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Ted Smith
Qualche manciata di anni fa in un luogo dimenticato da Dio viveva un uomo, un individuo semplice e garbato che svolgeva regolarmente il suo lavoro di membro della società. Non vantava nulla agli occhi della gente, aveva un modo di vivere di tutto rispetto seppur privo di qualsiasi particolare distintivo. Ted Smith era il suo nome e, essendo uno Smith, la gente sapeva che non aveva aspirazioni nella vita se non quella di mantenere le tradizioni di famiglia.
Mi ricordo che lo chiamavano Ted "Linea Retta", poiché la sua esistenza era così regolare e monotona da somigliare ad una continua linea, priva di ondeggi, tratti o imprecisioni. Nell'arco della sua giornata Ted svolgeva l'attività di falegname con passione ed impegno dedicandosi alla realizzazione di mobili ed oggetti per la casa d'ogni tipo. Si narra che una volta qualcuno gli chiese di realizzare un mobile con dieci cassetti invece che otto garantendogli anche un compenso maggiore per questo ritocco, ma lui non ne volle sentire e si rifiutò apertamente poiché non era ciò che era solito fare.
I fanciulli del villaggio si divertivano a burlarsi di Ted e si auguravano la fame piuttosto che un avvenire uguale al suo. Mi ricordo che quando ero piccolo si giocava sempre "al villaggio"; era un gioco che consisteva nell'interpretare la vita del villaggio e ognuno di noi ragazzini faceva la parte dell'abitante che voleva. Ho voluto citare questo ricordo perché era usanza affidare il ruolo di Ted "Linea Retta" all'ultimo arrivato poiché considerato di poca importanza, un po' come facevano le combriccole teatrali con i nuovi arrivati.
Porto ancora con me il ricordo di un giorno d'Agosto, presentatosi dapprima come insignificante ma che poi divenne per me molto importante. Come al solito sedevo sotto un albero e masticavo una verde spiga di grano con lo sguardo fisso sulla bottega di Ted. In preda ad una noia mortale decisi di entrarvi e fare due chiacchiere con lui. Quando v'entrai non ci fu niente che mi colpì particolarmente. La bottega si presentava molto ordinata ma priva di colori accesi, vi erano solo alcune cassette degli attrezzi rosse mentre tutto il resto era in legno, pareti e pavimento compresi. Ted sedeva su uno sgabello intento ad intagliare il legno ed io in un primo momento non mi sentii di interromperlo. Dopo alcuni minuti non ero ancora riuscito a catturare la sua attenzione, così decisi di richiamarla:
"Ehi Ted!" dissi alzandomi in punta di piedi, mentre urlavo.
L'uomo si voltò e con un sorriso quasi impercettibile si rivolse a me.
"Ehi ragazzo cosa ci fai qui?" mi chiese posando i suoi attrezzi.
Fermi tutti, va fatta una parentesi. Ted andava ormai per i sessanta e il suo corpo non vantava certo una conservazione esemplare. Aveva una corporatura gracile e la schiena storta a causa dei lavori forzati che svolgeva sin da quando era bambino. I lineamenti del suo viso non erano molto delicati ed erano segnati profondamente da una vecchiaia arrivata in maniera troppo precoce. Aveva le sopracciglia molto folte e bianche e gli occhi semichiusi, scavati nelle rugose cavità oculari. Mi ricordo che portava dei baffi folti e lunghi abbastanza da coprirgli parte del labbro inferiore. Sebbene il suo aspetto, rustico e poco curato, non lo facesse apparire una persona fine, il vecchio Ted aveva un aria simpatica ed era una persona molto cortese.
Quel giorno, questo tenero e rustico vecchio si ponva innazni a me con aria allegra.
Egli mi domandò cosa facevo nella sua bottega ed io esitai a rispondere. Effettivamente non mi era ben chiaro il motivo per il quale mi ero recato li dentro ma ormai ero li e quindi era tardi per pensarci.
"Non avevo nulla da fare e così ho deciso di farti visita" dissi portando le mani dietro la schiena e giocherellando con i piedi. Il vecchio mi sorrise e questo mi colpì molto. Stando agli aneddoti sul suo conto doveva essere un uomo che pensava solo al lavoro e che non amava essere distratto ne tanto meno conversare, ma quel suo sorriso mi lasciò intendere che era felice della mia visita.
"Oh, hai fatto bene figliolo. Vedi io sono un uomo vecchio, solo e triste, senza nessuno a cui parlare e quindi sono sempre felice di ricevere visite" mi disse accarezzandomi la testa con la sua mano ruvida e sporca di segatura. Si allargò sul mio volto un sorriso lieve ed in seguito si innescò la mia curiosità. Avevo sentito molte storie su Ted "Linea Retta" ma ora che me lo trovavo davanti avevo l'occasione di potergli chiedere quello che volevo e verificare se le voci sul suo conto erano vere o almeno fondate.
"Ted, è vero ciò che si dice sul tuo conto? Che hai una vita noiosa e monotona e che non fai mai nulla per sconvolgerla?" chiesi al vecchio con aria curiosa. Il vecchio rimase sorpreso alle mie parole, non che non fosse al corrente delle voci che giravano sul suo conto ma sono sicuro che non era a conoscenza del fatto che tutti i fanciulli si burlavano di lui e che gli aneddoti sul suo conto erano divenute come barzellette alle orecchie di quelle pesti.
"Vedi ragazzo io credo che ognuno ha quel che si merita... conosci il detto "Chi mal semina, mal raccoglie"?" mi chiese il vecchio a sua volta utilizzando una domanda come risposta. Quel detto lo avevo sentito gia dire più volte dagli abitanti del villaggio ma non avevo mai provato ad applicarlo alla vita reale. Mi limitai quindi ad annuire alle sue parole in attesa che continuasse a parlare.
"Nel corso della mia vita c'è stato un periodo dedicato ai sogni..." disse accompagnando il tutto con un sospiro. "Già, anche io come tutti gli uomini della mia età avevo dei sogni. Sognavo di lasciare questo assurdo villaggio e partire per una lunga avventura alla ricerca delle meraviglie del mondo, passando per l'oceano e per le montagne, per le colline e le pianure, per le strade e per i campi. Sognavo, ragazzo mio, di innamorarmi di una bella donna dell'entroterra e vivere con lei fino alla fine dei miei giorni. Sognavo di costruirmi una nave con le mie stesse mani e partire con un gruppo di avventurieri alla volta del mio destino, per sfidarlo e sconvolgerlo ed un giorno narrare ai miei figli le mie imprese" disse con un tono di voce fragile, come ferito. Quelle parole mi lasciarono a bocca aperta. Il vecchio Ted "linea retta" aveva delle aspirazioni così grandi che quasi stentavo a credere alla realtà dei fatti. Come potevo pensare che un uomo dall'esistenza monotona come lui avesse avuto in programma un'avventura così grande?
"Ma Ted... perché non sei partito? Perché non sei andato a cercare la bella donna dell'entroterra?" chiesi al vecchio con l'innocenza che solo un bambino può avere.
Ted esitò un po' a rispondere e poi, dopo un gran sospiro, si decise a parlare.
"Vedi ragazzo, io sono l'unico figlio maschio della famiglia e quindi è toccato a me continuare l'attività tradizionale degli Smith, falegnami da ben dodici generazioni. Ma oggi rimpiango la mia mancata testardaggine e vorrei aver avuto una maggiore determinazione. Ora ho ciò che mi merito ragazzo, se avessi creduto di più nei miei sogni ed in me stesso forse avrei trovato il coraggio di partire" disse il vecchio per poi sorreggere il suo viso tra le mani.
"Oh Ted..." mi limitai a dire per poi poggiare una mano sulla sua spalla.
"Ragazzo tu devi credere sempre in te stesso ed inseguire i tuoi sogni, devi fuggire dalla vita che ti è stata programmata e seguire il tuo cuore" disse in preda ad una forte nostalgia della sua giovinezza.
"Ma... Ted..!" mi limitai a dire rimanendo sorpreso dalle sue parole e dal modo nel quale me le aveva detto. Sembrava come arrabbiato e quasi mi spaventò.
"Promettimelo figliolo" aggiunse con voce spenta e sofferente mentre mi guardava. Io annuii e poi dopo essermi fermato a guardarlo qualche secondo uscii correndo il più forte possibile. Non so bene perché mi misi a correre, forse ebbi paura... ma di cosa mi è tutt'oggi sconosciuto.
Non arrivai molto lontano poiché la fatica mi raggiunse in breve tempo a causa del caldo. Mi diressi verso casa mentre ripensavo al vecchio Ted ed a ciò che mi aveva detto.
"Chi mal semina, mal raccoglie"
Mi dissi tra me e me mentre camminavo; mi rimase impressa una bella immagine di Ted da quel giorno che ancora oggi conservo con me. Da quel dì per me non era più Ted "Linea Retta" ma era semplicemente Ted, un uomo rassegnatosi al suo destino che però non ha mai smesso di sognare.
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- Vi ringrazio molto!
Francesco che trama e scrittura siano semplici è un po' voluta come cosa. L'ho scritto in un oretta qualche sera fa come "Allenamento" ma poi mi è piaciuto e ho deciso di pubblicarlo ^^.
LoScemoDelVillaggio
Anonimo il 11/03/2011 20:27
inanzittutto benvenuto! C'è qualche refuso. La scrittura è molto classica, la trama anche, e le atmosfere mi sono sembrate molto da vecchio western. Io preferisco scritture più sperimentali e "coraggiose", xò nel complesso non male! Non male
Anonimo il 11/03/2011 16:16
Di piacevole lettura, scorrevole anche nei momenti in cui ti soffermi a descrivere luoghi e personaggi. Bella pure la trama che hai scelto. Che altro aggiungere...? Bravo!
Anonimo il 10/03/2011 20:40
Bravo! Racconto molto lineare, coerente e ben scritto... morale?
Semplice:non mollare mai!
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