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Graziella e la cucina

Graziella aveva prima gridato di saper cucinare, poi di non saper cucinare. "Deciditi" - le disse lo chef, porgendole un foglio bianco.
Lei prese il foglio e tacque. Cominciò a scrivere, in cima: "Decisione di Graziella sul saper cucinare di essa stessa". E continuò.
"Graziella dapprima era molto ricca e non sapeva cucinare. Era molto ricca, aveva i genitori, i soldi, una bella casa e due badanti per i nonni ricchi. Una delle due cucinava bene. Anche la mamma cucinava bene. Graziella andava a scuola, si vedeva con le amiche e giocava a tennis. Spesso andava anche al ristorante con i genitori e la mamma portava il cucchiaio alla bocca lentamente. Poi, dopo il primo boccone, la mamma stava a pensare se era stato cucinato bene. Graziella pensava che se era difficile cucinare bene in un ristorante, per essa stessa doveva esserlo molto di più. La mamma non l'avrebbe neanche assaggiato, un boccone cucinato da essa stessa! Ecco perché Graziella non sapeva cucinare.
Graziella prima era povera, molto povera. Era molto povera da molto tempo, perché viveva in un mondo di poverissimi che, per la povertà, nemmeno si salutavano. Questi poverissimi avevano tanta fame che non riuscivano nemmeno a cercarsi un lavoro. Lavoravano solo se era il lavoro a cercare essi stessi, ma si stancavano presto per la fame. Se qualcosa da mangiare riusciva a trovare essi stessi, la mangiavano così come arrivava, senza aspettare di cucinarla. Cioè, se arrivava una cipolla e del sale, addentavano subito perché non ce la facevano ad aspettare olio e pepe e il tempo della bollitura. Il sale, poi, meglio se era molto. Infatti gonfiava la pancia, prendeva la gola, faceva passare la voglia di mangiare e con la sua forza ammazzava la forza della cipolla cruda, cosicché quando non ce n'era più di cipolla, essa stessa era già morta e nessuno la cercava inutilmente. Quando era molto povera Graziella non sapeva cucinare perché il fuoco, l'olio, la verdura e le uova non arrivavano mai insieme e mai quando la fame era poca e c'era abbastanza tempo per cucinare.
Invece quando era né ricca né povera, né silenziosa né ciarliera, né accompagnata né sola, Graziella sapeva cucinare. Anche se occupava il tempo, riusciva a cucinare durante il tempo occupato, perché quando lo occupava era sempre più vuoto. Allora Graziella cucinava per essa stessa e, quando riusciva a fare qualcosa di buono, lo insegnava ad essa stessa per riuscire a ricordarlo. Invitava anche qualcuno a mangiare con lei. Quando lui le chiedeva "dove hai preso questa ricetta" lei rispondeva che l'aveva presa in un posto dove le mamme assaggiavano il primo boccone e poi scrivevano com'era fatto e che era buono. Quando Graziella era sola aveva sempre un buon odore di cucina, ma poi entrava qualcuno ed apriva la finestra, per far andare via l'odore.
Invece quando era ricca e povera, ciarliera e silenziosa, accompagnata e sola, Graziella andava a scuola di cucina, una scuola dove si pagava, e quindi sapeva cucinare, ma non ricorda di aver mai cucinato, né per essa stessa né per una tavola preparata con la tovaglia bianca, in una casa senza odori."
Lo chef ritirò e lesse il foglio, scritto in un tempo che non sarebbe bastato a cucinare un uovo sodo, e invitò Graziella a condividere una porzione di pasta al forno cucinata da "esso stesso", il giorno prima. Infatti erano all'ora della pausa pranzo, lo chef pranzava solo sul tavolo delle riunioni e Graziella non conosceva nessuno che sapesse cucinare, al di fuori dello chef "esso stesso", che era anche il solo ad invitarla a pranzo.

 

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5 commenti:

  • Valerio La Ferla il 16/04/2011 23:44
    Bella Giuseppe. Comunque concordo col Signor Ugo, un racconto fluido, si legge armoniosamente senza interruzioni nè incomprensioni.
  • Giuseppe ABBAMONTE il 07/04/2011 18:42
    Nicola
    ho letto più volte il racconto ed ogni volta vi trovo qualcosa di nuovo e diverso. Ma di sicuro, in compagnia di Graziella (e del suo autore) non mi sentirei mai solo.
    Un abbraccio
    Giuseppe
    PS Occhio a scrivere di cucina in maniera meno che solare. Si potrebbe sospettare che vi sia qualche spunto suscitato dalla cucina di tua moglie...
  • Ugo Mastrogiovanni il 17/03/2011 19:50
    Simpatico, fluido, originale e gradevolissimo.
  • Anonimo il 14/03/2011 11:38
    originale e particolare
  • Anonimo il 13/03/2011 19:43
    Graziella sta diventando sempre più un nome che manifesta idee.

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