La macchina correva, e le strade scivolavano passivamente sotto i miei occhi: un passaggio a livello, una stradicciola, un viale, un ristorante, pochi negozi, luci accese, una città che gioisce della vitalità di un sabato sera di settembre.
Il cielo era buio e non mi permetteva di distinguere alla perfezione colori e forme, ed il venticello che rinfrescava la serata non si sentiva all’interno della calda automobile, ma era penetrato nelle mie ossa poco prima, mentre ero in riva al mare.
La macchina si era fermata; i miei occhi si aprivano e vedendo un mondo vago e accennato venivano colpiti da quella scritta: era su un muro, un muro qualsiasi di un qualsiasi palazzo di una qualsiasi strada; era rossa e scritta con una bomboletta spray; si notava e spiccava su tutto il resto, sembrava essere l’unica cosa nitida in una sera così sbiadita. Diceva: RISPONDITI!
E la mia mente formulava domande che potessero essere collegate a quell’imperativo…
RISPONDITI…
Fissavo quella scritta e non volevo per nessun motivo spostare gli occhi da quel punto del muro.
La mia mente continuava a cercare quella domanda…
RISPONDITI…
La macchina si rimetteva in moto e la mia testa rimaneva girata verso quel muro fino al momento in cui non si riusciva più a vedere la scritta.
RISPONDITI…
E mi venivano in mente ancora domande troppo insulse…ma alla fine…
COSA VOGLIO?
RISPONDITI!
NON LO SO!