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Lo sbaglio più dolce
Due minuti. E io aspetto. Ferma, immobile, in silenzio.
E'come se in casa mia il tempo si fosse fermato e questi maledettu due minuti siano destinati a non trascorrere mai. Nel mio stomaco si agita un turbine di sentimenti. Paura, tristezza, frustrazione, stupore, speranza, impotenza.
Nella mia testa, invece, ci sono solo domande, così martellanti che non mi permettono nemmeno di cercar loro delle risposte.
Cosa faccio?
Lui che dirà?
Come affrontare tutto?
Perchè a me?
Come ho potuto essere così scema?
Non lo so. Non so niente. Vedo tutto buio, come se qualcuno avesse spento tutti i lampioni della città, durante una notte senza luna.
E la paura prende il sopravvento. Ho paura, tanta paura, come mai in vita mia.
Poi vedo tutto. Mi vedo a tavola, in cucina, mentre lo dico ai miei. Vedo mamma che scoppia a piangere e lo sguardo deluso di papà. Vedo mio fratello, ancora troppo piccolo per capire, che fa domande ai miei genitori; e mia nonna, che entra in camera mia, si siede sul letto e mi rimprovera con parole dure. Vedo lui, che scoppia a ridere quando gli do la notizia, credendo in uno scherzo. E poi lo vedo mentre se ne va, certo di non dovermi niente. Vedo tutta la scuola che parla di me compatendomi e le persone che adesso mi sono amiche voltarmi le spalle. Vedo la gente del paese che mi indica mentre cammino per strada.
La paura cresce, sempre di più e mi sembra di scoppiare.
Capisco che ho paura soprattutto perchè so che in realtà non ci sono decisioni da prendere o scelte da fare. Non ho alternative. È una cosa che non posso affrontare, più grande di me e dei miei diciotto anni. Odio essere codarda, ma in questo caso ho già deciso che dovrò eliminare il problema. Un intervento, mezz'ora, forse meno, e tutto sarà risolto. Veronica dice che non si sente dolore. I miei sbagli cancellati, come un'espressione sbagliata scritta sulla lavagna. Un colpo di spugna e l'errore sparisce.
Non ci sono più ansie, nè paure, resta solo la mia vita di sempre. La scuola, i genitori, la nonna, gli amici.
La paura mi da tregua. Ho preso la decisione giusta e sono soddisfatta, non felice, ma almeno soddisfatta.
Poi all'improvviso lo vedo. È davanti ai miei occhi, chiaro e limpido come se fosse vero. È lo sbaglio. Il mio sbaglio. Ed è lo sbaglio più dolce che abbia mai visto. Ha il viso paffuto, la pelle chiara e le guance rosate. I suoi capelli sono mille riccioli dorati e ha gli stessi occhi blu che mi hanno fatta innamorare. E poi mi sorride e l'unica cosa che vorrei fare è prenderlo tra le mie braccia e stringerlo a me. Lui è con me, dentro me. Mi sorride da dentro e mi dà forza. Io non sono sola. D'ora in poi ovunque io sarò, lui sarà con me, sarà dentro me.
E tutto cambia. Mamma piange, ma per l'emozione; lo sguardo di papà non è deluso, ma preoccupato per la mia salute; la nonna mi rimprovera, ma quando ha finito mi abbraccia e mi chiede se la prima sciarpina di lana la preferisco verde o gialla; lui se ne va, ma poi ritorda con un mazzo di margherite in mano e mi dice che insieme ce la faremo; la gente del paese parlano di me e mi indicano quando cammino per strada, ma perchè ammirano il mio coraggio.
Mi sento felice. Non sono più spaventata e impotente. Ho la forza dentro di me, sento che posso farcela, che voglio farcela.
Un minuto e trenta secondi. Aspetto ancora con il cuore in gola, ora spero, voglio, posso. Sono impaziente perchè non ho paura.
Due minuti. Il tempo è passato. Con le mani che tremano raccolgo l'asticella di plastica dal pavimento del bagno. E guardo il risultato. Una linea orizzontale, dritta, fiera, senza sbavature. È perfetta. E nella sua perfezione mi dà la notizia più bella che potessi ricevere, quella che ho aspettato per due settimane. Nessun problema da risolvere, nessuno sbaglio, nessun discorso da affrontare. Dovrei essere felice, ma poggio una mano sul mio ventre e mi sento improvvisamente vuota. Dentro di me non c'è niente. Resto sola con i miei problemi, il mio cuore infranto e la mia vita di diciottenne. E non riesco a trattenere le lacrime.
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