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Riflessioni di un morto
Oggi è sabato. Questa mattina c'era anche il sole e il cielo era celeste come un pastello a cera. Per certi versi mi dispiace di essere morto in un giorno così bello, però per altri ne sono felice. Almeno non sono trapassato in uno di quei giorni piovosi e bui, in cui sei costretto ad accendere la luce anche a mezzogiorno. Effettivamente è un peccato. Avrei potuto fare tante di quelle cose, invece di perdere tempo a morire! Andare a lavoro, per esempio! Il mio capo era - anzi è, poiché il morto sono io, non lei - una bellissima donna, forse troppo "cresciuta" per me. Ma se l'amore non ha età, figuriamoci il sesso! Me la sarei volentieri portata a letto se fossi vissuto un paio d'ore in più. Peccato.
Avrei potuto telefonare a mia madre, non la sentivo da più di una settimana. Strano che non avesse telefonato lei, però. Di solito mi bombardava di chiamate a tutte le ore. Una volta il cellulare si era messo a squillare alle due di notte. Non si rendeva ancora conto, dopo tre anni, che c'erano 6 ore di differenza tra l'Italia e New York e il risultato era che mi svegliavo di soprassalto e le rispondevo a mugugni, beccandomi anche la ramanzina perché ero "sempre così scontroso con lei".
Se non fossi morto, sarei potuto andare a vedere una partita di football. Non che fosse il mio sport preferito, ma la tv via cavo non era grande fonte di trasmissioni sportive che dessero calcio, quindi mi adeguavo. Avevo iniziato anche a tifare una squadra, il cui nome mi sfugge, ma che era la prima in classifica, fino a venerdì. Lo è ancora, di certo, visto che sono trascorse solo 12 ore dalla mia morte. Non so se può in un qualche modo interessare a qualcuno come io sia effettivamente passato a miglior vita. Di solito la gente è curiosa rispetto a certe cose, anche se il cadavere è un perfetto sconosciuto. Devo ammettere però che la mia morte non è poi così eccitante. Non c'è dietro nessun tipo di organizzazione criminale, tanto per intenderci. E non soffrivo di nemmeno malattie gravi e compassionevoli a consumarmi poco a poco. Niente incidenti d'auto fuori dalla norma, nessuna coincidenza particolare o buffa. Insomma, in breve, ho avuto un semplice arresto cardiaco. Non so a cosa sia stato dovuto, fatto sta che mi stavo mettendo i calzini quando all'improvviso non ho visto né sentito più nulla. Per essere più precisi avevo appena infilato un calzino. L'altro è rimasto sul letto.
La mia memoria presenta un buco di circa un'ora. Infatti, non ho idea di come sono arrivato nell'obitorio dell'ospedale, fatto sta che è lì che ho ricominciato a sentire dei rumori. Non sono resuscitato, non fraintendetemi! Ero immobile, proprio come un cadavere, ma potevo sentire ciò che mi succedeva intorno. Non potete dire che è strano: non essendo mai stati morti, nessuno di voi può sapere cosa effettivamente accada a un defunto. Potete forse affermare con certezza che egli non senta odori o rumori? No, non siete mai morti. Non avete prove certe per simili affermazioni.
Sentivo le infermiere che si affaccendavano attorno al mio corpo inerte. Mi stavano vestendo per mettermi in una bara. Mi chiesi chi mi avesse trovato morto in casa, con un solo calzino. Non avevo parenti lì, a New York, ma tanti amici. E un coinquilino, ricordai. Non era rientrato la sera prima, quindi quando era rincasato stamattina, si era ritrovato un morto sul letto. Chissà che brutta sensazione. Mi sentivo quasi in colpa. Josh era un tipo impressionabile, non avrei dovuto giocargli un simile scherzo.
Avevano di certo avvisato la mia famiglia; Josh si occupava di... Beh, di tutto ciò di cui ci si deve occupare, suppongo.
Alla fine mi sono ritrovato comodamente sdraiato nella bara e mi sono chiesto cosa avessi addosso. Avevo un paio di completi eleganti nell'armadio, ma non avrei voluto indossarli in un'occasione del genere perché li associavo a eventi più allegri. Il primo, nero e formale, lo avevo indossato al matrimonio di mio fratello, l'anno scorso. Il secondo, invece, più morbido e casual, lo usavo per far cadere ai miei piedi le varie ragazze che attiravano la mia attenzione. Insomma, sarebbe stato davvero indecente indossarlo semplicemente per stare sdraiato in una cassa da morto!
Quando iniziavo ad annoiarmi, delle voci giunsero alle mie orecchie. Josh, piangente e sconvolto, accoglieva tutti coloro che avevano voglia di venire a darmi l'estremo saluto. Ed è andata avanti così per tutto il pomeriggio. La cosa positiva è che mi sono reso conto di quante persone mi volessero bene. Non me lo aspettavo. Ci speravo, ovviamente, ma da vivo cerchi sempre di diminuire le tue aspettative e tendere al pessimismo, cosicché le cose belle sembrano ancora più belle proprio perché te le aspettavi peggiori.
Sono passate dodici ore da quando, stamattina, ho smesso di vivere. Eppure qualcosa non va. Nonostante ciò che affermavo prima, anch'io sono convinto che i morti non sentano niente, né dalle orecchie né dal naso. E non credo che si mettano a pensare! Però, se fossi vivo, i medici se ne sarebbero di certo accorti. Dunque non sono né veramente vivo, né veramente morto. E ho sete. I morti non hanno sete. O sì? Tra l'altro mi fa male la schiena, perché questa bara non è per niente comoda! Istintivamente, mi tiro su e massaggio la spina dorsale con una mano. Tempo due secondi e urla sconcertate mi perforano le orecchie. Mi guardo in torno, tranquillo e vedo facce sconvolte che mi fissano come se fossi tornato dall'oltretomba. Beh, in un certo senso è proprio quello che è successo. Vedo il mio capo svenire, Josh correre fuori dalla stanza gridando "Infermiera!", i miei amici ammutoliti dalla sorpresa. Li saluto con la mano. Qualcuno imita il mio capo. Mi viene quasi da ridere a vederli lì, disseminati sul pavimento, privi di sensi. Un medico corre nella stanza e inizia a osservarmi, a sentire il mio battito e a esaminare le mie pupille.
- Che giorno è oggi?- mi chiede.
- Sabato.-
- Qual è l'ultima cosa che ha fatto e che si ricorda?-
- Mi stavo mettendo i calzini prima di... morire.-
Annuisce, pensieroso.
- Si è trattato di morte apparente, dunque.-
Wow. Ho fatto un salto nell'aldilà e poi sono tornato. Niente male.
Non mi lamenterò più di avere una vita noiosa!
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