Eravamo nel 1967.
Si stavano facendo i preparativi al mio primo matrimonio: confetture, inviti, ristorante, viaggio di nozze, addobbi floreali per la chiesa... e tutto quel che comportava quell'avvenimento... si dice il più importante della vita!
Mi si avvicinò mio suocero dicendomi: "Bruno, alla vostra camera da letto, ci penso io".
"Grazie, Vincenzo", risposi abbracciandolo.
E venne il sospirato giorno. Tutto bene, ma gli attesi mobili ritardavano, così fui ospite dei suoceri che mi offrirono una delle tante stanze di casa loro.
Passò un mese e finalmente il fatidico regalo arrivò. Gli addetti alla consegna montarono la camera da letto e dopo la solita cospicua mancia si defilarono col solito sorriso di circostanza.
Trenta giorni dopo mi vidi consegnare una cambiale a mio nome di tot... lire.
Era la prima rata del mobilio. Andai da mio suocero e sorridendo, pensando ad una burla o a un errore nominale, gli dissi: "Don Vincenzo, cos'è sto' scherzo? Io non ho ordinato la camera da letto perché mi aveva assicurato che sarebbe stato lei a regalarcela".
"Sì" - rispose mio suocero - "ti avevo detto che ti facevo il regalo di scegliere la camera da letto, non che te l'avrei pagata io!". E senza aggiungere altro mi dette una pacca sulle spalle se ne andò sorridendo.
Rimasi talmente inebetito che non ebbi l'immediatezza di rispondere a quella che in quel momento mi parve una provocazione.
E per rispetto a mia moglie (che non volevo si contrastasse coi suoi) pagai per due anni quelle rate da me non volute!