco prima di... -
- Ho paura... -
- Non devi amore mio. Te lo prometto, non succederà nulla! Fidati. -
Monica lo fissò, in preda all'indecisione. Poi pensò che in fin dei conti, lui era più esperto in quel campo, che sapeva come fare a controllarsi. Si lasciò convincere. E fecero l'amore.
- Amore...-
- Amore mio! Allora? Ti sono tornate?-
Daniele era agitatissimo. Una frazione di secondo, ecco di quanto aveva ritardato e poteva aver combinato un casino!
- No... Sono uscita ora dalla ginecologa.-
Oddio.
- Che ha detto?-
Monica e Daniele stanno insieme da due anni. Daniele si è diplomato, ha iniziato a studiare Ingegneria all'università e a lavorare per un meccanico come aiutante. Riesce a conciliare le due attività con buoni risultati ed è felice. Anche se a volte si guarda in torno e invidia i suoi coetanei.
Monica si è diplomata e ora da ripetizioni d'inglese. Guadagna abbastanza, ma non ha ancora il tempo necessario per continuare a studiare. È felice, anche se è terribilmente dura andare avanti senza scoppiare a piangere.
Monica e Daniele stanno insieme da due anni. E hanno una bambina di un anno e mezzo. Elena, concepita in una Mini Cooper, in una sera di primavera.
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