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La Sacra Legge
Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te.
Un uomo grande, che possedeva grosse scarpe, camminava incurante nel giardino di Dio. Le piccole creature, che vi abitavano tremavano di paura al solo veder la sua ombra apparire. Ma il grande uomo, che aveva occhi per vedere e orecchie per ascoltare, pur vedendo ed ascoltando non si era mai mosso a pietà per nessuno, aveva continuato a schiacciare innocenti creature, ree solo d'aver incrociato il suo cammino.
Un giorno come tanti nel suo lungo andare, incrociò nel passo una piccola volpe albina, l'uomo alzò la sua grande scarpa con l'intento di schiacciarla.
Gigante!
Urlò la piccola e candida volpe.
Non mi hai neppure osservata, guarda il mio candido manto, e la luce dei miei occhi io sono la vita, schiacciandomi fai del male a te stesso.
Ahahahahahahah, stupida volpe.
Prese a ridere il gigante.
Come potrei fare del male a me stesso, schiacciandoti con la mia scarpa. A farti male saresti solo tu.
Ma allora tu non conosci la Sacra Legge?
Disse la volpina con voce tendente al gravoso.
Si è l'unica spiegazione, tu non conosci la Sacra Legge.
Aggiunse.
La Sacra Legge?
Disse con voce roboante il gigante, riprendendo a ridere.
Volpina, è risaputa l'astuzia di voi altre volpi, ma tu davvero sfiori l'improponibile.
Mi spiace gigante, ma stavolta sei in errore, la sacra legge è nota a tutti gli abitanti di questo posto, come puoi averla ignorata per tanto tempo, essa è continuamente sussurrata da ogni elemento del vivere, ed è impossibile che non ti sia giunta all'orecchio.
E cosa direbbe questa Sacra Legge.
Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te.
Smettila questa è la legge dei vili. Chi non fa del male solo per paura di subir lui stesso la stessa sorte, come me lo chiami se non vile.
La piccola volpe comprese che il gigante aveva si orecchie ed occhi ma non per ascoltare e vedere la vita.
Volpe dimmi allora come si è manifestata la punizione della sacra legge in me, che da sempre offendo il prossimo, che non ho amore per niente e per nessuno, fatta eccezione logicamente per questo bel fusto che ora ti trovi davanti.
Dalla vita mi sono sempre preso ciò che volevo. Questo mondo è fatto di piccoli esseri fragili, manovrabili come marionette, che compri con pochi spiccioli, che non hanno alcuna dignità, e chiunque non si sia piegato al mio volere, l'ho spezzato. Io sono un uomo RICCO.
Grande Gigante, tu non puoi scorgere il grande e buio tifone che ti segue passo dopo passo frutto delle tante nefandezze della tua esistenza. Tu osserverai le ricchezze che hai accumulato in terra con avida soddisfazione, ma non potrai mai scorgere la miseria del tuo cuore, e quando te ne renderai conto sarà ormai troppo tardi per porvi rimedio.
Non sarò io ad elencarti le tue miserie, mi limiterò a descriverti i doni dello spirito, e sarai tu stesso a dirmi poi quanto sei ricco.
Volpe, hai la lingua sciolta segno della tua saggezza, ti ascolterò.
La vera ricchezza è nel cuore degli uomini, e i doni del cielo non sono nel vivere del mondo, ma sono nell'immenso mondo interiore del tuo animo. Chi ha accumulato amore da sentirne il cuore pregno, riconoscerà in se, profonda saggezza, amore per il prossimo, pace, serenità, stabilità, potere decisionale, riflessione e luce.
Vedi i doni del cielo derivati da un giusto comportamento non giungeranno all'uomo meritevole dopo la morte, ma durante la sua stessa vita. Possiedi tu anche una sola delle cose che ho detto?
Il gigante non riusciva a mentire, alla piccola volpe, cosa che nella vita aveva sempre fatto con grande disinvoltura, sapeva che quella volpina leggeva chiaramente nel suo cuore, buio e privo di stabilità, e pertanto rispose dicendo:
No, nessuna delle cose da te dette mi appartengono, in me brucia l'eterno fuoco dell'insoddisfazione che mi spinge a correre nella disperata ricerca di motivi sempre nuovi che riaccendano il mio attaccamento al vivere.
Quanti sogni ho impastato da me stesso, convincendomi poi che nel loro raggiungimento c'era il mio vivere. E corri, corri in questa corsa forsennata, per arrivare a sfiorare il sogno e vederlo poi dissolversi nello spazio di un secondo perdendo ai miei stessi occhi il suo incommensurabile valore. Sono sempre strato un ciclone affamato che corre cieco verso il grande banchetto della vita, distruggendo ogni cosa gli si frapponesse davanti.
Vedi quando l'uomo raggiungerà l'ultima porta, consegnerà nelle mani del guardiano, le speranze e con esse le sue lacrime, e voltandosi per l'ultima volta indietro vedrà il mare dei suoi dolori asciugarsi al sole della consapevolezza.
La speranza sa accendere in noi nuovi fuochi fatui che illumineranno per brevi istanti il nostro buio cammino, ma non è nella speranza il domani dell'uomo, il suo domani è nella consapevolezza del suo immenso valore.
Ad un muratore fu affidato un compito da un ricco signore.
Costruisci per me la mia dimora, hai tra le mani carta bianca e mezzi.
Disse il ricco signore. Il muratore, si guardò intorno per un attimo e pensò:
Devo costruire una dimora per questo signore, che mi ha dato carta bianca e mezzi.
Una piccola voce alle sue orecchie prese a sussurrargli:
Ti ha dato fiducia e questa è una buona cosa, costruisci una dimora degna di cotanta generosità.
Mentre un altra piccola voce diceva:
Ti ha dato mezzi usali per migliorare la tua vita, e poi a tempo perso costruirai la sua dimora, sai come si dice finché c'è vita c'è speranza.
L'uomo non era confuso dalla duplice voce che soleva consigliarlo, sapeva bene che in ogni uomo è insito sia il seme del bene che quello del male. Ma costruire una dimora degna al signore lo avrebbe costretto a faticare tanto, e pertanto scelse la via più facile, visse con i ricchi mezzi del signore senza darsi alcun pensiero.
Quando il ricco signore tornò a prendere possesso della propria dimora trovò solo un mucchio di tronchi d'albero accatastati e basta.
E nel chiedere al muratore disse:
Ti ho dato mezzi e carta bianca e tu in questo modo ripaghi la mia fiducia?
E il muratore:
Signore non pensavo venissi tanto presto avrei, costruito nel tempo una degna dimora per il tuo passo.
Oggi ti svelerò un segreto.
Disse il signore.
Quella dimora che non hai costruito era la casa della tua anima. Niente hai dato e niente ti verrà restituito.
L'uomo consapevole sa che è artefice del proprio destino, e prepara strade certe per il suo domani, strade scelte attraverso l'occhio dell'amore e non offuscate dall' egoismo. Le scelte d'amore sono le più difficili, ma sono anche le uniche che ti porteranno sino alla tua vita.
Ora guardati alle spalle e osserva il male che hai fatto, il grande tifone del vivere e alle porte della tua esistenza per spazzarti via per sempre.
Tu non vedrai il sorgere del grande sole, e quando tutti avranno raggiunto la stessa consapevolezza sarai divenuto polvere per la nuova terra.
Nooooooo, ti prego voglio vivere, cosa posso fare per fermare il grande tifone.
Fa del bene al tuo prossimo e cerca la tua felicità attraverso l'occhio dell'amore e non dell'egoismo, solo l'amore per la vita ti condurrà all'ultima porta. Basta con le speranze e i falsi orizzonti, sono solo il prolungamento della tua agonia, vivi davvero la tua esistenza con forza e coraggio.
Il gigante si guardò alle spalle e vide tanto dolore, e fu allora che togliendosi le grosse scarpe, prese a camminare scalzo, e nel tempo che gli rimaneva da vivere riuscì a portare gioia laddove aveva causato dolore. Questo gesto d'amore commosse tanto profondamente la vita, che dissolse alla luce del suo sole il buio tifone, e dal cielo mandò a colmare il cuore del gigante, di saggezza, di conoscenza, e di pace.
Un altro uomo si aggiunse al già grande esercito del cielo e la volpina bianca riprese a camminare per la vita, più felice e ricca d'amore.
Legenda:
Gigante: uomo ricco potente;
Scarpe: l'insensibilità, il distacco;
Volpina: anima di luce in cammino;
Tifone: giustizia divina.
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