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L'angelo in più
La cerimonia è fissata per le dieci e trenta. È ancora presto - mi alzo, tanto non ho chiuso occhio tutta la notte, come ormai da tante notti. Preparo un caffè forte.
In casa c'è silenzio, Federico e Margherita stanno ancora dormendo. Mi pare di sentire ancora la voce di Manuela, mi pare di vedere il suo sorriso. Mia moglie era bella. Non perché fosse mia moglie, ma lo era davvero. Una bellezza naturale, non folgorante, bisognava guardarla con attenzione per carpire la bellezza così delicata che era in lei. Me la ricordo quando nella sua stanza faceva decoupage, la sua grande passione dopo quella del restauro. Riusciva a ritagliare sempre qualche momento da dedicare a questo suo amore. Era bellissima col grembiule bianco, chinata sul tavolo, mentre le sue mani creavano. Qualche volta mi chiedeva con garbo se potevo prepararle un caffè e poi lo gustavamo insieme. Io guardavo i suoi lavori, li commentavo, davo qualche consiglio che lei non seguiva, e poi la lasciavo lavorare.
Manuela se n'è andata - una settimana fa. Ha lottato fino alla fine contro il male che l'ha distrutta.
Ho lottato fino alla fine per non perderla. Più forte era la speranza e il desiderio di farcela, più i risultati erano deludenti. La malattia ha proseguito da se, senza ascoltare nessuno, ignorando farmaci e terapie. A una settimana di distanza mi trovo solo, sgomento, svuotato, con la voglia di battere la testa e i pugni sul muro e con la consapevolezza di non poterlo fare. Non ora perlomeno.
Perché tra tre ore Federico passa la prima comunione.
Sembra una storia montata su misura, una beffa del destino, un film sadico - invece è solo la realtà. Ancora non me ne rendo conto, eppure è così. Devo farmi forza, Manuela avrebbe voluto così. Ha fatto solo in tempo a preparare il cestino con le bomboniere da lei confezionate. È bellissimo, non poteva essere altrimenti.
Fatto con amore e per amore. Ha lavorato gli animaletti in ceramica, li ha colorati e sistemati nel cestino che sembra stiano in un nido di tulle celeste.
Federico si è appena alzato. Sembra anche lui uno di quegli animaletti, così piccolo, così bambino, così indifeso, senza un nido che l'abbracci. Avrei voglia di stringerlo forte, di piangere per dieci giorni interi insieme a lui. Ma devo fare il padre.
Ecco anche Margherita. Bella quasi quanto sua madre. Ha solo quindici anni e lo sguardo da adulta. Nessuno accenna niente. Facciamo colazione in silenzio, poi ci prepariamo.
Ancora dolore davanti alla Chiesa. Gente che ride felice, fotografi, flash, bambini che strillano e corrono. Qualche genitore sa della nostra tragedia, mi stringe la mano commosso.
Altri non sanno o fanno finta di non sapere. In certi giorni il dolore è inopportuno.
Federico viene invitato dal parroco a mettersi in fila con i suoi compagni. Tra le mani stringe un giglio bianco. Prima di avviarsi lungo la navata centrale si volta e accenna un saluto con la mano. Fiero e coraggioso, con una fredda malinconia in volto sconosciuta alla maggior parte dei bambini.
La cerimonia religiosa si svolge regolarmente, nell'arco di quindici giorni assisto a due eventi così grandi, così diametralmente opposti, un funerale e una comunione - due modi diversi per avvicinare le persone a Dio . Entrambi mi lasciano rabbia, ira, gelo. Chi l'ha detto che il dolore redime? Il dolore è fine a se stesso, il dolore genera solo altro dolore, una spirale che inghiotte anche i momenti più belli. Non redime nessuno - il dolore.
La cerimonia è terminata.
Federico mi viene incontro e mi abbraccia forte. Io gli accarezzo i capelli e contemporaneamente voltiamo lo sguardo sull'enorme affresco posto al centro dell'Altare: "Il Giudizio Universale".
Manuela ha sovrainteso i lavori del restauro. Tre anni fa, quando l'affresco fu terminato, anche una televisione regionale fece un servizio e Manuela fu intervistata. Io la prendevo in giro "- fra poco sarai una celebrità e ci lascerai..."
Era vero, lei ci ha lasciato, anche se non per diventare una celebrità. E l'affresco bello fiero e glorioso rimarrà lì per secoli. Lo guardiamo in silenzio. Chissà se anche Federico, come me, ora vede nell'affresco un angelo in più...
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1 recensioni:
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- Di una bellezza incredibile... hai un grandissimo talento...
Hai un grande dono.
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